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Politica

Di Maio si mette già all'opposizione di un governo del presidente

Max Rossi / Reuters
Max Rossi / Reuters 

Se mai ci fosse stato bisogno di ulteriori conferme, l'immagine del centrodestra che lunedì andrà insieme al Quirinale e la Direzione dem che chiude a un governo con M5s, sono la dimostrazione che Luigi Di Maio è sempre più distante da Palazzo Chigi. Due segnali arrivati nello stesso giorno che dicono come tutti i tentativi di dialogo, con la Lega prima e con il Pd dopo, si siano infranti contro un muro.

Il capo politico grillino in queste ore sta provando a uscire dalle secche in cui si ritrova dopo quasi sessanta giorni spesi nella speranza di formare un nuovo governo con lui premier: "Adesso ci resta solo una possibilità: andare al voto subito". Attorno a questo ragionamento, che Di Maio sta facendo con i suoi e che la prossima settimana esporrà al Capo dello Stato durante le consultazioni, ruotano i tormenti pentastellati e i malumori interni.

In caso di governo istituzionale senza dubbio M5s si collocherà all'opposizione. In fondo in questi due mesi hanno più volte ripetuto che il Movimento non accetterà nessuno esecutivo che non abbia Di Maio come premier. "Noi siamo stati già responsabili, ora tocca agli altri. Se vogliono faranno un governo di tutti contro di noi. Non sarà facile – dice Di Maio - fare un'ammucchiata contro di noi, abbiamo 338 parlamentari e voglio vederli su ogni provvedimento...".

Nello stesso tempo però c'è una consapevolezza negli uffici M5s: sarà difficile affrontare e tenere unito il partito nei banchi dell'opposizione. Un deputato, che ha accesso alle stanze pentastellate che contano, qualche settimana ricordava le parole di Gianroberto Casaleggio quando diceva che il Movimento non avrebbe sostenuto due legislature di seguito all'opposizione e che dopo l'ingresso in Parlamento avrebbe dovuto fare di tutto per andare al governo del Paese altrimenti sarebbe stata la fine. Per questo la capogruppo alla Camera Giulia Grillo anticipa ciò che lunedì sarà detto al presidente della Repubblica: "È ora di ridare la parola ai cittadini. Tra l'altro non abbiamo preclusioni su un eventuale voto estivo. La decisione spetta a Mattarella. Isolare una forza del 33% mi sembra un atto quantomeno particolare".

Inoltre con il passare dei giorni e delle settimane la figura di Di Maio si sta indebolendo, esposto agli attacchi di chi tra i parlamentari lo accusa di avere gestito male la trattiva con gli altri partiti e di chi ne chiede un passo indietro anche per percorrere la strada del cosiddetto "governo di tutti". Ma i piani alti del Movimento bocciano categoricamente quest'ultima ipotesi e il voto anche in estate viene visto come l'ultima speranza per l'avvicinamento di Di Maio a Palazzo Chigi. Una campagna elettorale anche a distanza di un anno sarebbe difficile da sostenere: "Può succedere di tutto, molti dei nostri, soprattutto i neoeletti potrebbero andar via. E poi chi ce lo dice che la legislatura, una volta iniziata, durerà solo un anno?", si domanda un deputato al suo secondo mandato.

E proprio a questo proposito si aprirebbe una nuova voragine dentro il Movimento. Cosa fare della regola sul limite dei due mandati? "Possiamo fare un deroga se la legislatura durerà poco ma se dura un anno sarà più complicato. In ogni caso deciderà Beppe Grillo", spiegano dai 5Stelle.

Alla fine Di Maio, attraverso una lettera mandata ai suoi parlamentari, si affida al Capo dello Stato: "Credo che anche lui riconoscerà tutti gli sforzi che abbiamo fatto per realizzare il primo governo del cambiamento". Tra le righe si legge chiaramente la speranza che Sergio Mattarella sciolga le Camere quanto prima, come chiederà il capo politico grillino. Quindi tornare al voto ed evitare il logoramento della sua leadership.

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