Dopo il crollo M5s Di Battista è scomparso: i grillini si interrogano sul suo ruolo
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Dopo il crollo M5s Di Battista è scomparso: i grillini si interrogano sul suo ruolo

Il piacione viaggiatore era tornato strepitando. Ma il crollo del Movimento della Casaleggio Associati in Abruzzo e Sardegna fa riflettere

Di Battista e Di Maio
Di Battista e Di Maio
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12 Marzo 2019 - 20.41


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Di lui si ricordano battute comiche, non fosse perché dare del golpista a Obama (poi magari ci spiega quale golpe) ed esaltare Trump è segno di grande confusione.

Ma che fare di Di Battista? Un’arma per la ripresa oppure il tempo della rissa verbale non serve più, visto tra l’altro il ruolo di camerieri di Salvini che i grillini si sono ritagliati?

Dubbi amletici, si potrebbe dire. Sempre che si sappia chi sia Amleto.
Domani sarà un mese esatto di silenzio: l’ultimo post su Facebook risale al 13 febbraio scorso, la ferita della debacle in Abruzzo appena aperta e difficile da ricucire. Prosegue il silenzio sospetto e insolito di Alessandro Di Battista, il ‘frontman’ del M5s che, riferiscono autorevoli fonti grilline, in questo mese di silenzio avrebbe addirittura messo in discussione la partecipazione alla campagna elettorale per le europee. Proprio lui che doveva tornare a solleticare la pancia del Movimento, arginando l’avanzata della Lega in vista delle elezioni del prossimo 26 maggio.
Nonostante le smentite di circostanza -“sto pensando a cose mie, il Movimento non c’entra niente”- si starebbe interrogando, il ‘Dibba’, sulle mosse da compiere nei mesi a venire. Compresa la possibilità di rimettersi in viaggio, stavolta destinazione India e il Fatto quotidiano già pronto a pubblicare un suo reportage. Ma c’è anche chi, all’interno del Movimento, starebbe tentando di convincerlo a candidarsi per le europee: la famiglia della compagna Sarah, a Parigi -un’ora scarsa da Bruxelles- è un’altra variabile da mettere sul piatto.
Luigi Di Maio – è il ragionamento di chi vorrebbe Di Battista schierato in prima linea – potrebbe indicarlo come capolista, una scelta che compete al capo politico del Movimento. O addirittura, azzarda qualcuno, tributargli un posto a capo di tutte e 5 le circoscrizioni previste per le europee, anche se questo vorrebbe dire far saltare un altro dogma del M5S: quella per cui ci si candida solo nella propria circoscrizione di riferimento. Ma dai vertici grillini assicurano che la possibilità di un seggio all’europarlamento non è mai stata contemplata dal ‘Dibba’.
Così come si getta acqua sul fuoco di presunte frizioni e dissidi con Di Maio. Che, ironia della sorte, a un mese esatto dal silenzio di Di Battista stasera sarà ospite di Di Martedì, la trasmissione che ha ospitato per l’ultima volta l’ex deputato romano, tra i volti più celebri del Movimento, il 12 febbraio scorso chiamato a ‘metter la faccia’ sulla cocente sconfitta dei 5 Stelle in Abruzzo.
I due, assicurano, dovrebbero vedersi presto, prestissimo, “questione di ore”. Ma il silenzio di Di Battista ormai è diventato argomento di discussione tra gli stessi eletti, a Roma come a Bruxelles. Girano voci contrastanti, i rumors più disparati sul suo futuro all’interno del Movimento.
Appare così sibillino il tweet postato nelle ultime ore dal padre Vittorio: “proverbio romanesco. Vale ppiù la bbona riputazione che tutto er potere der monno”.

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