Scegli di capire.

Gedi Smile Abbonati
Inserti
Ancora su HuffPost
Guest
Tutte le sezioni

GEDI Digital S.r.l. - Via Ernesto Lugaro 15, 10126 Torino - Partita IVA 06979891006

Politica

"In giuria due checche, squallide caricature dei gay". Fabio Canino contro il presidente di Pubblicità Progresso: "Dimettiti"

HP
HP 

"Quello che non mi pare bello è che nella giuria di Ballando con le stelle due giurati erano visibilmente 'checche', il che è una squallida caricatura dell'essere gay, diritto di scelta invece sacrosanto". A scriverlo è Alberto Contri, presidente di Pubblicità Progresso, la fondazione che si occupa di promuovere anche sul servizio pubblico televisivo la comunicazione sociale. Un commento pubblicato su Linkedin e poi successivamente rimosso. Ma non è passato inosservato a Fabio Canino, membro della giuria di Ballando con le Stelle che su twitter ha pubblicato lo screenshot del commento incriminato: "Vergognati e dimettiti".

La polemica inizia il 2 guiugno su Facebook, sulla bacheca di Paolo Iabichini che condivide un articolo sulla oramai famosa dichiarazione del neoministro alla Famiglia Fontana: "Le famiglie gay non esistono". Nei commenti interviene Contri, presidente di Pubblicità Progresso:

"Vorrei far notare che la stragrande maggioranza di pediatri e psicologi di tutto il mondo sostengono la necessità della figura materna e di quella paterna per una buona formazione della personalità, a fronte di una lobby assai rumorosa capace di occupare sempre la scena e di far risuonare un'altra verità. Il che non toglie nulla al dovere di dare rispetto e riconoscere diritti a chi decide per la famiglia omosessuale.Però vorrei che qualcuno mi dimostrasse che la razza umana non si riproduce dall'incontro di un maschio e di una femmina.

Basta questo commento, sulla lobby "rumorosa" (sarebbe quella gay) e sul richiamo alla "razza umana" e alla sua riproduzione a innescare la polemica. Il dialogo poi continua e si sposta su Linkedin, dove uno dei partecipanti al dibattito su Facebook, Massimo Guastini, posta un suo commento, naturalmente critico nei confronti della posizione del presidente di Pubblicità Progresso, sulla "lobby assai rumorosa, capace di occupare sempre la scena e di far risuonare un'altra verità".

Anche qui interviene Contri che scrive:

Caro Guastini, prendertela con chi la pensa quasi come te ma non del tutto come te, non mi pare molto progressista e democratico. Anzi. Hai offeso con velenosa superficialità tanti anni di lavoro di Pubblicità Progresso, dove insieme ai migliori creativi e alle più quotate agenzie sono state promosse campagne di comunicazione a favore di ogni minoranza. Down, stranieri, malati, non vedenti, volontariato, comunità a rischio di AIDS, anziani, bambini handicappati, donatori di sangue e di organi...eccetera. Ma non ti vergogni? Solo per avere un cinque minuti di visibilità sui social network. Piuttosto, mi puoi aiutare a rintracciare qualche TUA nota campagna? Non ne trovo traccia da nessuna parte.

Il dibattito prosegue e interviene Assunta Squitieri. "Toglierei la parola Progresso da dopo Pubblicità e l'aggiungerei a questa tua frase 'È una questione umanitaria e di giustizia.' Bravo Massimo, intanto condivido".

È a questo punto che Contri commenta con un post poi successivamente scomparso: "Se siamo capaci di analizzare la società è francamente evidente che non c'è trasmissione televisiva, programma, telegiornale e anche molta pubblicità che vadano ben oltre al reclamare diritti per le famiglie omosessuali: evidenti risultati di effetti anche preterintenzionali di una "lobby rumorosa", capace di far passare sotto silenzio che in Italia (Istat) le famiglie non omosessuali sono il 95,5%. Notazione di colore: nella giuria di Ballando con le stelle, almeno due giurati su cinque erano gay, ma non è questo il problema (anche se non rispetta per nulla la rappresentanza secondo i dati Istat). Quello che non mi pare bello è che almeno due erano visibilmente 'checche', il che è una squallida caricatura dell'essere gay, diritto di scelta invece sacrosanto. Quanto alla ''lobby'' mi sono solo permesso di far notare che un conto è reclamare pari diritti, cosa su cui sono totalmente d'accordo, mentre un conto è non capire la differenza tra una famiglia cosiddetta naturale (che ha anche come scopo la diffusione della specie umana [...] e una organizzazione famigliare che per farlo rischia di dover ricorrere anche a pratiche obbrobriose come l'utero in affitto". Il resto del commento è leggibile nello screen che ha pubblicato Fabio Canino, allegando la richiesta di dimissioni del presidente di Pubblicità Progresso.

I commenti dei lettori
Suggerisci una correzione