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Economia

"Fare più figli italiani non basterebbe, l'immigrazione è una necessità imprescindibile". Intervista a Stefano Proverbio

Getty Images
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L'immigrazione per l'Italia è una necessità imprescindibile che, come dimostrano altri casi mondiali, può far decollare la nostra economia e migliorare anche i nostri salari medi. Una ricetta economica che, se ben gestita, può dare risultati migliori di qualsiasi flat tax, reddito di cittadinanza o bonus vari. Serve però accogliere più immigrati e di qualità. Parola di Stefano Proverbio, director di McKinsey & Company e autore, con Roberto Lancellotti del libro "Dialogo sull'immigrazione. Tra falsi miti e scomode verità", edito da Mondadori.

Partiamo da una delle domande principali del libro: l'immigrazione è un problema o viceversa può rivelarsi un'opportunità?

Il libro nasce da una discussione sulla demografia in Italia. E la risposta è che l'immigrazione per l'Italia è una necessità imprescindibile. Perché l'Italia è già dentro una crisi demografica: negli ultimi 20 anni abbiamo perso 3 milioni di italiani in età lavorativa che sono stati compensati come forza lavorativa solo grazie all'immigrazione. Da qui al 2020 ne perderemo altri 12 milioni con conseguente insostenibilità del sistema sanitario e del welfare e con ripercussioni su Pil e debito pubblico. E fare più figli italiani non basterebbe: primo perché ci vorrebbero venti anni prima che entrino nel mondo del lavoro; e poi per colmare il gap bisognerebbe tornare a sei figli per donna.

Gli immigrati dunque sono una risorsa che può sostenere la nostra economia.

Certamente. E lo sono già. Basti pensare che l'8% del nostro Pil è fatto già oggi dagli immigrati. E il numero di nuove imprese aperte dagli stranieri in Italia cresce del 3% all'anno, mentre quelle aperte dagli italiani cala dell'1% l'anno. Anche far ringiovanire la popolazione sostiene l'economia facendo ripartire i consumi.

Una valida alternativa a flat tax, reddito di cittadinanza o bonus da 80 euro quindi?

Non le vedo come cose alternative queste, le vedo come disastri. Il reddito di cittadinanza sono gli 80 euro per 20. La flat tax è un salto nel buio con un enorme deficit nel breve periodo, da rischio default.

Uno slogan che una parte della politica ha fatto suo è "gli immigrati rubano il lavoro agli italiani".

Non è vero. Perché gli immigrati fanno dei lavori che gli italiani non vogliono fare. E poi i casi studiati – come l'immigrazione dei vietnamiti e dei cubani - dimostrano che l'immigrazione crea un circolo virtuoso nell'economia del Paese di approdo con un aumento medio anche dei salari dei nativi. Guardiamo al caso di Israele che ha importato un milione di russi laureati e ha avuto un boom economico eccezionale: oggi per iniziative di start up Israele ha superato la Silicon Valley, e questo è dovuto essenzialmente agli immigrati.

Ecco, noi di quale immigrazione abbiamo bisogno?

In Italia dovremmo avere più immigrazione e di qualità. Gli studi dimostrano che se io prendo dei rifugiati è meglio che prendere immigrati economici, perché i rifugiati hanno di norma più competenze. Noi invece ci focalizziamo sugli sbarchi, che sono in realtà un fenomeno che si gestisce con dei numeri relativamente piccoli. Gli immigrati che accettiamo sono pochi e per lavori temporanei in cui il grosso è rappresentato dall'agricoltura, quindi l'opposto di quello che serve. Anziché importare, idealmente, laureati, noi importiamo manodopera di basso valore.

Potremmo allora imitare il modello tedesco?

Sì. La Germania non è perfetta ma fa bene: quando arrivano gli immigrati li classifica subito in funzione delle proprie competenze, li mette subito a studiare il tedesco e alcuni basic di educazione civica. Quelli che hanno competenze buone li segnala alle aziende che fanno richieste, e gli altri li addestra per le professionalità che servono al Paese.

Ci sono delle professioni che in Italia servono di più?

Ad esempio abbiamo una carenza in tutte le professioni della sanità, come infermieri, che già importiamo, e medici. E questa carenza aumenterà con il tempo, col rischio di non riuscire ad attrarre da fuori immigrati professionalizzati. Perché si tratta di una carenza globale e io immagino che in futuro un medico albanese preferirà emigrare negli Stati Uniti piuttosto che in Italia.

Come si fa a "importare" solo gli immigrati di cui abbiamo bisogno?

Il sistema è complesso ma io imiterei quelli che stanno andando bene come la Germania, il Canada e la stessa Australia, anche se finisce sui giornali come quella cattiva. Questi Paesi delineano le competenze che gli servono e scelgono gli immigrati che sono più allineati a quel tipo di competenza. Dovremmo poi pubblicizzare di più tentativi come quello degli incentivi fiscali per attrarre laureati stranieri e non proibire, come fatto, i corsi integralmente in inglese al Politecnico di Milano.

Dove sbaglia l'Italia oggi?

In Italia c'è anche il problema che mentre facciamo aspettare i migranti per accogliere la richiesta di asilo, non gli permettiamo di lavorare. Questo porta al rigetto da parte della popolazione, che vede queste persone ciondolare per strada senza un'occupazione, e ad un'altra percentuale di immigrati che nel nostro Paese delinque, un'anomalia tutta italiana.

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