Elezioni Regionali Lazio 2018, candidati e come si vota

Il 4 marzo si vota anche per il rinnovo del consiglio regionale: il meccanismo è diverso rispetto alle legislative. Tutti i candidati alla presidenza della Regione Lazio
The Italian Air Force aerobatic unit Frecce Tricolori  spread smoke in the colours of the Italian flag while they fly...
The Italian Air Force aerobatic unit Frecce Tricolori (Tricolor Arrows) spread smoke in the colours of the Italian flag while they fly over Rome on November 4, 2017, as Italy celebrates National Unity Day and Armed Forces Day which marks the end of World War I for Italy. / AFP PHOTO / ANDREAS SOLARO (Photo credit should read ANDREAS SOLARO/AFP/Getty Images)

Nel Lazio sono nove gli aspiranti alla guida della Regione. Nicola Zingaretti, presidente uscente, è sostenuto per un secondo mandato da Partito Democratico, Liberi e Uguali, Lista Insieme, Più Europa, Centro Solidale e Zingaretti Presidente; ma non da Civica Popolare che nel Lazio presenta un suo candidato, Jean Leonard Touadi, ex deputato del Pd. Stefano Parisi è il candidato di Forza Italia, Lega, Fratelli d'Italia, Noi con l'Italia, e la lista dello stesso Parisi, Energie per l'Europa. Dopo un lungo tira e molla col centrodestra, correrà invece per conto suo Sergio Pirozzi sostenuto da una lista civica e dalla Lista Nathan composta da laico-liberali-repubblicani. Il Movimento 5 Stelle candida Roberta Lombardi, risultata la più votata fra gli attivisti che hanno preso parte alle primarie. Reduce dal brillante risultato di Ostia, CasaPound candida Mauro Antonini. Per Potere al Popolo è Elisabetta Canitano la candidata presidente. La formazione sovranista Riconquistare l'Italia concorre con Stefano Rosati. Giovanni Paolo Azzaro è il candidato scelto dalla Democrazia Cristiana.

Alle regionali si vota a un solo turno e non sono previsti ballottaggi. Il 4 marzo gli elettori di Lazio e Lombardia, al voto anche per il rinnovo del consiglio regionale, dovranno fare attenzione perchè vige un sistema diverso per le due consultazioni. Mentre nel voto per il rinnovo dei due rami del Parlamento è vietato il voto disgiunto, esso è ammesso nel suffragio regionale. Nella scheda per le regionali resta possibile fare due segni diversi, uno sul candidato presidente e uno sulla lista, ma è consentito il voto disgiunto: per esempio è possibile scegliere il candidato di centrosinistra ma votare per una lista di centrodestra o viceversa. Qualora si faccia un segno soltanto sul nome del candidato, nessuna lista riceverà il voto ma appunto solo il candidato. Infine è possibile tracciare un segno soltanto sul contrassegno del partito: in questo caso il voto varrà anche per il candidato appoggiato da quella lista.

Inoltre, mentre sulla scheda delle legislative compaiono già da due a quattro candidati nel cosiddetto "listino bloccato", e dunque l'elettore non può esprimere preferenze, alle regionali è invece possibile: il votante ha la facoltà di esprimere un massimo di due preferenze scrivendo i loro nomi nell'apposito spazio della scheda. Ma attenzione: devono esser necessariamente di sesso diverso. Se si esprime la preferenza per due candidati dello stesso sesso il voto è annullato. Così come saranno annullati i voti che sulle schede per Camera e Senato portano un segno disgiunto tra il candidato uninominale e una lista diversa da quella che lo sostiene. In entrambe le consultazioni, il voto espresso sulla lista vale anche per il candidato da essa sostenuto, che sia per il collegio uninominale nelle legislative o per il presidente della Regione.