Cannes 71: tutto sui film italiani in concorso e non

Una discesa in campo ad ampio spettro e con varietà di sfumature e format. Ecco film e protagonisti
Cannes 71 tutto sui film italiani in concorso e non

Non sono poi così pochi gli italiani alla 71ma edizione del festival di Cannes: sono ben sette opere, tra lungometraggi e corti, sparse in quasi tutte le sezioni.

Si parte oggi con Samouni Road di Stefano Savona che vanta le meravigliose animazioni di Simone Massi, ormai una garanzia nel settore. Tra l’onirico e il poetico raccontano la vicenda di una famiglia sterminata a Gaza nel 2009 quasi per intero. Ventinove morti ammazzati, a cui il docufilm cerca di rendere giustizia raccontandone tutta la storia e l’umanità, tra schegge di bombe conficcate in testa, riunioni all'ombra del sicomoro, soap opera e pizza fatta in casa in attesa di soccorsi. Fuori (e dentro) le mura domestiche infuria la guerra, i bombardamenti non fanno sconti a nessuno. Contadini assaltati come criminali e massacrati senza esitazione, questo ed altro mostrano i materiali audiovideo, decisamente scioccanti, recuperati grazie all'aiuto della Croce Rossa e all'inchiesta interna all'esercito israeliano.

Sempre alla Quinzaine des Realizateurs troviamo La lotta, cortometraggio firmato Marco Bellocchio, e Troppa Grazia di Gianni Zanasi. Un cast d’eccezione, per quest’ultimo (con Alba Rohrwacher, Elio Germano, Giuseppe Battiston, Hadas Yaron, Carlotta Natoli, Thomas Trabacchi) che mette in scena la storia di una geometra a cui viene affidato un progetto importante che contiene una serie di pecche e manipolazioni. Scegliere il silenzio e l’omertà sara’ la scelta giusta?

Intanto alla Cinefondation spunta il giovane Pier Lorenzo Pisano con il corto Così in terra liberamente ispirato al racconto Casa d'altridi Silvio D'Arzo e girato nei luoghi del terremoto maceratese.

Valeria Golino è nella sezione Un certain reguard con la sua seconda prova dietro la macchina da presa dal titolo, amaramente ironico, Euforia. Una regista che dimostra di non avere timore alcuno a maneggiare materiale narrativo emotivamente pesante e portare sullo schermo il lato più oscuro della vita, tuffandosi di nuovo a capofitto in temi non facili dopo il memorabile esordio Miele. Questa volta sceglie di raccontare la storia di due fratelli, il ricco e irrefrenabile Riccardo Scamarcio e il disincantato Valerio Mastandrea, che il destino riunirà nonostante le distanze.

Chissà come accoglierà il film Benicio del Toro, presidente di Giuria di Un certain reguard ed ex fidanzato della stessa Golino. Potrebbero bissare il caso Quentin Tarantino – Sofia Coppola per il Leone d’Oro assegnato a Somewhere nel 2010?

Massima attesa, ovviamente, per i due film italiani in concorso. Ritroviamo Alice Rohrwacher, già premio della Giuria nel 2014 per Le Meraviglie, che mira a raccontare la storia di un’amicizia. Da una parte Lazzaro, contadino giovanissimo e naif, dall'altra il suo coetaneo Tancredi. Così la regista: “Un'amicizia che porterà Lazzaro nella città alla ricerca di Tancredi, una storia di una piccola santità senza miracoli, quella dello stare al modo e credere negli altri".

Tutt'altra aria rispetto a Lazzaro felice si respira nel nerissimo Dogman di Matteo Garrone – vincitore due volte del Grand Prix a Cannes per Gomorra e Reality – sulla figura del Canaro della Magliana. Una lettura dark di un fatto di cronaca realmente accaduto, più vicino all’Imbalsamatore che all’ultimo Racconto dei racconti. Troviamo Marcello Fonte come protagonista e un irriconoscibile Edoardo Pesce antagonista, in un noir che trova redenzione solo nelle bestie - i cani, appunto, spesso assai più nobili degli umani.

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