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Economia

Il ministro dell'Economia Giovanni Tria: "Un vasto programma di investimenti pubblici finanziato in deficit"

Alessandro Bianchi / Reuters
Alessandro Bianchi / Reuters 

"Un vasto programma di investimenti pubblici infrastrutturali potrebbe essere attuato e finanziato in deficit senza creare un problema di sostenibilità dei debiti pubblici attraverso un finanziamento monetario palesemente condizionato a livello europeo". E' questa l'opinione del neo ministro dell'Economia Giovanni Tria, contenuta in un articolo inedito pubblicato sul sito Formiche.it firmato insieme all'economista Pasquale Lucio Scandizzo. Opinione che non sarà certamente accolta con favore a Bruxelles e che, seppur non direttamente, riceve un richiamo da Angela Merkel: la cancelliera, parlando al Bundestag, afferma che "tutti devono rispettare le regole", a proposito dell'Italia.

"Condizionato in quanto temporaneo e soggetto a solidi comportamenti fiscali da parte degli Stati membri dell'eurozona volti a perseguire la riduzione del debito" si sottolinea nel testo di Tria in corso di pubblicazione per una rivista economica internazionale. "Questo obiettivo sarà più facilmente raggiunto grazie all'aumento del pil nominale, che è lo scopo specifico del programma. Molti dettagli tecnici del programma, e le sue esigenze condizionali, possono essere progettati in modo adeguato con il concorso degli altri governi e delle istituzioni europee". E ancora: "vi è certamente un serio ostacolo al perseguimento di questo programma di investimenti pubblici, almeno in Italia. Tale ostacolo è il progressivo deterioramento della capacità del settore pubblico di progettare ed eseguire progetti di investimento, sia a livello di governo centrale che locale". Per Tria e Scandizzo "una politica miope che è stata perseguita con notevole costanza, e che ci lascia oggi a contarne i costi. Ma non è affatto una tendenza irreversibile, e dovrebbe invece essere il fulcro di una riforma complessiva del settore pubblico".

"Il fattore chiave in ogni "accomodante" politica di bilancio è l'investimento pubblico", insistono, sottolineando che "occorre aumentare il rendimento del capitale privato, portando così al circolo virtuoso conosciuto con il nome di 'crowding in'". Questo "è improbabile che avvenga nell'ambito del piano Junker a livello europeo, "ma ogni Stato membro dovrebbe cercare di prevedere il proprio investimento pubblico alla luce del mercato europeo, o addirittura globale, cercando di attirare significativi finanziamenti privati a livello globale attraverso la garanzia di rendimenti più sicuri a lungo termine. In questi termini, e per questi scopi, anche un temporaneo aumento del deficit destinato a far partire questi programmi - affermano ancora - dovrebbe essere considerato accettabile".

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