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Cultura

La lettera di Cirinnà al ministro Fontana: "Dimostri di essere migliore di come sembra, non faccia ricadere il Paese nel buio"

Ansa
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"Le famiglie arcobaleno non esistono". Il leghista Lorenzo Fontana esordisce così nel suo primo giorno da Ministro della Famiglia e della Disabilità, colpendo duramente il mondo comunità omosessuale e le famiglie omogenitoriali. Dopo il mare di proteste sollevate dall'affermazione, lo stesso Fontana in un'intervista rilasciata a Il Tempo ha affermato: "Sono cristiano. Oggi è eroico battersi per la normalità".

A rispondere alle dichiarazioni del neo ministro è la senatrice del Pd Monica Cirinnà, prima firmataria della legge sulle unioni civili, che su Vanity Fair scrive una lettera diretta proprio a Fontana.

"Ministro Fontana, le sue parole mi fanno un effetto terribile. Di sconcerto, di rabbia. Lei non è un ministro qualsiasi, è un uomo colto, che ha due lauree, è stato al Parlamento europeo. Non ha usato a caso la parola esistere, lei ha detto: 'Le famiglie arcobaleno non esistono'. Negare l'esistenza vuol dire far ripiombare nel buio, nell'ombra, nell'arretratezza giuridica e culturale le coppie di persone dello stesso sesso e in particolare i loro bambini. Non si può dire che queste famiglie non esistono, si può dire che la legge non prevede alcuni diritti per i loro figli. Non ne prevede un riconoscimento.

Dopo trenta anni di attesa - continua la senatrice - il nostro Paese ha una legge sulle unioni civili. Incompleta, per il "doloroso tradimento" dei 5 Stelle che hanno obbligato a stralciare l'articolo 5 sull'adozione coparentale del figlio del partner. Si tratta comunque di una legge che ha dato esistenza e sicurezza a tante coppie, ha spiegato ancora la Cirinnà: quattordicimila persone finalmente esistono per il diritto e per l'ordinamento giuridico, dal quale erano esclusi perché pagavano lo scotto di essersi innamorati di una persona del loro stesso sesso.

Che lei si definisca cristiano a me va benissimo. Ognuno può professare per il credo che ha. Il punto però è che lei ha giurato sulla Costituzione, fa il ministro della Repubblica Italiana. Anche se questa cosa non le piace, lei è il ministro di tutti i cittadini italiani. A questo punto si deve ricordare che sulla Costituzione sulla quale ha giurato, non c'è solo l'articolo 3 che parla di uguaglianza ma c'è anche l'articolo 7 che dice che lo Stato fa lo Stato e la Chiesa fa la Chiesa.

Ognuno è libero di professare la propria religione in forma privata, ma un ministro deve essere il ministro di tutti, sottolinea ancora la senatrice. "Mi batto per il concetto di normalità", ha dichiarato Fontana a Il Tempo, ma usare il termine normalità è "inquietante" per la Cirinnà:

Qual è il modello di normalità a quale si rifà, ministro? Lei è il ministro della famiglia e in questo paese esistono infinite famiglie: ricomposte, di persone risposate, di persone divorziate che convivono con qualcun altro, monoparentali, famiglie di ragazze o uomini che sono rimasti vedovi o hanno avuto vicissitudini nella vita e crescono da soli i loro figli. Chi è normale? Qual è la famiglia normale?

In un passaggio della lettera, la senatrice dem ricorda a Fontana la legge sugli orfani di femminicidio: bambini ai quali il padre ha ucciso la madre, costretti a vivere un'esistenza senza entrambi i genitori. Di fronte alla drammaticità di questi casi, la Cirinnà chiede al ministro di riconoscere come gli stereotipi sulla "normalità" della "famiglia" a volte devino dalla realtà, che, invece, è fatta di famiglie, al plurale. "È genitore chi ti cresce, chi ti protegge, chi ti tutela, chi mette in gioco se stesso anche davanti a un magistrato pur di poterti dare il suo cognome". Per questo, spiega la Cirinnà, tutti i bambini devono avere gli stessi diritti e non pagare per il modo in cui è nato e per il tipo di famiglia in cui vive.

Da lei mi aspetto che si renda conto dell'errore che ha fatto. Dimostri di essere migliore di come i giornali l'hanno descritta, dia prova di volere essere un ministro della Repubblica italiana. La legge 76 del 2016 esiste e va rispettata.Esiste per tutti, è una legge dello Stato.

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