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Economia

I 5 Stelle contro il governo sul futuro di Saipem: "Non rinnovi i vertici in solitaria"

ANSA
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Il warning era stato lanciato già una settimana fa: la partita delle nomine pubbliche non si gioca senza i 5 Stelle. E ora che la partita sta per iniziare, con le prime mosse su Saipem, l'altolà dei grillini al governo uscente si fa ancora più perentorio. Il deputato Stefano Buffagni illustra la linea su Facebook: "Saipem è un'azienda con un potenziale mostruoso, con ingegneri e cervelli che ci invidia il mondo, che negli ultimi anni è stata protagonista di scandali tra Consob e Corte dei Conti e che avrebbe chiuso il 2017 con una perdita di 328 milioni di euro. Rinnovare, in solitaria, chi ha reso l'azienda protagonista di queste vicende ancora da chiarire è un segnale negativo e non condiviso che costituisce un precedente negativo".

Quello dei 5 Stelle è un messaggio chiarissimo e soprattutto puntuale, lanciato alla vigilia di un appuntamento importante: la riunione dei consigli d'amministrazione di Eni e Cdp. Le due società, insieme, possiedono il 43,09% delle azioni della società di infrastrutture petrolifere. Sono loro a dettare legge, ma a loro volta ricevono l'input da chi, a sua volta, le controlla, cioè il Tesoro. Risalendo indietro nella scala di questi incastri si capisce perché domani sarà una giornata fondamentale per il governo, che vuole blindare le nomine.

Saranno due cda convocati in via straordinaria e, secondo quanto riferito a Huffpost da fonti vicine al dossier, si svolgeranno in contemporanea proprio per tirare giù la lista, con nove nomi, da presentare all'assemblea del 5 maggio. I tempi sono stretti perché la scadenza delle presentazione delle liste è fissata 25 giorni prima dell'assemblea, quindi l'11 aprile, e l'esecutivo non ha dato alcun segnale di voler spostare l'assemblea in avanti. Tutt'altro. Ecco perché l'allerta è massima in casa 5 Stelle.

Nel mirino dei pentastellati ci sono le mosse del governo intorno alla carica del presidente: in pole c'è Francesco Caio, ex amministratore delegato di Poste italiane che fu scelto per questo ruolo dal Pd nel 2014. L'attuale ad di Saipem, Stefano Cao, dovrebbe invece essere riconfermato. Le mosse non piacciono ai 5 Stelle. Buffagni, sempre nel suo post, spiega perché: "Alla Presidenza è destinato un manager ingombrante per un'azienda che ha necessità di un rilancio e che si troverebbe in grosse difficoltà di governance con a quel punto due amministratori delegati al netto delle reali deleghe e non un Ad ed un Presidente. A pagarne il conto sarebbero un altra volta i cittadini e le nostre aziende di stato, volano per un rilancio industriale italiano da realizzare sotto una regia unica di sistema e non lasciata alle spartizioni di breve periodo".

C'è chi prova a blindare, chi al contrario vuole scardinare tutto. Il rebus del governo è ancora tutto da risolvere, ma la partita delle nomine ha tempi molto differenti e non aspetta.

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