"Ridirei che Matteo Salvini è il più abile, non ammetterlo dimostra solo che la politica è ridotta a tifo"
di HuffPostUn Claudio Amendola a tutto tondo sulle pagine de "La Verità": la carriera, lo spettacolo e la politica. E di nuovo Matteo Salvini: "Ridirei che il leader leghista è il più abile, non ammetterlo dimostra solo che la politica è ridotta a tifo".
"Forse anziché il migliore, direi il più abile o il più furbo. Aggiungerei anche un 'purtroppo' o un 'ahimé', per evitare l'etichetta di leghista appiccicatami da quelli della mia parte politica. Penso sia ipocrisia non riconoscere i meriti di un signore che ha preso un partito al 4% sommerso dalle inchieste giudiziarie, ha cancellato 'Nord' dal nome e lo ha portato al 17% e al governo. Non ammetterlo dimostra che la politica è ridotta a tifo. Per questo, quando si parla bisogna usare un linguaggio elementare e molto preciso".
Poi un paragone con l'altro Matteo, Renzi.
"La prima cosa che mi viene in mente è la fermezza delle decisioni sul piano personale. Salvini quando dice una cosa cerca di farla. Se Renzi avesse mantenuto metà delle promesse fatte su se stesso, tipo: se perdo, lascio la politica; almeno per un po', dico. Oppure: per sei mesi non parlo, e dopo venti giorni vai da Fabio Fazio".
Ma, nonostante l'apprezzamento per Salvini, l'attore romano ha raccontato a "La Verità" di non essere totalmente convinto da quanto proposto nel contratto tra Lega e M5s.
"Non ho trovato parole importanti come 'disuguaglianza', 'infrastrutture' e 'Sud'. E poi c'è preoccupazione per quei provvedimenti economici che favoriranno me e altre persone ricche, ma non aiuteranno abbastanza i ceti più in difficoltà. Credo che la tassazione debba essere progressiva. La riduzione delle tasse è una proposta sacrosanta, ma dovrebbe essere applicata in maniera opportuna, non con la flat tax. Lo dico da attore, non sono competente".
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