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Esteri

Salta la riforma del regolamento di Dublino. Salvini esulta: "È la nostra vittoria"

AFP/Getty Images
AFP/Getty Images 

L'Italia e una decina di altri Paesi si sono opposti oggi al compromesso sulla riforma del Trattato di Dublino proposto dalla presidenza bulgara alla riunione dei ministri dell'Interno dei 28 a Lussemburgo. Lo riferiscono fonti europee. Oltre all'Italia, anche se per ragioni diverse, avrebbero espresso obiezioni al testo Spagna, Germania, Austria, Estonia, Lettonia, Lituania, Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica ceca. Tre Paesi - Estonia, Polonia e Gran Bretagna - non si sono espressi. Gli altri, pur non soddisfatti, lasciano la porta aperta al negoziato, al summit. Tra questi Grecia, Malta e Cipro, spaccando così il fronte mediterraneo.

Esulta il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che già ieri aveva annunciato il no dell'Italia. Per il leader leghista, la spaccatura dei Paesi Ue sulla riforma del sistema di asilo europeo "è una vittoria per noi, sono molto soddisfatto". "Noi - ha spiegato il ministro - avevamo una posizione contraria e altri Paesi ci sono venuti dietro, abbiamo spaccato il fronte. Significa che non è vero che non si può incidere sulle politiche europee".

A riassumere con una battuta il clima al Consiglio Affari Interni è stato il ministro degli Esteri del Lussemburgo: "Per Pasqua avremo un compromesso" sulla riforma del regolamento di Dublino "ma non so ancora in quale anno", ha ironizzato Jean Asselborn al suo arrivo al vertice.

L'Austria approfitta della virata a destra dell'Italia per dirsi pronta a "una piccola rivoluzione copernicana" sul tema migranti. Vienna considera Roma "un alleato forte" e se non ci sarà un'intesa sulla proposta per la riforma del regolamento di Dublino sul tavolo, al vertice dei leader Ue di giugno, alla riunione informale Affari Interni di Innsbruck, a settembre (durante la presidenza austriaca), "annuncerò qualcosa come un piccola rivoluzione copernicana" sulla politica di asilo, ha detto il ministro dell'Interno austriaco Herbert Kickl, che oggi sentirà al telefono Matteo Salvini.

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Ma a frenare è anche Berlino. La Germania "è aperta a una discussione costruttiva" sulla proposta della presidenza bulgara per la riforma del regolamento di Dublino, "ma com'è attualmente non la accettiamo". Così il segretario di stato tedesco Stephan Mayer al suo ingresso al Consiglio Affari interni. "Non c'è solo l'Italia ad opporsi, anche i Paesi Visegrad sono contrari, e il governo tedesco critica punti precisi", ha detto.

Per il segretario di stato all'Asilo belga Theo Francken, "la riforma del regolamento di Dublino è morta. Non c'è una base sufficiente per andare avanti nella discussione. Molti Paesi hanno espresso resistenze importanti. Francken ha auspicato un "approccio australiano" per arrivare a "uno stop completo dell'immigrazione illegale" e un accordo Ue-Tunisia, sul modello di quello fatto con la Turchia, in modo tale che quando i migranti "partiranno dalla Libia potranno essere intercettati in mare e portati in Tunisia". Una volta che "le frontiere saranno chiuse, tutti i Paesi mostreranno solidarietà - ha detto l'esponente del governo belga - Ma questo non accadrà fino a quando la porta è ancora aperta. Prima chiudiamo le frontiere, poi potremo trovare un accordo su chi fa cosa".

Il rappresentante del governo belga ha poi elogiato la linea di Salvini sull'immigrazione. Dal nuovo governo italiano "mi aspetto una stretta sulla migrazione. Seguo il nuovo ministro Salvini da mesi, già durante la sua campagna. La posizione dell'Italia sulla migrazione è piuttosto severa. Ma anche il Belgio ha un governo di destra, quindi anche noi siamo piuttosto duri. Penso che sia positivo se l'Italia inizia rifiutare i migranti sulle proprie coste, e non li lascia più entrare in Sicilia", ha detto Francken.

Il ministro alla migrazione svedese Helene Fritzon dà la colpa della frantumazione europea ai recenti successi delle destre: "L'Europa ha bisogno di un'intesa sulla riforma di Dublino, ma con le elezioni delle destre in Europa c'è un problema per raggiungere un compromesso oggi. C'è un clima politico più duro. Non si tratta solo dell'Italia, ma anche della Slovenia", ha commentato.

Al commissario Ue per la migrazione Dimitris Avramopoulos non resta che ammettere le difficoltà, esortando però gli stati membri a proseguire gli sforzi in cerca di un compromesso. Sulla riforma di Dublino "non dobbiamo risparmiare gli sforzi per continuare ad avanzare con uno spirito costruttivo, questo mese", ha detto Avramopoulos all'Ansa, lodando il lavoro della presidenza di turno bulgara, anche per i progressi fatti sulle altre componenti del dossier sulla politica comune di asilo. "In passato ci siamo impegnati tutti a concordare su una riforma duratura. Ora dobbiamo assumerci le nostre responsabilità e portare avanti il lavoro".

Quanto alle domande sul nuovo governo italiano e le posizioni sulla politica migratoria, il commissario ha detto di non volersi intromettere in questioni nazionali, spiegando che "personalmente, per lui, l'Italia è uno dei Paesi più importanti dell'Europa".

A esprimere fiducia sulle scelte dell'Italia è il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker, che in un passaggio del suo intervento alla commemorazione per Tommaso Padoa Schioppa al Brussels economic forum ha detto: "L'Italia, oggi come ieri merita rispetto e fiducia. Il suo posto è nel cuore dell'Europa". È un Paese – ha aggiunto Juncker – "che ha fatto molto per costruire un'Europa unita".

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