Ajax, fame di titoli. Ma c'è il Ramadan

Con l’inizio del Ramadan, due titolari non mangiano dall’alba al tramonto. “Tutto sotto controllo”, dicono. ma ricordate Muntari?
Juventus v Ajax  UEFA Champions League
Soccrates Images

L’Ajax cerca la finale di Champions League ospitando il Tottenham in un match nel quale si presenta col ruolo di favorita grazie al risultato dell’andata (0-1 per i lancieri grazie al gol di van de Beek). Ma per il tecnico Erik Ten Hag, c’è una difficoltà in più da superare per staccare il pass e guadagnarsi la chance di salire sul tetto d’Europa, il Ramadan.

Hakim Ziyech,

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Già, perché dalla sera del 5 maggio è iniziato il mese in cui i musulmani praticano il digiuno in commemorazione della prima rivelazione del Corano a Maometto. Durante questo periodo, dall’alba al tramonto non si possono ingerire cibi e bevande, un bel problema per chi deve affrontare sforzi fisici importanti praticando un’attività agonistica di altissimo livello. Ed è ciò che sta accadendo anche tra le fila dei lancieri, dove ben due titolari della squadra hanno dichiarato di aderire al diktat religioso. I giocatori sono Hakim Ziyech, punta dall’ottimo guizzo e dal tiro micidiale in passato accostata anche alla Roma e Noussair Mazraoui, centrocampista nato e cresciuto calcisticamente nel club di Amsterdam. Entrambi sono marocchini e musulmani praticanti, quindi a stomaco vuoto anche durante glia allenamenti e fino a dopo l’inizio dell’importantissimo match. Il giorno della gara, infatti, il sole tramonterà ben 18 minuti dopo il fischio d’avvio dell’arbitro tedesco Filix Brych. Solo allora i due potranno avvicinarsi alla panchina e farsi passare una boccetta d’acqua o una barretta energetica.

Noussair Mazraoui,

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L’OK DEL TECNICO
“Sono tranquillo – le parole di Erik Ten Hag – i due ragazzi sanno quello che fanno e non sono io la persona che gli dirà di contravvenire ad una loro scelta religiosa”.

IL CASO MUNTARI
Nonostante le rassicurazioni dell’allenatore, i tifosi dell’Ajax non sono così tranquilli. E a dare uno sguardo al passato non hanno tutti i torti. Basta ricordare ciò che accadde all’Inter nell’incredibile stagione del triplete (era il 2009), quando poco dopo la mezzora di gioco del match tra i nerazzurri e il Bari, l’allora mister interista José Mourinho fu costretto a sostituire Sulley Muntari. Il centrocampista ghanese, che tra le sue qualità migliori ha la forza fisica, non si reggeva in piedi proprio a causa del digiuno “Non beve e non mangia, è troppo debilitato per giocare. Ci ho provato, ma avete visto tutti le sue condizioni”, spiegò lo Special One in sala stampa al termine della partita.

LA DISPENSA “MONDIALE”“Avete sentito la temperatura li fuori? Mi volete morto?”. Con queste parole il centrocampista della Costa d’Avorio (e all’epoca del Manchester City) Yaya Touré rispondeva ai giornalisti che gli domandavano se avrebbe digiunato. Era il 2014 e stava per iniziare il Campionato del Mondo di calcio in Brasile. A correre in soccorso di Touré e degli altri calciatori musulmani praticanti fu Muhammad Sharif Qaher, esponente del Supremo Consiglio Islamco, che emise una fatwa per liberare gli atleti della Nazionale dal vincolo del digiuno.

LA SOLUZIONE DI LOTITO
Lo scorso anno creò scalpore e diverse polemiche la dichiarazione del patron della Lazio Claudio Lotito in merito al rapporto tra i calciatori e la fede. “Rispetto la libertà religiosa e i comportamenti con cui si esprime – disse – ma cerco di prevenire cose che possono ritardare la preparazione o lo svolgimento delle gare. Come? Non acquisto calciatori con questo problema!”.