Kaladze, Weah, Shevchenko, i calciatori che amano la politica

Appesi gli scarpini al chiodo scendono di nuovo in campo. Ma per governare
Kaladze Weah Shevchenko i calciatori che amano la politica
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Dopo vent’anni a correre in difesa, Kakha Kaladze ha deciso di passare all’attacco, ma non in campo, in politica. Così, smessi pantaloncini e maglietta, l’ex-milanista georgiano ha indossato giacca e cravatta e si è presentato al suo popolo nella nuova veste di uomo delle Istituzioni. Una discesa in campo (questa volta, non per dare calci a un pallone) apprezzatissima dai suoi concittadini che lo hanno ora eletto sindaco della capitale della Georgia, Tblisi.

L’impresa extra-sportiva del campione rossonero non è un caso isolato, anzi. Negli anni sono stati molti i giocatori che, appesi gli scarpini al chiodo, hanno deciso di intraprendere la carriera politica. In Liberia è ormai a un passo dal diventare presidente della Nazione George Weah, altro fenomeno milanista. Il ballottaggio con il vicepresidente uscente Joseph Nyuma è in programma il prossimo 7 novembre e l’attaccante tutto grinta e fisicità ci arriva con i favori del pronostico, avendo ottenuto al primo turno il 38.4% dei consensi contro il 28.8% andati al suo rivale.

Anche un’altra bandiera del Diavolo si sta battendo per poter amministrare le sorti del suo paese. Stiamo parlando di Andriy Shevchenko, che in Ucraina ha fondato addirittura un proprio movimento politico denominato “Ukraine-Forward”.

Un ex-giocatore che è diventato sindaco è il messicano Cuauhtemoc Blanco, attualmente primo cittadino di Cuervanaca. Chi invece ci ha provato restando però “in panchina” è l’ex-attaccante interista Julio Cruz. Per lui solo delusione dopo la candidatura per la città di Lomas de Zamora. E vi ricordate del turco Akan Sukur, in Italia con le maglie di Torino, Inter e Parma? Oggi è un parlamentare della sua nazione.

Anche il Brasile ha i suoi giocatori-politici. Bebeto è diventato un deputato regionale, Romario dopo aver corso per la carica di sindaco di Rio de Janeiro ora è uno degli esponenti più importanti del neonato partito brasiliano Podemos (che si ispira al più noto omonimo spagnolo). Come dimenticare poi Pelé? Il più grande di tutti ha ricoperto per anni l’incarico di Ministro dello Sport.

E in Italia? Ci hanno provato in tanti. Gianni Rivera (un altro milanista!) è stato eletto nel 1987 alla Camera dei Deputati, dove si è poi confermato per le due legislature successive. Marco Tardelli si è presentato alle elezioni del Parlamento Europeo nelle fila del PD, mentre l’ex-juventino Massimo Mauro nel 1996 è stato eletto alla Camera dei Deputati per la regione Calabria. Oltre a loro, molti altri. Da Giuseppe Giannini a Carlo Nervo, passando per Beppe Savoldi e Francesco Graziani. Dallo spogliatoio allo spoglio (delle schede) quindi, spesso con l’appoggio dei tifosi.