Matteo Salvini sarà processato per vilipendio della magistratura

«Processo più, processo meno»: così Matteo Salvini ha commentato la convocazione a presentarsi il 19 giugno alle 13.30 al tribunale di Torino per essere processato. L’accusa è di vilipendio alla magistratura, per colpa di alcune frasi pronunciate nel 2016.

Matteo Salvini e le offese alla magistratura per il caso di Edoardo Roxi

Le affermazioni contestate a Salvini risalgono al 2016, quando il leader Lega era europarlamentare. Durante un comizio particolarmente intenso tenutosi a Torino, il Matteo Salvini aveva espresso delle pesanti critiche nei confronti della magistratura dopo il rinvio a giudizio dell’allora vicesegretario nazionale della Lega Edoardo Roxi, coinvolto nell’inchiesta sulla presunti rimborsopoli della regione Liguria. «Se so che qualcuno, nella Lega, sbaglia  sono il primo a prenderlo a calci nel culo e a sbatterlo fuori – diceva Salvini in tono agguerrito – Ma Rixi è un fratello e lo difenderò fino all’ultimo da quella schifezza che è la magistratura italiana». Proprio per quella parola   «schifezza» e per l’offesa pronunciata, Salvini dovrà recarsi al tribunale di Torino.

Bonafede firmo l’autorizzazione a procedere nel 2018

 

Non si tratta però di un caso come quello della Diciotti in cui l’autorizzazione a procedere spetta al Parlamento. Quella infatti è una procedura necessaria solo nei casi in cui solo il magistrato intenda procedere all’arresto o altre limitazioni della libertà personale del deputato, nonché per la così detta “insindacabilità parlamentare” che copre le opinioni espresse dai parlamentari nell’esercizio delle loro funzioni. Per quanto riguarda il reato di vilipendio l’art. 290 del codice penale prevede che si proceda su autorizzazione del Ministro per la Giustizia. Infatti Alfonso Bonafede nel 2018 annuncio si Facebook di aver firmato diverse autorizzazioni a procedere, «fascicoli che stavano lì da tanto, alcuni erano sulla scrivania del ministro dal 2014». Tra queste carte vi erano «presunte offese al capo dello Stato» a carico di «il “padre fondatore” e garante del MoVimento, Beppe Grillo, il mio collega e amico, Carlo Sibilia, il padre del mio amico fraterno Alessandro Di Battista – scriveva Alfonso Bonafede – e il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, accusato invece di vilipendio delle istituzioni costituzionali». 

Oggi ho firmato 9 richieste di autorizzazioni a procedere. Diverse procure italiane, infatti, hanno chiesto al…

Gepostet von Alfonso Bonafede am Dienstag, 9. Oktober 2018

Matteo Salvini rischia solo una multa; prima della riforma avrebbe rischiato il carcere

Matteo Salvini rischia quindi rischia da 1000 a 5000 euro di multa, ma in realtà è per lui positivo: prima della riforma del 2016 avrebbe rischiato da 6 mesi a 3 anni. Così avvenne per lo storico leader della Lega Nord Umberto Bossi che venne condannato nel 2015, quindi prima della riforma, dal Tribunale di Bergamo per il vilipendio a Napolitano, disse «Napolitano, nomen omen, non sapevo fosse un terun»,  e ancora nel 2001 dal Tribunale di Como per vilipendio alla bandiera, pena poi commutata in una multa da 3000 euro.

(Credits immagine di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

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