Elezioni 2018: Berlusconi, Salvini, Renzi i più insultati online

Al leader di FI il 23% di post e commenti negativi. Fra i partiti più bersagliati in rete è testa a testa fra dem e 5 Stelle. Nel complesso, il 38% di quanto pubblichiamo ha un tenore pessimo

Una delle peggiori campagne elettorali di sempre. Per toni, argomenti, assenza di prospettive, manovre propagandistiche. Divisioni e polarizzazioni che si esprimono anzitutto sui social network (ma anche su blog e forum) dove le discussioni assumono spesso il tenore di spietate battaglie verbali. Lo conferma un’indagine di D-Link, azienda leader nelle tecnologie wireless e nel networking, che invece si sta impegnando da tempo nella campagna #ConnettitiResponsabilmente il cui obiettivo è appunto promuovere un uso attento e coscienzioso della rete.

Peccato ce ne sia ancora molto, di lavoro da fare. Dall’inizio dell’anno a oggi – fra pochi giorni saranno sospesi i sondaggi e si entrerà nelle ultime due settimane di campagna – sono stati messi sotto le lente quasi due milioni di contenuti (tweet e commenti) legati alle elezioni del prossimo 4 marzo. Si tratta di messaggi verso i candidati, i partiti e i movimenti o verso altri elettori, magari simpatizzanti di altre liste. Cosa ne emerge? Il 38% di questi contenuti (circa 750mila) è connotato da negatività e ben 135mila contengono volgarità o insulti espliciti. Non mancano cinguettii e commenti che augurano la morte o contengono minacce di morte (più di 15mila), mentre quelli che ospitano riferimenti alla violenza sono quasi 19mila. Lo sconforto assoluto passa dai contenuti positivi: sono appena l’11% del totale.

Limitandosi ai soli commenti con insulti e volgarità, cioè a quel corpus di 135mila post, l’analisi di D-Link è riuscita a fornire un identikit del cittadino non solo più arrabbiato ma che non si fa problemi a ricorrere al turpiloquio: è uomo (68% contro 32%) e vive nel Lazio. Regione che, nonostante produca meno contenuti, precede la Lombardia di 6 punti in questa poco onorevole classifica. Allargando il rapporto su base regionale, i più scontenti (e scurrili) sono gli abitanti del Centro-Nord: l’Emilia Romagna conta il 29% di contenuti negativi rispetto a quelli prodotti, Toscana 28%, Lazio 26%, Lombardia 25% e Piemonte 25%.

Ma quali sono i personaggi politici più odiati? Quello preso di mira più spesso è Silvio Berlusconi, bersaglio del 23% degli insulti personali online, seguito da Matteo Salvini e da Matteo Renzi, entrambi al 21%. Meno accanimento su Luigi Di Maio e Pietro Grasso (11 e 8% della “quota ingiurie”, se così vogliamo etichettarla). Mentre fra i partiti non c’è storia: è un testa a testa di acredine fra Pd e Movimento 5 Stelle. I dem raccolgono il 39% dei messaggi di odio contro il 34% dei grillini. Seguono la Lega col 12%, CasaPound col 5% e Forza Italia col 4%.

“Questi dati sono drammatici perché evidenziano come si stia diffondendo una dialettica della violenza che viaggia soprattutto online – ha spiegato Stefano Nordio, vicepresidente D-Link Europe - ormai non è più possibile fare a meno di internet ma proprio per questo bisogna capire che non ci può più essere distinzione tra un comportamento online e offline, le conseguenze sono sempre reali”.

Fino ad oggi, ma ci aspettano appunto altri 15 giorni di campagna, i momenti più critici e divisivi di questa campagna sono stati la polemica sui sacchetti compostabili per l’ortofrutta (4 gennaio) il supporto di Berlusconi alla candidatura del leghista Attilio Fontana alla regione Lombardia (10 gennaio), la modifica del simbolo del Movimento 5 Stelle (18 gennaio), la scadenza per la presentazione delle liste dei partiti (29 gennaio), il raid neofascista di Macerata (3 febbraio) e la discussione fra Giorgia Meloni e il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, lo scorso 12 febbraio.

L’analisi, realizzata con il tool Crimson Exagon, ha preso in esame tutti i contenuti pubblicati online (in Italia e in italiano) dal primo gennaio 2018 al 12 febbraio 2018 su social media, blog, forum e piattaforme di condivisione contenuti. A seguire è stato fatto un processo di verifica qualitativa manuale.