Pena esaurita oggi: la vicenda sportiva di Andrea Agnelli per il caso ultrà può dirsi di fatto conclusa con la sentenza della Corte federale d'appello della Figc, che ha ridotto la squalifica iniziale di dodici mesi al presidente Juve per i rapporti non consentiti con i tifosi. Nel dispositivo emesso nel pomeriggio di oggi, è stata però aggiunta una multa di 100 mila euro. Alla Juve 600 mila euro di multa e un turno con la curva sud dello Stadium chiusa, ma con decorrenza dal 2018 (sarà per Juve-Genoa del 25 gennaio, non per la partita con la Roma di sabato prossimo). La Juve vede accolto il suo ricorso anche per gli altri due dirigenti; unica squalifica a rimanere in piedi quella di Francesco Calvo, ex addetto al marketing, che dopo la rottura col club e con Agnelli si era accasato al Barcellona e ha presentato un suo ricorso alla decisione sportiva di primo grado. "Questa sentenza è un brutto precedente. Si è voluta monetizzare la sanzione", lascia intendere con amarezza il procuratore federale, Giuseppe Pecoraro, che per Agnelli aveva sempre richiesto la pena esemplare di 2 anni e mezzo di inibizione. Il capo della Procura Figc si era speso molto sulla vicenda, ritenendo che sussistessero i presupposti per connotare un reato sportivo per i pacchetti di biglietti venduti agli ultras bianconeri dalla società, ma soprattutto lo stesso Pecoraro aveva sempre sostenuto della conoscenza da parte di Agnelli dei connotati criminali di alcuni esponenti dei gruppi organizzati bianconeri con cui dialogava il club. La Juventus, dal canto suo, anche in sede di commissione parlamentare Antimafia, aveva sempre ammesso la trattativa (ma solo per garantire l'ordine pubblico) ma mai Agnelli aveva ammesso di conoscere i risvolti mafiosi di alcuni esponenti dei gruppi organizzati, tra cui Rocco Dominello, imputato al processo 'Alto Piemonte' dalla Procura di Torino: "Non ho mai avuto idea che fosse della 'ndrangheta", aveva detto il numero uno bianconero, nel frattempo eletto anche a presidente dell'Eca. Finisce così la vicenda sui rapporti non consentiti con gli ultras: il presidente bianconero aveva scontato circa due mesi di inibizione a seguito della sentenza di primo grado emessa dal Tribunale federale nazionale della Figc.
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