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Politica

Salvini si tiene aperte tutte le strade. Non chiude la porta a Di Maio e neanche rompe con Berlusconi

Stefano Rellandini / Reuters
Stefano Rellandini / Reuters 

Salvini non chiude la porta ai 5Stelle, ma neanche rompe con Silvio Berlusconi: "Matteo? Si tiene aperte tutte le strade, pur non avendo una rotta precisa". Un deputato del Carroccio, molto vicino al segretario, sintetizzata così la strategia della Lega che continua a non considerare del tutto chiuso il canale con Luigi Di Maio nonostante i due leader non abbiano da un po' contatti diretti. In questo momento Salvini galleggia, in attesa del naufragio degli altri. E intanto punta a triplicare i voti di Forza Italia in Friuli Venezia Giulia e a raggiungere così, all'interno del centrodestra, una posizione di forza.

"Oggi è la giornata del Pd e dei 5Stelle. Non voglio portar via a loro la gloria. Oggi è la loro festa...", ironizza Salvini a favore di telecamere dopo aver trascorso la mattinata a Montecitorio proprio mentre Roberto Fico concludeva la sue consultazioni con i dem e con i pentastellati. Il segretario schernisce gli avversari. Con il passare delle ore lo stato maggiore della Lega si è convinto che un accordo Pd-M5s non si farà. Questa resta dunque la scommessa del segretario per tornare centrale.

A questo punto vorrà essere Salvini "da leader del centrodestra", come va ripetendo per sottolineare che non romperà con Forza Italia, a guidare l'imbarcazione. "Io non chiudo la porta in faccia a nessuno, spero che la telenovela tra Renzi e Di Maio non duri troppo e secondo me sarebbe un governo irrispettoso per gli italiani e surreale. Quando avranno finito il loro amoreggiamento, se gli andasse male, cosa che penso, io ci sono".

Da Di Maio, secondo i leghisti, oggi è arrivato un segnale di apertura nonostante fonti grilline si siano poi precipitate a correggere il tiro. Sta di fatto che, appena finite le consultazioni, il capo grillino ha lanciato un messaggio: "Berlusconi in questo periodo usa le proprie tv e i propri giornali per mandare delle pesanti 'minacce' a Salvini e alla Lega, qualora decidessero di sganciarsi dal centrodestra". Frase che negli uffici del Carroccio non è passata inosservata. In fondo il 25 aprile era stato Salvini a difendere Di Maio dagli attacchi dell'ex Cav. Tra loro sembra quasi uno scambio di cortesie, nonostante ufficialmente vengano respinte. Un gioco a due con il segretario leghista mediatore tra le parti.

E infatti: "Da leader del centrodestra mi faccio garante del fatto che qualcuno nella coalizione la smetta di sobillare". E poi ancora dall'altra parte: "Di Maio mi ha difeso? – osserva poco dopo Salvini - Lo ringrazio però sono in grado di difendermi da solo". Il segretario del Carroccio resta strategicamente freddo, anche perché l'aspirante premier grillino, dialogante con il Pd, ha dovuto correggere il passo falso ribadendo che il forno con la Lega è chiuso.

Ma poco importa tra i leghisti che immagino un ritorno di Di Maio alla loro porta quando sarà dichiarato naufragato il tentativo con il Pd. "Gli italiani sono in ostaggio dei litigi del Partito Democratico e delle ambizioni di potere dei 5Stelle, alla faccia del voto – dice Salvini - che ha premiato la Lega e il centrodestra. Roba da matti".

Toni che rientrano nella campagna elettorale, dal momento che adesso la priorità per Salvini è vincere bene in Friuli Venezia Giulia dove alle elezioni del 4 marzo la Lega aveva preso più del 25% dei consenti mentre Forza Italia quasi l'11%. L'obiettivo nel Carroccio è triplicare la percentuale di Forza Italia. "Ci aspettiamo un risultato importante", dicono dal suo entourage così da confermare che il centrodestra è a trazione leghista. Per adesso Salvini mantiene compatta la coalizione. Sarebbe assurdo il contrario alla vigilia del voto in Friuli Venezia Giulia: "Gli italiani hanno votato un programma e una squadra e io non tradisco". E dalla prossima settimana il Carroccio attenderà il ritorno di Di Maio.

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