Storie Mondiali FranciaGetty/Goal

Storie Mondiali - L’ammutinamento della Francia nel 2010 e lo sciopero contro Domenech

In Qatar si presenteranno da campioni del Mondo in carica, chiamati a difendere il titolo e probabilmente si fregeranno ancora una volta dell’appellativo di favoriti per la vittoria finale, soprattutto grazie ai giocatori schierati. E non importa che Paul Pogba sarà costretto a saltare la competizione che tanto aspettava e anelava, perché la Francia di Didier Deschamps ha tante altre frecce nella propria faretra. Eppure, quella Nazionale che nel 2018 ha trionfato in Russia per la seconda volta nella sua storia dopo Francia ’98, ha vissuto degli alti e bassi imponenti e che i francesi non dimenticano facilmente. Se, infatti, la kermesse del 1998 vide Zidane e compagni trionfare sul Brasile, nel 2006 toccò al triste dispiacere in finale contro l’Italia essere iscritto agli annali, fino ad arrivare a quello che fu un vero e proprio ammutinamento nel 2010.

Era la Francia del CT Raymond Domenech, forse il commissario tecnico meno amato della storia della nazionale francese, in grado di attirare su di sé le ire anche degli avversari per alcune dichiarazioni rilasciate nel corso degli anni. Lo scenario è il Mondiale del 2010, in Sudafrica, e in quell’occasione i giocatori transalpini riuscirono a mandare in fumo l’intera loro partecipazione alla kermesse, mettendo dinanzi a tutto e a tutti l’onore del gruppo, per farla pagare al loro commissario tecnico.

L'articolo prosegue qui sotto

Ma andiamo in ordine, perché l’ammutinamento della Francia nel 2010 è una vicenda che merita più respiro, più aria. Uno spogliatoio difficile, quello col quale aveva a che fare Domenech, al quale forse mancava un vero leader, qualcuno che sapesse come gestire determinate situazioni. Il ritiro dei Blues in Sudafrica partiva già di per sé male, per un gruppo che non sembrava intenzionato a contenere quella che sarebbe stata un’esplosione pronta a condizionare l’intera competizione.

PS Storie MondailiGoal

La Francia viene inserita nel Gruppo A, quello che vede il Sudafrica affrontare il Messico nella partita inaugurale. A completare il tabellone c’è l’Uruguay, che affronta i francesi nella gara d’esordio a Città del Capo: l’incontro termina 0-0 e lo spettacolo inizia a languire. I tifosi sono certi, però, che la nazionale di Domenech si rifarà al secondo turno, contro il Messico: capitanati da Rafa Marquez, gli uomini de El Tricolor arrivano a pari punti all’appuntamento contro i transalpini, forti del pareggio per 1-1 contro i padroni di casa. Il 17 giugno a Polokwane avviene l’impensabile, però, perché il Messico riesce ad avere la meglio per 2-0 grazie alle reti di Javier Hernandez e al rigore di Cuauhtemoc Blanco, per il 2-0 finale. Il gol dell’attaccante del Manchester United – come si scoprirà dopo – era irregolare e perciò da annullare, ma l’errore di Eric Abidal che stende Pablo Barrera in area di rigore per il penalty decisivo era del tutto regolare. Per la prima volta il Messico vince contro i Blues e i dispiaceri per la Francia non finiscono lì.

Durante l’intervallo di quella gara Domenech viene insultato da Anelka: l’attaccante era partito titolare insieme a Govou e Ribery, salvo poi essere sostituito, proprio durante l’intervallo, da Gignac. I toni tra i due non sono per niente amichevoli e Anelka manda ripetute volte a quel paese il suo commissario tecnico. Uno sfogo che, sfuggito alle telecamere, finisce sulla prima pagina de L’Equipe due giorni più tardi, facendo scoppiare la polveriera. All’epoca giocatore del Chelsea, viene epurato dalla kermesse e rimandato a casa, ricevendo – dopo la fine della competizione – una squalifica per 18 partite della Nazionale, chiudendo in maniera definitiva il proprio rapporto con i Blues.

L’allontanamento di Anelka, però, in una situazione in cui la Francia rischiava di non qualificarsi alla fase a eliminazione diretta del Mondiale, sortì un effetto contrario. I suoi compagni di squadra decisero di non allenarsi e di scioperare alla corte di Domenech, nonostante l’impegno contro il Sudafrica, decisivo per poter portare a casa almeno il secondo posto nel girone. Ciò che accadde in quello spogliatoio, prima ancora che Nicolas Sarkozy potesse convocare Thierry Henry all’Eliseo, fu una vera e propria spia, come dichiarò poi Evra, il capitano della spedizione. Dopo lo scoop de L’Equipe, il difensore parlò di tradimento e fece sapere che avrebbe trovato la talpa che aveva rivelato ai giornalisti quanto accaduto durante l’intervallo della gara col Messico. La talpa non verrà mai trovata, ma intanto a Knysna, sede del ritiro dei Blues, la Francia non si allena e si ammutina contro la decisione della federazione di rimandare Anelka a casa. Domenech, in un’immagine surreale, si presenta alla stampa leggendo una lettera che spiega come all’unanimità i giocatori abbiano deciso di protestare contro la Federcalcio francese.

"Tutti i giocatori della nazionale francese, senza eccezione - si legge nel comunicato - vogliono affermare il loro dissenso con la decisione presa dalla Federazione francese calcio di escludere Nicolas Anelka. Ci rammarichiamo per l'incidente avvenuto nell'intervallo di Francia-Messico ma ci rammarichiamo ancora di più per la divulgazione di un fatto che appartiene soltanto al gruppo ed è inerente alla vita di una squadra di alto livello. Su richiesta del gruppo, il giocatore accusato ha avviato un tentativo di dialogo. Ci rammarichiamo che tale tentativo sia stato completamente ignorato”. Da qui, poi, anche un’accusa alla Federazione per non aver mai provato a proteggere il gruppo e di aver preso una decisione basandosi su quanto raccontato da L’Equipe.

“Di conseguenza – continua il comunicato - per sottolineare il proprio dissenso rispetto all'atteggiamento adottato dalle più alte istanze, tutti i giocatori hanno deciso di non partecipare alla seduta programmata oggi. Siamo coscienti delle nostre responsabilità, quelle di portare i colori del nostro paese, e quelle che abbiamo rispetto ai nostri tifosi, agli insegnanti, ai volontari e a innumerevoli bambini che hanno i Bleus come modello. Non dimentichiamo nulla dei nostri doveri, faremo tutto individualmente e sul piano collettivo perché la Francia ritrovi il suo onore martedì con una prestazione finalmente positiva”.

Mentre Domenech legge, però, Evra si ritrova coinvolto in una rissa con il preparatore atletico Robert Duverne, che inizialmente viene indicato come la talpa: i due vengono separati dallo stesso Domenech, che li separa mentre gli altri giocatori erano andati a salutare il pubblico autorizzato ad assistere alla seduta di allenamento, che viene cancellata. In serata il capitano dei Blues dichiarerà che non è Duverne la talpa, in un altro comunicato che arriva dopo quello letto dal commissario tecnico. Un evento che fa rima con quanto la stampa racconta sia accaduto anche tra Ribery e Gourcuff, con l’ex milanista che si ritrovava ad accusare il giocatore all’epoca al Bayern Monaco di essere stato troppo distratto in campo: l’intervento di Toulalan ha evitato la rissa sull’aereo. Il clima è teso, la Francia rischia il collasso.

Nel frattempo, un po’ a sorpresa, è lo stesso Domenech a decidere di prendere le difese di Anelka. Per salvaguardare il gruppo e provare a portare a casa un risultato positivo contro il Sudafrica, il CT spiega che l’unica colpa di Anelka sarebbe stata quella di non essersi voluto scusare, ma che l’episodio – giustificato – era destinato a rimanere all’interno dello spogliatoio, non di andare oltre. “Le persone non immaginano la pressione – dichiara a Tfl – e può accadere che un allenatore abbia qualcosa da dire a un giocatore, che può avere uno scatto di nervi. Doveva rimanere un episodio interno”.

Il tempo però stringe e la Francia il 22 giugno è chiamata alla vittoria contro il Sudafrica. Sull’altro campo l’Uruguay affronta il Messico per prendersi la testa del girone e al 43’ la rete di Suarez mette in discesa la strada per gli uomini di Oscar Tabarez. Venti minuti prima, però, al Free State Stadium di Bloemfontein, sotto gli occhi di quasi quarantamila spettatori, è Khumalo a far gelare il sangue alla Francia. Il Sudafrica si porta in vantaggio e complica la vita a Domenech. Cinque minuti più tardi Gourcuff decide di rifilare una gomitata in volto a Sibaya: la Francia resta in dieci, il CT si porta le mani sul volto e assiste impotente al raddoppio del Sudafrica con Mphela prima dell’intervallo. I padroni di casa non si arrendono e nella ripresa provano a farsi beffe dei francesi, ma è Lloris più volte a salvare i suoi dall’umiliazione. Con il Sudafrica pronto a festeggiare, a questo punto, il passaggio del girone da seconda in classifica grazie alla differenza reti, Malouda gela tutti segnando l’unico gol della Francia ai Mondiali del 2010: al 70’ il centrocampista del Chelsea condanna entrambe le squadre in campo all’eliminazione e per la prima volta nella storia dei Mondiali il Paese ospitante si ritrova escluso alla fase a gironi. Dall’altro lato, però, la Francia è esplosa e torna a casa con un solo punto, un solo gol fatto e quattro subiti.

Al ritorno in patria Evra verrà allontanato dalla nazionale per cinque partite, Ribery per tre, Toulalan per una sola gara. Domenech viene esonerato per fare posto a Blanc, un cambio che era già stato previsto prima del torneo, ma che a quel punto viene accolto con grande libertà e serenità. La Federazione stessa, d’altronde, addita al CT uscente parte delle colpe di quanto accaduto in quello spogliatoio e con Anelka stesso, la miccia da cui partì tutto. Una debacle storica, con la Francia che però sarà chiamata alla costruzione di una nuova generazione di talenti, culminata con l’arrivo di Deschamps nel 2012: quarti di finale ai mondiali 2014, finale degli europei del 2016, vittoria del mondiale nel 2018 e della Nations League nel 2021. Lasciandosi alle spalle quell’ammutinamento che sancì il punto più basso della nazionale francese in una competizione iridata.

Pubblicità