Elezioni Lombardia 2018, i candidati e come si vota

Il 4 marzo si vota anche per il rinnovo del consiglio regionale con meccanismo diverso rispetto alle legislative. Tutti i candidati alla presidenza della Regione Lombardia

In Lombardia, i candidati presidenti alle elezioni di domenica sono sette. Attilio Fontana della Lega, ex-sindaco di Varese, è il candidato di tutto il centrodestra. Giorgio Gori è invece appoggiato dal Partito Democratico e alleati di centrosinistra: dal 2014 sindaco di Bergamo, Gori ha alle spalle una carriera di manager televisivo, ha fondato la casa di produzione tv Magnolia ed è considerato vicinissimo a Matteo Renzi. Gori non è però sostenuto da Liberi e Uguali che candida Onorio Rosati, ex-sindacalista della Cgil e consigliere regionale uscente (eletto nel 2013 nella lista del Pd). Il Movimento 5 Stelle candida alla presidenza lombarda Dario Violi, impiegato. Sono candidati inoltre Giulio Arrighini, ex-deputato del Carroccio uscito nel '99 e fondatore del movimento Grande Nord; Massimo Gatti, ex consigliere provinciale di Milano con Rifondazione Comunista oggi nella lista Sinistra per la Lombardia; e Angela De Rosa, consigliera comunale di Novate Milanese, candidata di CasaPound che per la prima volta presenta un proprio esponente per la Lombardia.

Come si vota. Il 4 marzo gli elettori di Lazio e Lombardia, al voto anche per il rinnovo del consiglio regionale, dovranno fare attenzione perché vige un sistema diverso per le due consultazioni. Mentre nel voto per il rinnovo dei due rami del Parlamento è vietato il voto disgiunto, esso è ammesso nel suffragio regionale. Nella scheda per le regionali resta possibile fare due segni diversi, uno sul candidato presidente e uno sulla lista, ma è consentito il voto disgiunto: per esempio è possibile scegliere il candidato di centrosinistra ma votare per una lista di centrodestra o viceversa. Qualora si faccia un segno soltanto sul nome del candidato, nessuna lista riceverà il voto ma appunto solo il candidato. Infine è possibile tracciare un segno soltanto sul contrassegno del partito: in questo caso il voto varrà anche per il candidato appoggiato da quella lista.

Inoltre, mentre sulla scheda delle legislative compaiono già da due a quattro candidati nel cosiddetto "listino bloccato", e dunque l'elettore non può esprimere preferenze, alle regionali è invece possibile: il votante ha la facoltà di esprimere un massimo di due preferenze scrivendo i loro nomi nell'apposito spazio della scheda. Ma attenzione: devono esser necessariamente di sesso diverso. Se si esprime la preferenza per due candidati dello stesso sesso il voto è annullato. Così come saranno annullati i voti che sulle schede per Camera e Senato portano un segno disgiunto tra il candidato uninominale e una lista diversa da quella che lo sostiene. In entrambe le consultazioni, il voto espresso sulla lista vale anche per il candidato da essa sostenuto, che sia per il collegio uninominale nelle legislative o per il presidente della Regione.