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Politica

I leghisti continuano a chiedere un passo indietro di Di Maio

Casellati: "Assumo l'incarico con lo stesso spirito di servizio con cui ho assunto quello di presidente del Senato"

Di Maio dice a Salvini che deve decidere entro "questa settimana" se vuole dare vita a un governo M5S-Lega senza Berlusconi. I leghisti, dal canto loro, chiedono un passo indietro al Movimento 5 Stelle e Di Maio. Le consultazioni avviate dalla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che ha ricevuto un mandato esplorativo dal capo dello Stato Sergio Mattarella, non sciolgono le diffidenze reciproche tra il Carroccio e i 5 Stelle. Forza Italia, dal canto suo, sottolinea con Berlusconi: "Mai posti veti sul Movimento 5 Stelle". Probabile che domani, come riferito dal Cavaliere, Casellati faccia un altro giro di consultazioni.

Da Catania, Salvini ha ribadito la fedeltà a Forza Italia: "Vogliamo un governo che rispecchi il voto degli italiani. L'unico governo che può rispecchiare questo voto e il centrodestra-Cinque stelle. Io sono leale nei confronti non dei partiti, ma degli elettori. Mi sembra strano questo atteggiamento dei secondi arrivati, che pretendono di dettare le regole ai primi arrivati".

"Se questi veti cadessero nelle prossimi ore anche" si potrà andare verso la formazione del governo già "all'inizio della settimana prossima", ha detto il capogruppo della Lega, Giancarlo Giorgetti, dopo l'incontro con la presidente del Senato a palazzo Giustiniani. Poco prima Di Maio, al termine dell'incontro con la seconda carica dello Stato, aveva detto: "Il centrodestra è un artifizio elettorale. Si presenta diviso anche a queste consultazioni e quello che dovrebbe essere il leader nemmeno ci viene", riferendosi all'assenza di Matteo Salvini alle consultazioni.

Berlusconi, al termine delle consultazioni, ha difeso la coalizione del centrodestra: "Di Maio ha tacciato la coalizione di centrodestra di essere artificiale. È lontano dalla realtà". Poi un messaggio importante: "Da parte nostra - ha sottolineato il Cav - non sono mai stati messi veti nei confronti di nessuno, i veti sono arrivati a noi dai 5 Stelle. Forza Italia e il presidente di Forza Italia non ha mai posto veti all'alleanza tra il centrodestra e i 5 Stelle".

"Noi siamo disponibili a dialogare con altri, ma non prescindiamo dalla guida del governo a un esponente del centrodestra. Quasi la metà dei nostri parlamentari sono stati eletti in collegi uninominali, cioè con il contributo di tutti e tre i partiti: per noi dire che qualcuno va al governo e qualcuno no significa tradire gli elettori", ha detto la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.

Duro affondo della Meloni contro il governo-'ammucchiata': "Non comprendo cosa si intenda per governo-ammucchiata. Quando si rispetta la volontà popolare si fa una cosa molto bella. Le ammucchiate si fanno quando si vuole prendere chi è arrivato secondo, con chi è arrivato terzo, e con chi è arrivato sesto e provare a fare un governo. Che è quello che propone oggi il Movimento Cinque Stelle".

Un mandato esplorativo mirato e con tempi stretti. È quello affidato da Mattarella alla presidente del Senato. Il capo dello Stato ha affidato a Casellati il "compito di verificare l'esistenza di una maggioranza parlamentare fra i partiti della coalizione del centrodestra e il M5S e di un'indicazione condivisa per il conferimento dell'incarico del presidente del Consiglio per costituire il governo", ha dichiarato il segretario generale della presidenza della Repubblica Ugo Zampetti al Quirinale. Il capo dello Stato chiesto a Casellati di "riferire entro la giornata di venerdì".

"Ho ringraziato per la fiducia accordatami il presidente Mattarella, che terrò costantemente aggiornato", ha detto Casellati. "Intendo svolgere questo incarico con lo stesso spirito di servizio che ha animato in queste settimane il mio ruolo di presidente del Senato. Sarete informati del calendario degli incontri che avverranno in tempi molto rapidi", ha aggiunto la seconda carica dello Stato.

Come primo passo, Casellati è andata a colloquio con il presidente della Camera Roberto Fico nel suo studio a Montecitorio. I due si sono intrattenuti per circa mezz'ora. Poi via a Palazzo Chigi, dove ha incontrato il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

La Presidente del Senato ha iniziato nel pomeriggio gli incontri con i partiti, come da mandato esplorativo conferitole dal Capo dello Stato. Il calendario: 16.30, Movimento Cinque Stelle; 17.30, Lega; 18.30, Forza Italia; 19.30, Fratelli d'Italia.

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La dichiarazione del segretario generale della Presidenza della Repubblica Zampetti

Il 'benvenuto' dei Cinque Stelle è arrivato quando l'incarico non era ancora ufficiale. "Alla Casellati diremo le stesse cose che abbiamo detto a Mattarella. Il veto su Silvio Berlusconi resterà, perché rappresenta il non-cambiamento. Vogliamo dare una sferzata al modo di fare politica", mette in chiaro il senatore M5S Vito Crimi, ospite di Radio anch'io. "Ringraziamo il presidente Mattarella per questa occasione che sarà utile per fare chiarezza. L'Italia ha urgente bisogno di un governo del cambiamento e noi metteremo al centro dell'agenda i temi che il 4 marzo hanno portato 11 milioni a votarci", afferma il capogruppo M5S al Senato Danilo Toninelli.

Verso le 13 era stato lo stesso Luigi Di Maio a commentare l'incarico in un video su Facebook: "Voglio augurare buon lavoro alla presidente del Senato e ringraziare il presidente Mattarella per questa decisione. Questa per noi è un'occasione preziosa per fare chiarezza anche perché l'Italia non può più aspettare. Alla presidente del Senato esporremo le nostre posizioni e le nostre proposte coerentemente con quanto abbiamo già affermato negli ultimi giorni".

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Per la Lega "è positivo l'incarico alla presidente Casellati perché il perimetro di un governo di centrodestra-M5S è esattamente quello deciso dal popolo italiano. La Lega è pronta a governare anche oggi, basta che gli altri smettano di litigare", afferma una nota dell'ufficio stampa del Carroccio.

Per il segretario reggente del Partito democratico Maurizio Martina "con il mandato a Casellati di verificare le condizioni per una possibile maggioranza di governo tra centrodestra e M5S si pone fine alle ambiguità di questi 45 giorni. Altro che aspettare le elezioni regionali, ora è il momento della verità per chi dopo il 4 marzo ha pensato solo a tatticismi e personalismi".

L'arrivo di Casellati al Quirinale

A stretto giro la risposta di Forza Italia al veto sul Cavaliere. "Ancora non è stato neppure affidato dal presidente della Repubblica Mattarella l'incarico esplorativo alla presidente del Senato Alberti Casellati, che già il senatore Crimi pone un pre-veto contro il presidente Berlusconi. È non solo inaccettabile nei nostri confronti ma denota quanto scarsa sia la considerazione dei grillini verso le istituzioni".

Quanto all'ipotesi di un incarico a Roberto Fico, Crimi risponde: "Sta al presidente Mattarella scegliere, ma Fico o Casellati sono incarichi di tipo istituzionale, certamente non di tipo politico". Anche l'ipotesi di un nome terzo, avanzata ieri da Salvini, viene bocciata da M5S, che con Danilo Toninelli replicano: "È un'ipotesi che non sussiste. Il mandato esplorativo dato ai presidenti delle Camere è un incarico di natura istituzionale. Roberto Fico oggi è una figura istituzionale e se dovesse ricevere il mandato esplorativo lo farà con la funzione istituzionale, e non di partito, che quell'incarico necessita".

Toninelli esclude "categoricamente" l'ipotesi di un governo senza Di Maio premier: "Non perché vogliamo posizionare Luigi Di Maio - spiega - ma perché sono state 11 milioni di persone ad averlo scelto. Ci siamo presentati agli elettori con un programma netto, una squadra di governo e un candidato premier. Siamo stati votati anche per questo. Come facciamo a dire a queste persone che abbiamo cambiato idea, che scegliamo una figura terza che non è uno eletto, che è uno che non ha preso un voto? L'unico che garantisce l'attuazione del nostro programma e di un eventuale contratto di governo è Luigi Di Maio".

Toninelli chiama in causa il Pd: "Ci siamo rivolti alla Lega e al Pd perché si può fare una convergenza, però vogliamo che il Pd ci risponda". "Siamo noi - aggiunge - che abbiamo preso l'iniziativa già da settimane per un contratto di governo. Nel frattempo, un comitato scientifico creato da Di Maio di docenti universitari terzi, non nostri, sta facendo un'analisi sulle convergenze giuridiche dei programmi nostri con quello della Lega e del Pd, un lavoro preparatorio al contratto di governo".

All'esponente M5S risponde, per i dem, il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci: "Toninelli sa benissimo che il forno con il Pd è chiuso, anzi non è mai stato aperto". "Forse il M5S intende rinunciare al reddito di cittadinanza? - si chiede il parlamentare dem - Toninelli crede ancora che gli 80 euro e 18 app siano stati una mancetta? E sul Jobs act i 5 Stelle hanno cambiato idea?E infine, come mai il capogruppo 5 Stelle solo una settimana fa ha chiesto di non mettere all'ordine del giorno della Commissione speciale la riforma carceraria voluta da Gentiloni?". Secondo Marcucci "ora Di Maio e Toninelli devono smetterla con i balletti inconcludenti e cominciare a dire chiaramente alla presidente incaricata Casellati se sono in grado di formare un governo e una maggioranza con il centrodestra. Il Paese non può più aspettare i loro vecchi riti da Prima Repubblica".

A rallegrarsi per il mandato a Casellati è il deputato M5S Stefano Buffagni, fedelissimo di Di Maio, che osserva: "Mattarella fa il presidente della Repubblica... avessimo avuto lui l'altra volta forse sarebbe finita diversamente". "Casellati è la seconda carica dello Stato, ha messo d'accordo un vasto arco di forze politiche sulla sua elezione". Ad ogni modo, il mandato alla presidente del Senato "è una questione di timing per prendere tempo", rimarca Buffagni, ribadendo che la posizione del Movimento 5 Stelle su Forza Italia, per quanto riguarda la partita relativa alla formazione del governo, non cambia.

"Allargamento del reddito di inclusione, assegno universale per le famiglie con figli, salario minimo e riduzione degli oneri contributivi nelle buste paga. Le tre priorità per il Paese indicate ieri da Martina e che sottoporremo alla presidente incaricata Casellati, stanno da tempo nei nostri programmi e vanno portate avanti con forza", afferma il senatore Pd Dario Parrini, vicino all'ex segretario Matteo Renzi. "Il nostro programma è totalmente incompatibile - sottolinea il parlamentare dem- con sparate propagandistiche come il reddito di cittadinanza e l'abolizione della Fornero. Riaffermare le ragioni del riformismo contro quelle della demagogia è un dovere".

Per Giorgio Mulè, portavoce unico dei gruppi di Camera e Senato di Forza Italia, il tentativo della Casellati "verificherà ma maturità dei Cinque Stelle". "La presidente Casellati è stata votata anche da M5S come presidente del Senato quindi è stata riconosciuta come presidente di garanzia. Io penso che verificherà la maturità dei Cinque Stelle. E avrà capacità di rendere evidente politicamente che non si vuole fare un governo e che M5S sta facendo una corsa a recuperare poltrone". "Arrivare ai primi di maggio aiuterebbe", osserva il forzista. "Si andrà oltre le elezioni regionali. Se non dovesse riuscire c'è soltanto un altro incarico da esploratore, in questo caso al presidente della Camera, oppure un preincarico in base a quello che ha saputo mettere insieme il presidente Casellati. Ma io non voglio pensare a quelle formule strane, spurie 5 Stelle con Pd. Tradirebbe in pieno la volontà degli italiani. Tra l'altro avrebbero una maggioranza di pochi voti, non riuscendo a governare".

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