Dopo il Kappa FuturFestival, si scriverà tekno con la kappa

50 mila persone hanno preso d'assalto il Parco Dora di Torino per la settima edizione del Kappa FuturFestival, una delle migliori realtà europee in fatto di raduni elettronici. Sicuramente la migliore in Italia.
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“Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà!”. Mancano venti minuti alle sei di una splendente domenica pomeriggio torinese. Il caldo non morde poi così tanto. Il dj svizzero-cileno Luciano sorprende la folla appoggiando sopra un loop house il leggendario monologo di Charlie Chaplin tratto dal film Il grande dittatore, scritto, diretto, prodotto e interpretato dallo stesso artista inglese nel 1940, ancora oggi una delle più nitide, intelligenti e aggressive parodie satiriche del nazismo che siano mai state messe in scena. Il cemento e le lamiere del Parco Dora sono abili nel conservare e allo stesso tempo sprigionare l’energia del sole che trafigge lo spazio delimitato dal fiume che lo attraversa e dal quale prende il nome: la Dora Riparia. L’angolazione dei raggi scandisce il tempo come in un’antica navigazione. È stato l’architetto tedesco Peter Latz a occuparsi della riqualificazione di questa affascinante area industriale che nell’autunno 2007 è stata inserita tra le opere da realizzare per la celebrazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Il Dora è stato suddiviso in cinque zone: Vitali, Ingest, Valdocco (corrispondenti ai tre nomi delle Ferriere FIAT che vi sorgevano sopra), Michelin (in onore dell’azienda di pneumatici francese) e Mortara, quella dell'ingresso B. In ognuna di queste zone convive armoniosamente natura e preesistenza industriale conservata e reinventata dal progetto di Latz. È la tettoia dell’Area Vitali a rubare la scena. Lo stabilimento Vitali ospitava la più grande delle acciaierie del complesso della FIAT, nella quale erano prodotti i lingotti destinati alla produzione di lamiere e tubi. La tettoia conservata corrisponde al più piccolo dei due capannoni che componevano l’acciaieria, quello dello strippaggio. Era in questa parte di fabbrica che venivano estratti i lingotti d’acciaio dallo stampo con un pistone idraulico che colpiva la lingottiera a intervalli regolari. Il rumore secco e sintetico del pistone rievoca quello industriale che ispirò i padri della techno nella Detroit a cavallo tra gli anni settanta e ottanta. Detroit e Torino sono due motor city che si assomigliano molto nel cuore e nell'anima.

“Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare! Che vi condizionano, vi trattano come bestie! Non vi consegnate a questa gente senza un’anima! Uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore! Voi non siete macchine, non siete bestie, siete uomini! Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore! Voi non odiate, coloro che odiano sono quelli che non hanno l’amore altrui!”, dicevamo. **Luciano è soltanto una delle stelle nel cartellone di un festival house e techno molto più vicino ad un happening che ad una festa danzante. Il Kappa FuturFestival è partito anni fa in sordina e tra lo scetticismo generale. Oggi è uno dei *place to be. ***Sabato sera è apparso addirittura in console, a fianco del dj Joseph Capriati, idolo napoletano, il sindaco Appendino. Osservare da vicino la collaborazione tra musica elettronica ed istituzioni fa sempre bene allo spirito, a prescindere dall’appartenenza politica. Complicità attiva già all’ingresso dove severi controlli con metal detector e cani antidroga vigilano minuziosamente sui giovani provenienti da tutta Italia e non solo. Il botteghino ha registrato 89 passaporti differenti tra i quali Honduras, Qatar e Arabia Saudita. La presenza di un paio di migliaia di britannici non è passata inosservata. Soprattutto sabato pomeriggio quando Maguire e Dele Alli sono diventati popolari quasi quanto Kölsch, Amelie Lens, Richy Ahmed e Andrea Oliva che si esibivano alla stessa ora del quarto di finale vinto dagli inglesi 2 a 0 contro la Svezia di Adam Beyer e Eric Prydz. Con la differenza che la Samara Arena non sarebbe stata in grado di accogliere le quasi 50 mila presenze in due giorni del festival torinese. Lo stadio russo si ferma a 44.918.

La maratona giornaliera a base di house e techno ha infiammato Torino per 24 ore con il meglio della proposta possibile in termini di riscontro commerciale. Gli oltre 50 artisti in line up rappresentano la faccia più spendibile di una scena, non più underground, che oggi riesce a raggiunge una massa impensabile. C'è stato addirittura bisogno di aggiungere uno stage per ampliare l'offerta e il futuro porta in quella direzione. C'è a chi piace, a chi no. Il dibattito è acceso e aperto. The Martinez Brothers, Solomun, DJ Tennis, Peggy Gou, Jackmaster, Jamie Jones, Seth Troxler, Fatboy Slim, Marco Faraone, Ilario Alicante, Rødhad, Ralf… Facciamo che chi vince i Mondiali gioca contro la squadra del computer. Come nei videogame. In inglese "play" significa sia "suonare" che "giocare". Solo che qui al Kappa FuturFestival di Torino è tutto vero. La techno è qui per restare. E se già avete un po' di nostalgia i biglietti per il Movement (fratello invernale di Kappa) sono già in vendita...