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Esteri

Iran, il giorno dopo. Khamenei: "Discorso di Trump assurdo e superficiale". E chiede "garanzie solide" all'Ue

Nucleare Iran, Trump: "Usa fuori dall'accordo. Pronti a reintrodurre sanzioni"

Dopo lo strappo unilaterale degli Usa, l'Iran non resterà nel JCPOA (il piano d'azione globale congiunto) senza "garanzie solide" da parte dell'Europa. Lo ha detto la Guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, all'indomani dell'annuncio del presidente Usa Donald Trump di rompere l'intesa sul nucleare e reintrodurre le sanzioni economiche.

Parlando in un discorso al governo, trasmesso dalla tv, Khamenei ha detto: "Sentiamo che volete portare avanti l'accordo sul nucleare con i tre Paesi europei (Gran Bretagna, Francia e Germania, ndr). Non abbiamo fiducia in loro", "se non avrete successo nell'ottenere garanzie definitive, e dubito davvero che riuscirete, a quel punto non potremo continuare così". "Se volete concludere un accordo, ottenete reali garanzie, altrimenti domani faranno la stessa cosa che hanno fatto gli Stati Uniti". Per Khamenei, il governo di Teheran affronta un grande test sulla difesa "della dignità e della grandezza del popolo iraniano". Sulle potenze straniere, ha detto ancora: "La loro parola non ha valore, oggi dicono una cosa e domani un'altra, non hanno vergogna".

Khamenei ha usato parole di fuoco nei confronti dell'America e del suo presidente. Trump "non potrebbe alzare un dito" contro l'Iran "nemmeno se ci provasse", avrebbe detto l'ayatollah durante un incontro con gli insegnanti. Per Khamenei, quello di Trump è stato "un discorso stupido e superficiale", "una minaccia per il popolo e il governo dell'Iran". "Ieri sera avete sentito i commenti assurdi e superficiali del presidente americano. C'erano forse più di dieci menzogne nel suo discorso - ha detto Khamenei - Ha minacciato sia il governo che il popolo iraniano affermando che farà questo o quello". E ancora: "Signor Trump, a nome del popolo iraniano le dico: non può fare una sola di queste cose", ha aggiunto Khamenei, che ha l'ultima parola sulle decisioni strategiche dell'Iran, secondo quanto riportato sul sito web ufficiale della Guida suprema.

Dalle reazioni internazionali emerge una forte preoccupazione. A partire dal segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, "profondamente preoccupato" per la decisione degli Stati Uniti di spezzare un accordo che ha costituito un "risultato importante sulla via della non proliferazione nucleare e della diplomazia ed ha contribuito alla pace ed alla sicurezza regionale ed internazionali". L'Onu chiede agli altri firmatari dell'intesa - oltre all'Iran, l'Ue e la Russia - di continuare a rispettare l'intesa sul nucleare.

L'Ue prove a muoversi diplomaticamente. Lunedì si incontreranno i ministri degli Esteri di Francia, Germania e Gran Bretagna per vedere come preservare l'accordo sul nucleare, dopo l'uscita degli Usa. L'intesa "non è morta", ha affermato il ministro degli Esteri di Parigi, Jean-Yves Le Drian, "l'Iran rispetta gli impegni, vogliamo restare nell'accordo e auspichiamo che anche l'Iran lo faccia". La Russia continua ad aderire all'accordo sul nucleare dell'Iran da cui gli Stati Uniti escono, ha assicurato invece il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov, citato dall'agenzia di stampa Interfax.

La Cina sottolinea che la mossa di Trump è come aprire "un vaso di Pandora" e rappresenta "un nuovo assalto al multilateralismo globale" da parte di Washington. Per l'agenzia di stampa cinese Xinhua, il rischio di questo approccio unilaterale è quello di provocare "più mal di testa che rimedi" e "più odio che apprezzamento per Washington". Anche da Ankara arrivano parole molto critiche su Trump: "Abbiamo sempre sostenuto una soluzione diplomatica e politica per le questioni inerenti il nucleare iraniano. Siamo dinanzi a una scelta infelice, presa nei confronti di un accordo da difendere" afferma il Ministero degli Esteri turco. "Abbandonando l'intesa con l'Iran sul nucleare "a perdere saranno gli Usa, perché devi rispettare un accordo che hai firmato" sottolinea inoltre il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

In Iran, nel Parlamento di Teheran riecheggiano le parole "morte all'America" e alcuni parlamentari hanno dato fuoco a una bandiera a stelle e strisce. È stato anche incendiato un pezzo di carta, a simboleggiare l'accordo sul nucleare, come gesto di protesta contro gli Usa. Il presidente del Parlamento Ali Larijani ha definito "bullismo" il ritiro degli Usa e sottolineato che il Paese riceverà dall'Iran una risposta che rimpiangeranno. "L'Ue e altri partner dell'accordo nucleare sono ora responsabili di salvare l'accordo", ha sottolineato. "Questa è una finestra attraverso la quale l'Ue può dimostrare se ha abbastanza peso per risolvere problemi internazionali o no", ha aggiunto Larijani.

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