Migranti, il Decreto Sicurezza di Salvini è quasi pronto: ecco cosa dice

Annunciato più volte dal ministro dell'Interno Salvini, il decreto legge introduce nuovi provvedimenti in materia di accoglienza, soggiorno, rimpatri e cittadinanza
Italian Lega Nord  Secretary Matteo Salvini attends the first ENF  congress in Milan on January 28  2016.   AFP ...
Italian Lega Nord (Northern League) Secretary, Matteo Salvini attends the first ENF (Europe of Nations and Freedom) congress in Milan on January 28 , 2016. / AFP / GIUSEPPE CACACE (Photo credit should read GIUSEPPE CACACE/AFP/Getty Images)

In dirittura di arrivo il 'decreto sicurezza' più volte annunciato dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. Non è ufficiale, la versione definitiva potrebbe esser presentata già nei prossimi giorni, con eventuali limature. Adnkronos ha anticipato i contenuti e la traccia del nuovo decreto studiato dal Viminale. Il provvedimento, come si legge nella relazione rivelata dall'Adnkronos, abroga di "l'istituto del rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari", una protezione di cui si ritiene si sia abusato allo scopo di rilasciare un documento ai richiedenti asilo, ma che rappresenta un'anomalia in Europa - esiste solo in Italia - che si vuole correggere. L'impianto del decreto di 15 articoli quindi "elimina la possibilità per le Commissioni territoriali e per il Questore di valutare, rispettivamente, la sussistenza dei 'gravi motivi di carattere umanitario' e dei 'seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano’".

È contemplata la questione "rimpatri" fornendo più risorse all'esistente Fondo rimpatri e prevedendo "nuove disposizioni in materia di trattenimento" per “coloro che non hanno titolo a soggiornare nel territorio nazionale”. Giro di vite inoltre nei riguardi di immigrati che si macchino di reati in Italia: si intende “ampliare il catalogo di reati che, in caso di condanna definitiva, comportano il diniego o la revoca della protezione internazionale”. Nello specifico, si parla delle "ipotesi delittuose di particolare gravità che destano allarme sociale" come "le fattispecie base dei reati di violenza sessuale e dei reati di produzione, traffico e detenzione ad uso non personale di stupefacenti, nonché di rapina ed estorsione". In sostanza i migranti titolari di un permesso di soggiorno che commettano stupri, rapine, violenza e resistenza a pubblico ufficiale e altri reati previsti si vedranno stracciare il documento.

C'è poi l'area dei richiedenti asilo: si ritengono troppo lunghi i tempi che le Commissioni territoriali impiegano per decidere se accogliere o meno l’istanza con la conseguenza che il richiedente finisce per rimanere mesi nel sistema dell’accoglienza: per ridurre il costo di essa per lo Stato, si prevede "la possibilità di istituire, presso alcune prefetture, articolazioni territoriali dell"Unità Dublino" già operante a Roma. E si introducono misure di contrasto alle "domande reiterate al solo scopo di impedire l'esecuzione imminente di un provvedimento di allontanamento o comunque reiterate più volte, pur dopo una decisione definitiva di inammissibilità o di rigetto nel merito"; la quali si accompagnano per la stretta ad altre circa quello che il ministro ha spesso chiamato “business degli avvocati d’ufficio”: "Si allinea – si legge nella relazione - la disciplina prevista per il processo civile a quella già in vigore per il processo penale escludendo che il difensore della parte ammessa al gratuito patrocinio abbia diritto all'anticipazione di spese ed onorari a carico dell'Erario quando l'impugnazione è dichiarata improcedibile o inammissibile".

Novità anche riguardo la cittadinanza. In considerazione dell'“accresciuta minaccia terroristica internazionale e dei preoccupanti fenomeni di contraffazione dei documenti dei Paesi d'origine prodotti dai richiedenti" si introducono norme più rigide per la concessione della cittadinanza. Ma non è solo lo 'ius soli', nel mirino anche lo 'ius sanguinis' che "opera senza limiti di generazione” tanto che “negli ultimi anni ha determinato un incremento esponenziale di domande". Il dl invece limita "la trasmissione della cittadinanza ai discendenti in linea retta di secondo grado che possono documentare lo 'status civitatis' italiano del loro ascendente". Si introduce poi “l'istituto della revoca della cittadinanza italiana concessa ai cittadini stranieri” nel caso “che rappresentano una minaccia per la sicurezza nazionale avendo riportato condanne per gravi reati commessi con finalità di terrorismo o eversione". In questo modo potranno essere espulsi, provvedimento altrimenti impossibile se in possesso di cittadinanza italiana.