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Politica

Obiettivo 171. Giuseppe Conte alla prova del Senato, con il sostegno di ex M5S e latinoamericani

ANSA
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Giuseppe Conte alla prova del Parlamento. Oggi tocca al Senato, domani alla Camera. C'è attesa per il discorso che il presidente del Consiglio pronuncerà a Palazzo Madama - soprattutto per i messaggi europeisti e rassicuranti che vorrà mandare alle cancellerie internazionali e ai mercati finanziari - ma anche per conoscere i numeri che puntellano la maggioranza M5S-Lega.

Al Senato ci sono 109 senatori del Movimento 5 Stelle e 58 della Lega. Il Governo può contare quindi su 167 voti certi, sei in più rispetto alla maggioranza assoluta. A votare la fiducia ci dovrebbero essere almeno altri 4 senatori, facendo salire la maggioranza a quota 171. Si tratta di Maurizio Buccarella e Carlo Martelli, senatori eletti nelle fila del M5S, gruppo al quale però non si sono poi potuti iscrivere per scandali di varia natura; Ricardo Antonio Merlo e Adriano Cario, esponenti del gruppo Maie, eletti all'estero.

Piccolo fuori programma, poi il passaggio della campanella tra Gentiloni e Conte

Da valutare le decisioni del gruppo delle Autonomie, che potrebbero alzare la maggioranza fino a 174-175. Il gruppo di Fratelli d'Italia a Palazzo Madama, che conta 18 senatori, si asterrà. I voti contrari, di conseguenza, dovrebbero essere 61 da Forza Italia, 52 dal Pd, più alcuni componenti del gruppo Misto, come Emma Bonino.

Da capire, infine, cosa voteranno i senatori a vita: con Giorgio Napolitano assente per motivi di salute, ci sono Elena Cattaneo (iscritta al gruppo Per le Autonomie), Mario Monti e Liliana Segre (entrambi nel Misto) e Renzo Piano e il premio Nobel Carlo Rubbia (che non sono iscritti ad alcun gruppo parlamentare).

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