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Esteri

La Commissione episcopale per le migrazioni della Cei: "Sì all'accoglienza dei migranti, ma ci sono dei limiti. Aiutiamoli anche nei loro Paesi"

ANSA
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Il fenomeno delle migrazioni va affrontato "con realismo e intelligenza" e non con "risposte prefabbricate": per questo "riconosciamo" che "esistono dei limiti nell'accoglienza" imposti "da una reale possibilità di offrire condizioni abitative, di lavoro e di vita dignitose". Lo scrive la Commissione episcopale per le migrazioni della Cei nella lettera 'Comunità accoglienti, uscire dalla paura', in occasione del 25esimo anniversario del documento 'Ero forestiero e mi avete ospitato'.

La Cei riconosce che esistono dei limiti nell'accoglienza dei migranti al di là di quelli "dettati dall'egoismo, dall'individualismo di chi si rinchiude nel proprio benessere, da una economia e da una politica che non riconosce la persona nella sua integralità". Limiti che i vescovi mettono in relazione con il "periodo di crisi" che sta attraversando l'Italia: questa situazione "rende più difficile l'accoglienza, perché l'altro è visto come un concorrente e non come un'opportunità per un rinnovamento sociale e spirituale e una risorsa per la stessa crescita del Paese".

Per la Cei, il primo diritto dei migranti è "quello di non dover essere costretti a lasciare la propria terra". Per questo, viene sottolineato nella lettera, occorre anche aiutarli nei loro Paesi di origine. "Per questo - si legge ancora nella lettera - appare ancora più urgente impegnarsi anche nei Paesi di origine dei migranti, per porre rimedio ad alcuni dei fattori che ne motivano la partenza e per ridurre la forte disuguaglianza economica e sociale oggi esistente".

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