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Politica

Forza Italia, malumori dopo le elezioni dei presidenti delle camere. Tensione sui capigruppo

Max Rossi / Reuters
Max Rossi / Reuters 

Sciolto il nodo delle presidenze delle Camere con il ticket Fico-Casellati, si apre la partita dei capigruppo per Forza Italia. Come riporta l'agenzia di stampa AdnKronos, il d-day è martedì prossimo, quando è prevista l'elezione dei presidenti dei gruppi di tutte le forze politiche. Fino ad allora si scatenerà il toto nomine, che vede in pole position una 'soluzione in rosa', gradita a Silvio Berlusconi, con il ticket Anna Maria Bernini al Senato e Maria Stella Gelmini alla Camera.

Sull'onda dell'elezione di Elisabetta Alberti Casellati allo scranno più alto di palazzo Madama, infatti, raccontano fonti azzurre sempre riportate dall'AdnKronos, il Cav vorrebbe puntare alle donne pure per la guida dei suoi gruppi. Secondo i boatos, Mara Carfagna resta tra le più accreditate per il posto di vicepresidente della Camera in quota azzurra. Da riempire anche la casella di questore spettante a Fi: dovrebbe essere confermato l'uscente, Gregorio Fontana, responsabile organizzativo del partito, che può contare su un sostegno bipartisan.

I maldipancia sui presidenti delle camere sono cresciuti nelle ultime settimane, tant'è che si è parlato anche di una 'raccolta di firme' ad hoc poi rientrata per non 'disturbare' le trattative per il rinnovo delle presidenze del Parlamento. Caduto quest'ultimo 'ostacolo', secondo voci sempre più insistenti, per dare un segnale di cambiamento al partito Berlusconi potrebbe mettere ai voti il cambio dei capigruppo, senza aspettare le consultazioni al Colle per la formazione del nuovo governo.

Per capire cosa sta succedendo nel 'corpaccione' di Fi bisogna riavvolgere il nastro. E ricordare che alla prima riunione dei 'neo eletti', qualche giorno prima dell'insediamento del Parlamento, Berlusconi per la prima volta ha aperto alla possibilità di sostituire i capigruppo con una votazione "visto le richieste arrivate da più parti", precisando però che in questa "delicata fase istituzionale" la gestione del partito in Aula sarà affidata alla "esperienza" dei presidenti uscenti, Romani e Brunetta.

Intanto, Brunetta decide di sfilarsi chiamandosi fuori con un post via twitter: "Vorrei tranquillizzare i tanti o pochi malpancisti del mio gruppo, che puntano a prendere il mio posto di presidente dei deputati di Forza Italia: non ho alcuna intenzione di fare per altri 5 anni un mestiere così difficile, logorante e, per certi versi, pericoloso non servono le firme, state sereni".

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