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Politica

Strappo M5s-Pd sulle nomine parlamentari. I dem ottengono una vicepresidenza al Senato ma M5s gli nega il questore

Mimmo Chianura / AGF
Mimmo Chianura / AGF 

Poco dopo mezzogiorno Danilo Toninelli diffonde una nota che sa di dichiarazione di guerra: "Noi abbiamo i numeri per votare due vicepresidenti, quattro segretari e un questore". Il capogruppo M5S al Senato nei fatti minaccia di lasciare a bocca asciutta il Pd, nonostante la promessa fatta nei giorni scorsi di dare alle opposizioni il "giusto spazio". In pratica M5s, nonostante abbia già la presidenza di Montecitorio, rivendica per sé due vicepresidenti al Senato. In realtà l'obiettivo finale dei grillini, in questo gioco di strategia in cui i 5 Stelle hanno alzato la posta, è eleggere Paola Taverna vicepresidente, dare ai dem una vicepresidenza con l'orlandiana Anna Rossomando e in cambio avere dal Pd i voti per Laura Bottici, affinché diventi questore anziano, prima degli eletti quindi con più poteri nell'amministrazione di Palazzo Madama. I senatori pentastellati non scrivono nella scheda il secondo nome per la vicepresidenza, così da spianare la strada al Pd, e quelli dem dal canto loro avrebbero dovuto votare Bottici. Il meccanismo però si inceppa e il capogruppo Andrea Marcucci avverte: "Non accettiamo ricatti". Bottici infatti, senza i voti del Pd, non ce la fa a diventare questore anziano. Lo strappo è avvenuto e giovedì alla Camera sarà ancora più forte.

Il risultato finale è il seguente. I vicepresidenti del Senato sono Roberto Calderoli (Lega) con 164 voti, Ignazio La Russa di Fratelli d'Italia con 119, Paola Taverna di M5s con 105 e Anna Rossomando del Pd con 63. Il Pd resta senza questori e senza segretario d'Aula. I 3 questori: sono Antonio De Poli (FI) con 165, Paolo Arrigoni (Lega) con 130 e Laura Bottici (M5s) con 115. Gianni Pittella si ferma a 59 voti e non ce la fa. Per quanto riguarda i senatori segretari, invece, 4 vanno al centrodestra e altrettanti al Movimento 5 Stelle: Paolo Tosato (Lega), Francesco Maria Giro (Forza Italia), Tiziana Nisini (Lega), Vincenzo Carbone (Forza Italia), Gianluca Castaldi (M5S), Michela Montevecchi (M5S), Sergio Puglia (M5S) e Giuseppe Pisani (M5S). Nel complesso 8 componenti dell'ufficio di presidenza del Senato sono del centrodestra più il presidente, 6 del Movimento 5 Stelle e 1 del Pd.

Riavvolgendo il nastro, la mattinata è stata lunga e densa di trattative. Il Pd quando capisce di non avere i voti per eleggere un suo vicepresidente perché M5s si è tirato indietro si ribella: "Continuando così sarà guerra totale, altroché dialogo". Matteo Salvini arrivando a Palazzo Madama prova a mediare: "Il Pd può restare fuori? Spero di no. Più disponibili di noi non c'è nessuno. Ci siamo comportati come la sinistra non ha fatto 5 anni fa. Spero tutti facciano così".

Un'ora e mezza prima dell'inizio delle votazioni i capigruppo M5s si incontrano con quelli del Pd. Il clima è decisamente pessimo: "Abbiamo offerto loro due vicepresidenze, una alla Camera e una al Senato - spiegano fonti grilline - in tutta risposta ci hanno detto che volevano anche due questori, un atteggiamento di chiusura e supremazia che fa male al dialogo". Quindi ecco cosa propone M5s: "In ogni caso noi seguiremo la strada della responsabilità, daremo comunque una vicepresidenza al Pd ma ci aspettiamo che il Pd voti un nostro senatore questore". Quest'ultimo passaggio non avviene ed ecco lo strappo.

Nel mezzo delle trattative ci sono anche le cariche della Camera. I 5 Stelle si sono resi conto che, senza il vicepresidente a Montecitorio, non hanno i numeri per portare a termine la battaglia sui vitalizi. Ed ecco quindi che si ripeterà lo stesso schema ma il Pd potrebbe anche andar peggio e questa volta non avere neanche la vicepresidenza. M5s dirà che ha i numeri per eleggere da solo un vicepresidente. Inizieranno così le trattative. Alla Camera si voterà giovedì, ma se non c'è un accordo, il presidente Roberto Fico ha già detto che si tornerà in Aula martedì.

Forza Italia, che ha rinunciato alla poltrona del Senato avendone la presidenza, punta su Mara Carfagna a Montecitorio, la Lega su Raffaele Volpi e Fratelli d'Italia su Guido Crosetto. Resta anche qui lo scontro Pd-M5s. I grillini insisteranno per avere la vicepresidenza, malgrado la promessa di rinunciarvi avendo ottenuto la presidenza. Quindi proporranno Marta Grande. Il Pd rivendicherà per sé l'incarico proponendo Ettore Rosato, che però i grillini considerano troppo renziano e anche per questo pongono un veto. Si ragiona sull'ipotesi di un altro nome, meno vicino all'ex segretario Renzi e che possa essere un punto di caduta per un accordo M5s-Pd. Anche in questo caso i grillini chiederanno i voti su un questore affinché sia il più votato. Tuttavia il Pd ha già fatto sapere che, anche questa volta, non cederà al "ricatto". Il solco tra M5s e dem si allarga.

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