Francesco Ragazzi, Palm Angels e la Swedish House Mafia

Lo scorso marzo ha curato look e messa in scena dell'evento dance più atteso degli ultimi anni: la reunion della Swedish House Mafia a Miami. Ma cosa c'entra lui, direttore creativo e imprenditore di moda con il trio EDM più famoso del mondo? L'intervista

Francesco Ragazzi è Palm Angels. Ha partorito e annaffiato la sua idea dai primi giorni californiani, sotto il sole torrido che cuoce il retrogusto di marijuana di Venice Beach, spettinato dal freestyle degli skater più fighi del mondo. Nonostante non ami le etichette, il suo è uno dei brand di streetwear di lusso del momento, amato e vestito dai giovani alternativi milanesi, parigini, californiani e newyorkesi, così come da tante star che ne assecondano messaggi e valori. Inclusi due dj e produttori svedesi di musica elettronica: Axwell e Sebastian Ingrosso, fondamentali (soprattutto quest'ultimo) per il suo avvicinamento al worst kept secret dell'industria musicale degli ultimi mesi: la reunion della Swedish House Mafia dello scorso marzo all'Ultra Music Festival di Miami, di fronte a una folla impazzita, sopraffatta anche dalle visioni di Francesco Ragazzi, che della reunion ha infine curato look e messa in scena.

Cosa hai scritto sulla carta d’identità sotto la voce professione?(ride) Sai che mi sa che c’ho ancora scritto “dipendente” o qualcosa del genere. In effetti dovrei rifarla...

Cosa scriviamo in caso di rinnovo?“Imprenditore” potrebbe essere la definizione migliore.

Qual è stato il tuo percorso accademico?Dopo il liceo linguistico mi sono trasferito in una scuola americana. Poi ho frequentato un corso in comunicazione e fotografia con un diploma di master conseguito presso la School of Visual Arts di New York per completare il ciclo con un diploma allo IED in Fashion Communication a Milano.

Come hai convinto Pharrell Williams a scrivere la prefazione del libro fotografico che porta il nome del tuo brand, Palm Angels, nel 2014?L’ho conosciuto durante un periodo di lavoro a Moncler dove siamo diventati amici. Era perfetto per il mio progetto fotografico che parlava di skater, essendo lui stesso uno skater. Il suo punto di vista sulle cose è originale e da outsider come piace a me, quindi ci siamo trovati in sintonia.

Dove vivi?Tra Milano, New York, la Florida e Los Angeles.

Dici che il tuo brand Palm Angels è una stata sorta di illuminazione, in che senso?Inizialmente era un mio progetto personale, uno svago da appassionato di fotografia. Un giorno a Los Angeles ho fotografato un ragazzo che faceva skate sotto le palme, biondo, che volava nell’aria. Questa immagine mi ha ispirato il nome Palm Angels e da lì è partito tutto.

Dalla letteratura alla moda il passaggio non è immediato, com'è avvenuto?Con il libro fotografico ho creato una sorta di manifesto di quello che poteva essere il brand. Ho cominciato con questa reinterpretazione del mondo degli skater che mi ha aiutato a mettere le basi per la mia linea che adesso è una collezione vera e propria.

Come descriveresti il tuo brand?Volendo creare un vero e proprio lifestyle, con Palm Angels sono molto attento al concetto di comunità che può riconoscersi in un certo tipo di messaggio.

Dalla tua idea di moda alla Swedish House Mafia il passaggio non è immediato. Come sei entrato in contatto con i dj svedesi?Essendo fondamentalmente un direttore artistico, il mio ruolo è quello di creare una visione in base ai mondi sui quali lavoro. Ho conosciuto Sebastian Ingrosso che mi ha coinvolto prima nel progetto Axwell /\ Ingrosso poi in quello della reunion. Più che un lavoro è stato un divertimento perché per me la musica è tutto. Mettere la mia expertise sulla musica è una cosa che mi piace tantissimo, un mondo che vorrei esplorare ancora più a fondo.

Eri un fan della musica EDM o lo sei diventato dopo questa esperienza?Sono un fan di tutta la musica in generale. Ascolto musica 20 ore al giorno, dal jazz, alla EDM, all'hip hop senza pregiudizio. Per me la musica è una fonte continua di ispirazione. Mi aiuta a disegnare collezioni, creare mondi, avere nuove visioni.

**Durante la performance della Swedish House Mafia a Miami emergeva **chiaro un tocco artistico nella messa visiva. Era opera tua?Sì, insieme naturalmente alla collaborazione di altre persone. C’era bisogno di lasciare un segno di quello che la Swedish House Mafia è stata in passato e continua a essere oggi.

Tra l’altro tu e Virgil Abloh (neo direttore artistico di Louis Vuitton uomo e anche dj) siete diventati i migliori PR della reunion, postando contenuti neppure troppo criptici a riguardo...È stato un contrasto stimolante perché sia il mio profilo social che quello di Virgil non sono tanto connessi a questo tipo di mondo. È stata un contrapposizione interessante che ha dimostrato che non ci sono barriere.

Suppongo che dopo aver lavorato per la Swedish House Mafia altre star del mondo della musica ti abbiano contattato...Quella con la Swedish è stata un’esperienza talmente bella e importante che non ho saputo dire di no. Allo stesso tempo, mi ha portato via tantissimo tempo. L’ho fatto veramente per passione nei confronti della musica ma adesso vorrei concentrarmi su Palm Angels.

Eri consapevole di accostarti ad un mondo, quello della EDM, che nei salotti musicali è spesso discusso, non essendo, come dire, il primo territorio preferito dagli "alternativi"?Avendo un background totalmente differente, mi è piaciuto proprio uscire dal mio mondo di riferimento. Soltanto andare a Miami all’Ultra Music Festival, vedere la gente che va a questi eventi, partecipare a dei rave di notte, mi ha dato energia nuova e diversa. È bello a volte uscire dalla propria comfort zone. Sono sicuro che tutto questo magari mi ispirerà nel subconscio per delle collezioni future.

Hai dichiarato che “per creare e progredire, un punto di vista è obbligatorio. Il resto segue”. Qual è il tuo punto di vista sulla musica elettronica attuale?Credo che ci saranno sempre meno confini, che i generi musicali saranno molto contaminati. Questo è quello che mi auguro.