Il trionfo della Lega alle elezioni regionali in Friuli, assieme alle dichiarazioni di Matteo Renzi e risposta a ruota di Luigi Di Maio, hanno sparigliato il quadro a ridosso del 1° maggio. C'è da aspettare la direzione del Partito Democratico che si riunisce domani per dipanare una matassa aggrovigliata e approdare a una posizione comune e tramite la "collegialità" richiamata dal segretario reggente Martina. Venerdì si esaurisce il terzo giro di consultazioni al Quirinale mentre l'incarico esplorativo al presidente della Camera, Fico, per sondare un accordo Pd-M5S era svuotato da Renzi in tv che ha bocciato ogni chance di governo coi Cinquestelle. Di qui la video-esternazione di Di Maio che ha invocato le urne per giugno. Ipotesi, anche tecnicamente ardua, rigettata dal presidente Mattarella che ha fatto appello ad "agire per il bene comune".
Se la politica dei "due forni" di Di Maio non ha pagato nella soluzione per un accordo di governo all'indomani dei risultati del 4 marzo, dalle urne friulane il M5S è uscito con una batosta (7,08% contro il 24,56% del voto di lista del 4 marzo nella regione) a fronte del successo vistoso della Lega (35% dal 25,9) che ha sospinto l'elezione alla presidenza regionale del suo candidato Massimiliano Fedriga. Appoggiato dal centrodestra, Fedriga ha raccolto il 57,1%. Nel voto di lista Forza Italia ha registrato il 12%. Il Pd ha tenuto col 18% ma ha perso la Regione. Sulla scia del risultato, Matteo Salvini ha rilanciato la candidatura di un governo del centrodestra che a questo punto diventa probabile: la stessa logica dei numeri vuole che il Quirinale affidi il preincarico a un esponente della coalizione, se non allo stesso Salvini.
L'altra soluzione è un governo di scopo, o istituzionale, o balneare o di tregua che dir si voglia, insomma un governo del Presidente che affida l'incarico a una personalità terza sostenuto da chi ci sta in Parlamento per corrispondere a scadenze tecniche interne - Iva, legge bilancio, eventuale riforma della legge elettorale - come pure alle questioni internazionali: bilancio europeo con le nuove richieste della Commissione, Consiglio europeo, G7 in Canada, negoziato con gli Usa su dazi e quote commerciali. Però Salvini, che in Friuli ha portato a 3 a 1 il rapporto di forza interno con FI, ha ribadito il No: “Il governo istituzionale è stare tutti insieme per non fare nulla”.