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Politica

Salvini e Di Maio filo interrotto. Salvini critica Di Maio, ma aggiunge: "Se smette di polemizzare, io sono pronto" (di G. Cerami)

Stefano Rellandini / Reuters
Stefano Rellandini / Reuters 

Il filo diretto via telefono tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio si è interrotto dopo cinquanta giorni di contatti quasi quotidiani. Le parole del leader leghista riassumono il suo pensiero del capo grillino: "Amoreggiare con Renzi e con il Pd pur di andare al potere mi sembra irrispettoso nei confronti degli italiani e dei propri elettori".

Solo gli emissari di uno e dell'altro nel pomeriggio si sono sentiti per capire quanto il capo politico grillino avrebbe osato. La risposta arriva poi nelle parole del leader M5s. Ogni spiraglio per riaprire un dialogo sparisce quando Di Maio, al termine delle consultazioni, chiude ufficialmente il forno con il Carroccio e per di più apostrofa Salvini dicendo che "si condanna all'irrilevanza". La delusione dentro la Lega, che si somma alla rabbia, è tale che il leader sbotta così: "Sono coerente e leale, visto che lavoro da 40 giorni per formare un governo fedele al voto degli italiani".

I leghisti però non hanno dubbi sull'esito della trattativa M5s-Pd. Ed è per questo che si collocano in tribuna a vedere questa partita e a godersi lo spettacolo convinti che il Movimento 5 Stelle ne uscirà sconfitto. "Non temiamo nulla, mal che vada a noi ci va bene...", dice Giancarlo Giorgetti. In sostanza se va male la trattativa, stando a ciò che ha detto Di Maio, si torna al voto. Né M5s né la Lega hanno intenzione infatti di appoggiare un governo del presidente o un esecutivo di tecnici. E il voto per i due leader in crescita nei sondaggi farebbe proprio al caso loro. Se invece un governo Pd-M5s si farà, il centrodestra si collocherà all'opposizione convinto di aumentare il consenso e in questo modo la Lega avrà più tempo per assorbire le eventuali fughe che arriveranno da Forza Italia dove è in corso uno smottamento.

Ma c'è un altro scenario che negli uffici della Lega si continua a valutare nonostante tutto. Ovvero un altro tentativo politico, il terzo, se quello M5s-Pd dovesse naufragare. "In questo caso saremo noi a dirigere la partita", dicono i leghisti. E Salvini che si è fatto vedere nei corridoio di Montecitorio a consultazioni in corso ribadisce che "bisogna partire dal centrodestra che ha vinto le elezioni. Non esiste un governo senza centrodestra". Ed è per questo che poi rivolgendosi a Di Maio insiste: "Se vuole smettere di polemizzare e aiutarmi a ricostruire questo Paese io come leader del centrodestra sono pronto". L'obiettivo è sempre lo stesso: dar vita a un esecutivo di centrodestra con i grillini senza rompere con Silvio Berlusconi.

E in un quadro così in divenire, Giorgetti fa capire che i contatti vanno avanti e nulla viene escluso: "Il dialogo con il M5S scorre come un fiume carsico...", il fiume del Nord Est che scorre sotterraneo e poi riemerge. È come se sottotraccia gli ammiccamenti continuassero, se poi porteranno al voto o a un'intesa non è ancora dato saperlo. Intesa che comunque resterà impossibile se Salvini rimarrà legato a Berlusconi e lo dice chiaramente Riccardo Fraccaro, tra coloro che hanno mantenuto i contatti con i leghisti: "Per Salvini viene prima Berlusconi degli italiani". Il Carroccio non risponde, aspetta in tribuna il ritorno e che i telefoni dei due leader tornino a parlarsi.

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