Scegli di capire.

Gedi Smile Abbonati
Inserti
Ancora su HuffPost
Guest
Tutte le sezioni

GEDI Digital S.r.l. - Via Ernesto Lugaro 15, 10126 Torino - Partita IVA 06979891006

Politica

A un mese dalle elezioni, il primo giorno di consultazioni da Mattarella: il presidente ascolta e prepara un secondo giro

NurPhoto via Getty Images
NurPhoto via Getty Images 

Aspettative basse o nulle. A un mese esatto dal voto delle politiche, Sergio Mattarella comincia il suo giro di consultazioni per tentare di sciogliere la matassa che blocca la formazione di un governo. Ascolto, è la parola d'ordine del presidente della Repubblica che oggi ha cominciato la sua perlustrazione dai presidenti di Senato e Camera, Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, e nel pomeriggio il gruppo Misto di Montecitorio e Palazzo Madama, il gruppo delle Autonomie del Senato, le delegazioni di Fratelli d'Italia di entrambe le Camere. Domani si entra nel vivo con Pd, Forza Italia, Lega e Cinquestelle. Ma sembrerebbe proprio che nulla si sbloccherà per almeno altre due settimane o anche più. "Secondo me è possibile che ci sia un secondo giro di consultazioni", dice Casellati a Matrix.

Perché se è vera l'apertura di Luigi Di Maio nei confronti del Pd (oltre a quella alternativa verso Salvini), è vero pure che almeno fino all'assemblea nazionale dei Democratici, convocata oggi per il 21 aprile, i Dem non potranno cambiare posizione. Domani infatti saliranno al Colle alle 10 per confermare a Mattarella la loro scelta di lasciare che centrodestra e Movimento cinquestelle risolvano il rebus sul nuovo esecutivo. E prima di andare dal capo dello Stato, la delegazione Dem formata dai due capigruppo Delrio e Marcucci, dal reggente Martina e il presidente Orfini, farà il punto in un incontro a 4 al Nazareno. La linea è di opposizione. Fino a nuovo ordine. Nel senso che nessuno sa ora quale scenario prevarrà il 21 aprile.

L'assemblea Dem dovrebbe confermare la guida di Martina, eleggendolo segretario. Anche Matteo Renzi per ora se n'è convinto, perché i nomi alternativi che aveva valutato sono indisponibili, da Lorenzo Guerini a Graziano Delrio. Mentre Matteo Richetti verrebbe considerato troppo 'renziano' dalla parte del Pd più lontana dall'ex segretario. Ad ogni modo, ad assemblea fatta, si vedrà. Va detto però che il sostegno di Renzi a Martina è condizionato al fatto che la linea non cambi: "il Pd resti all'opposizione", ripete l'ex segretario ai suoi.

Certo sarà più facile mantenere questa linea se nel frattempo Lega e M5s avranno trovato un accordo di governo. In caso contrario, se ci si troverà di fronte ad un'ipotesi di un governo di tutti, avallata dal presidente della Repubblica, anche i Dem dovranno aprire una discussione al loro interno: all'assemblea nazionale la parte 'dialogante' del Pd conta di arrivarci con una discussione già aperta. E' il motivo per cui Dario Franceschini ha dato fuoco alle polveri già giovedì scorso nell'assemblea di gruppo alla Camera. La parte renziana ancora resiste invece.

Ad ogni modo: il tutto è incredibile. Malgrado sia uscito sconfitto dal voto del 4 marzo, il Pd continua a esercitare un ruolo non marginale nel dibattito. L'apertura di Di Maio, proprio alla vigilia del primo round di consultazioni al Quirinale, fa emergere scampoli di scontro interno che fatica a restare sotto traccia.

"Il dialogo c'è per alcuni di noi ed è noto. Ma noi siamo un partito e bisogna consumare alcuni passaggi e credo che Di Maio sapesse già che non sarebbe arrivata nessuna risposta dal Pd, perché in questo momento dobbiamo fare un'assemblea, seria, e forse dolorosa", dice Francesco Boccia, deputato dell'area di minoranza di Emiliano, l'unica ad aver aperto da subito al dibattito con il M5s. Tra l'altro Boccia è il candidato Dem alla presidenza della commissione speciale della Camera sul Def: si vota la prossima settimana, il Senato invece ha eletto oggi il pentastellato Crimi, un passaggio che invece per i renziani testimonia ancora una volta quanto sia impossibile il dialogo con Di Maio.

Ecco la furia del capogruppo Dem Marcucci, per dire: "Anche oggi il M5s e il centrodestra, in un delirio di onnipotenza, si accaparrano e spartiscono gli incarichi all'interno della Commissione speciale, impedendo alle minoranze, e in questo caso al Pd, di acquisire un vicepresidente, contravvenendo ad una consolidata prassi parlamentare. Siamo di fronte all'ennesimo vergognoso episodio che testimonia una concezione proprietaria delle istituzioni e del Parlamento che ci preoccupa e indigna. Complimenti vivissimi a M5S e centrodestra per la loro idea di democrazia!".

Intanto al Quirinale Mattarella prende nota delle varie posizioni. Oggi poi sono state alquanto variegate, confermandogli che la situazione è alquanto difficoltosa: anche se oggi si è trattato di gruppi minori e non quindi di un campione significativo.

Il gruppo Misto della Camera conta 36 deputati. Al Colle si sono presentati in 6: il presidente del gruppo Federico Fornaro di Leu, il capo delegazione di Leu Guglielmo Epifani, Manfred Schullian per le minoranze linguistiche, Maurizio Lupi per 'Noi con l'Italia', Beatrice Lorenzin per 'Civica popolare', Alessandro Fusacchia per '+Europa'. Al Senato sono in 12 e si sono presentati da Mattarella in 4: la presidente del gruppo Loredana De Petris, Riccardo Nencini per i Socialisti, Pietro Grasso per Leu, Emma Bonino per '+Europa'. Ognuno con un'idea di governo diversa. Per Leu è no ad accordi con il centrodestra, sì con le forze progressiste, dal M5s al Pd, in base ai programmi. "Per il resto ci affidiamo alla saggezza di Mattarella", dice De Petris. Per Bonino "chi ha vinto ora ha l'onere di governare e sfumare programmi bizzarri...". E poi il gruppo delle Autonomie: 8 senatori, si è costituito solo al Senato.

È presto per qualsiasi ipotesi. "Siamo all'opposizione, prematuro parlare d'altro", dice Lorenzin nella Loggia d'onore dove è allestita la sala stampa per le consultazioni al Quirinale. Anche la seconda giornata di consultazioni domani potrebbe scivolare via senza particolari novità. Probabile che Mattarella si prenda il weekend per riflettere. Il secondo giro di consultazioni potrebbe aver luogo già la prossima settimana.

I commenti dei lettori
Suggerisci una correzione