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Vuoi entrare negli Usa? Fammi prima controllare Facebook e Twitter. La proposta di Trump

Yuri Gripas / Reuters
Yuri Gripas / Reuters 

Donald Trump intende cominciare a raccogliere la cronologia dei social network di chi presenta richiesta per ottenere un visto di ingresso negli Stati Uniti. La proposta, che giunge dal dipartimento di Stato, secondo quanto riporta la Bbc, richiederebbe a chi richieda un visto di fornire dettagli relativi ai suoi account Facebook e Twitter.

La misura interesserebbe circa 14,7 milioni di persone ogni anno e mira a identificare e controllare chi aspira sia a visti per immigrati sia per non immigrati. La proposta è al vaglio dell'Ufficio Usa di gestione e budget, ma i gruppi per la tutela delle libertà civili contestano un'invasione della privacy che danneggerebbe la libertà di espressione. Gli utenti, sottolineano, si limiterebbero nell'espressione online per il timore di essere fraintesi dal governo Usa al momento dell'ottenimento del visto.

Chi presenta la domanda di visto dovrebbe fornire tutte le identità utilizzate sui social network negli ultimi cinque anni. Sempre secondo la Bbc, verrebbe richiesto di fornire sia i numeri di telefono, che gli indirizzi e-mail e la cronologia di viaggio degli ultimi cinque anni, e ogni richiedente visto dovrebbe indicare se sia mai stato rimpatriato da un Paese o se suoi parenti siano mai stati coinvolti in attività terroristiche. La misura coprirebbe 20 piattaforme online, riporta il New York Times (Nyt), da Facebook a Flickr da Google+ a Instagram, da LinkedIn a Myspace, da Pinterest a Reddit, da Tumblr a Twitter, ma anche il sito di microblogging cinese Sina Weibo o il social network russo VK.

La proposta non colpirebbe i cittadini di Paesi ai quali gli Usa garantiscono uno status 'visa-free', ma i cittadini di Paesi non esenti come India, Cina e Messico potrebbero avere problemi in caso di viaggi negli Usa per lavoro o vacanza.

"Raccogliendo queste informazioni aggiuntive rafforzeremo il nostro procedimento per controllare questi richiedenti e confermare la loro identità", ha fatto sapere il dipartimento di Stato, citato sempre dal New York Times. In base alle regole lanciate a maggio scorso, le autorità devono verificare gli pseudonimi utilizzati sui social network solo se ritengono che questa informazione sia necessaria per confermare l'identità o condurre controlli più rigorosi per la sicurezza nazionale, ricorda la Bbc.

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