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Politica

Un premier politico, di area M5s, non ingombrante per Di Maio: ecco il profilo individuato da Lega e Cinque stelle

Antonio Masiello via Getty Images
Antonio Masiello via Getty Images 

Dopo tante fibrillazioni, il punto di caduta è a un passo. E si concretizza in un presidente del Consiglio che racchiude in sé le caratteristiche decisive e tanto agognate per superare lo stallo. Un profilo autonomo ma non eccessivamente ingombrante per Luigi Di Maio e Matteo Salvini; l'essere un politico organico a una maggioranza altrettanto politica; rappresentare il Movimento 5 stelle quale azionista di maggioranza del futuro governo.

L'indiziato principale è Emilio Carelli. L'ex direttore di Skytg24, che a lungo ha affiancato il capo politico 5 stelle nei complicati giorni del post voto, e che era già ampiamente entrato nella girandola dei papabili per la presidenza della Camera. Da entrambe le forze politiche filtra consenso sul nome del giornalista. Di fronte a domanda specifica, nessuno nega. Il massimo che si riesce a strappare e un "no comment".

In serata Di Maio e Salvini si incontrano. Ancora una volta in una casa privata, fuori dalla tradizionale cornice di Montecitorio. I vertici stellati lanciano indizi: potrebbero aver incontrato proprio il candidato premier. La cui provenienza professionale dal Tg5, costituirebbe anche un segnale preciso in direzione di Arcore. Soprattutto se saldato alla presenza di Giancarlo Giorgetti come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, come viene accreditato in queste ore.

È la stessa war room del leader stellato a spiegare come la soluzione sia stata proposta dal Carroccio, intercettando subito il gradimento di Di Maio e dei suoi colonnelli. Con l'unico dubbio della sua disponibilità a assumersi un ruolo che sarà tutt'altro che semplice. Ma di fronte a un'intesa complessiva, difficilmente Carelli potrà sottrarsi. Più defilati i nomi di Alfonso Bonafede e Vincenzo Spadafora, altri due luogotenenti stellati entrati nel frullatore del totopremier (via Lega) più per depistare che non per reale convinzione. Anche se - almeno del primo, come mossa d'ingresso dei 5 stelle nella discussione - se ne è parlato concretamente al tavolo delle trattative, con Riccardo Fraccaro incastrato nel ruolo di questore anziano della Camera, che il Movimento non vorrebbe rischiare di vedersi sfilare qualora dovesse traslocare a Palazzo Chigi.

È tutto da vedere se la soluzione che si prospetta reggerà fino al momento di essere formalizzata al Quirinale. E si dovrà seriamente ragionare anche sul Colle sulla definizione della squadra dei ministri. Sono tre le caselle sulle quali si è assicurata a Sergio Mattarella una scelta ponderata e condivisa: Economia e Esteri, che dovrebbero rimanere in quota 5 stelle, e Giustizia che sarebbe appannaggio del Carroccio.

Alla Lega spetterebbero anche gli Interni, il Lavoro, l'Agricoltura e la Cultura. Alla truppa stellata andrebbero Sviluppo Economico, Difesa, Trasporti, Ambiente e Salute. Uno schema tutto da confermare, soprattutto alla luce della scelta definitiva del primo ministro. Così come ancora non è sicura la presenza dei due leader nell'esecutivo. Nel caso fossero della partita, Salvini punta con decisione al Viminale, mentre Di Maio è indicato alla Farnesina, o a un dicastero dal peso fortemente simbolico che raccolga le deleghe per il reddito di cittadinanza. Entro venerdì la quadra definitiva, con una trattativa che, è stato riferito, "andrà avanti a oltranza", nel fine settimana le rispettive consultazioni, lunedì l'appuntamento al Colle. La strada è ancora lunga e irta di ostacoli. E la macchina che pur fragilmente sembra avviata verso la meta dovrà districarsi tra muri e buche insidiose.

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