Agrigento

“Kerkent”, gli affari di droga di Cosa nostra e Stidda nell’agrigentino

Rapporti con diversi uomini d’onore o contigui a Cosa Nostra di diversi paesei della provincia. E’ questo lo spaccato che emerge dalle carte degli investigatori e che vedono quale figura centrale Antonio Massimino, il 52enne presunto boss di Villaseta arrestato, insieme ad altre 33 persone, nell’operazione di lunedì scorso scaturita dall’inchiesta denominata “Kerkent”. «È altresì […]

Pubblicato 5 anni fa

Rapporti con diversi uomini d’onore o contigui a Cosa Nostra di diversi paesei della provincia. E’ questo lo spaccato che emerge dalle carte degli investigatori e che vedono quale figura centrale Antonio Massimino, il 52enne presunto boss di Villaseta arrestato, insieme ad altre 33 persone, nell’operazione di lunedì scorso scaturita dall’inchiesta denominata “Kerkent”.

«È altresì emerso che il gruppo criminale capeggiato dallo stesso Massimino – si legge nell’informativa firmata Dia – ha intrattenuto rapporti illeciti, perlopiù riguardanti la compravendita di sostanze stupefacenti, con altri soggetti dei centri viciniori quali: Giuseppe Blando di Favara; Gaetano, Carmelo e Gioacchino Pace, di Palma di Montechiaro (fratelli di Rosario); Salvatore Sicilia di Favara, fratello dei più noti pregiudicati per mafia Ignazio e Giuseppe Sicilia, cugini dei Massimino; Valentino Messina di Porto Empedocle, fratello dell’ex superlatitante Gerlandino, Francesco Luparello di Realmonte, e Angelo Cardella di Porto Empedocle, entrambi ritenuti appartenenti alla famiglia mafiosa di Porto Empedocle. I predetti soggetti sono considerati intranei o contigui alle cosche mafiose della provincia di Agrigento, e la loro comparsa nell’indagine ha fatto comprendere e finito per dare conferma di come gli affari illeciti condotti da Cosa Nostra e Stidda, siano oggi indirizzati verso la gestione del lucroso mercato degli stupefacenti”.

Intanto emerge anche un altro elemento importante. Le ordinanze che sarebbero state richieste dai magistrati della Direzione investigativa antimafia di Palermo sarebbero state 70, di questi, però, come è noto, solo 34 hanno avuto accoglimento.

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