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Politica

Rebus sottogoverno ancora non risolto

Alessandro Bianchi / Reuters
Alessandro Bianchi / Reuters 

Alla vigilia della prima, vera, settimana di lavoro del governo gialloverde il vertice serale a Palazzo Chigi tra Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e Matteo Salvini prova a sciogliere il nodo delle nomine dei viceministri e sottosegretari, che saranno ufficializzate probabilmente a metà settimana. L'obiettivo, per Conte, è mettersi subito al lavoro cercando di non impantanarsi nel duello nascosto tra M5S e Lega sul completamento della squadra di governo. Ma il vertice convocato nel tardo pomeriggio, alla presenza anche di Giancarlo Giorgetti, non è risolutivo e solo da martedì tutte le caselle dei dicasteri avranno un volto, un nome e un cognome.

Quello del "sottogoverno" non è il solo tema al tavolo del vertice di Palazzo Chigi, convocato poco dopo il durissimo scontro tra Salvini e Malta sull'attracco della nave Aquarius.

Uno scontro internazionale che è il primo effetto della linea dura promessa dal titolare del Viminale sui migranti, una linea che, per la Lega, ha pagato in termini elettorali e che il ministro dell'Interno mette in campo proprio nel giorno delle amministrative. Nello schema giallo-verde è Salvini, inevitabilmente, a fare la parte del "poliziotto cattivo" sul dossier flussi. Il suo scontro con Malta non incassa nessun commento ufficiale pentastellato ma trova, in serata, la sponda del Movimento in un comunicato congiunto del leader della Lega con il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli.

Conte, sul tema, ha usato e userà toni più morbidi e fonti del governo, in serata, ricordano come già al G7 il premier abbia dato la sua linea: il dossier flussi va gestito in maniera europea e condivisa, non è una questione di soldi ma di governance dell'immigrazione. Mentre Di Maio, nel pomeriggio, prova a smorzare qualsiasi ipotesi di scontro interno al Movimento - come già avvenuto in passato, per esempio sulle parole di qualche mese del leader Cinque Stelle sulle Ong - sul tema migranti. Con il presidente della Camera Roberto Fico "siamo sulla stessa lunghezza d'onda", assicura Di Maio. Eppure domani Fico visiterà la tendopoli di San Ferdinando, in Calabria, dando un messaggio ben diverso da quelli di queste ore di Salvini.

Il caso "Aquarius" non cancella il motivo iniziale per cui era stato convocato il tavolo dei vertici del governo: sul banco ci sono i vice ministri, i sottosegretari ma anche le nomine di Cassa depositi e prestiti, per la cui guida sembrerebbero in pole Massimo Sarmi e Fabrizio Palermo. Al M5S spetteranno circa 25 tra viceministri e sottosegretari, poco meno di venti andranno invece alla Lega. Al Mef sono in corsa i 5 Stelle Laura Castelli e Stefano Buffagni, ai quali potrebbe accompagnarsi il leghista Massimo Garavaglia. Al Mise-Lavoro, in quota Lega si fa avanti Alberto Brambilla, "mente" della proposta sulle pensioni del Carroccio mentre alla Farnesina è salda la candidatura di Emanuela Del Re, proposta dal M5S come ministro degli Esteri prima del voto. Nicola Molteni o Stefano Candiani potrebbero fare da vice al Viminale, il leghista ligure Edorardo Rixi è in pole per i Trasporti, i 5 Stelle Nunzia Catalfo e Luca Frusone sono in corsa come vice di Di Maio e Trenta, alla Difesa.

Da sciogliere il nodo sulle deleghe a Tlc, Editoria e Servizi, al centro di un braccio di ferro sotterraneo tra M5S e Lega, con Di Maio che vorrebbe tenere per sé la prima e proporre Primo Di Nicola per la seconda.

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