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Economia

Missione fiducia. Il ministro dell'Economia Tria a Parigi e Berlino per un "dialogo costruttivo" con i suoi omologhi

EPA
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Nelle tre righe che il Tesoro consegna alla stampa per riferire degli incontri del ministro Tria con gli omologhi francese e tedesco, Le Maire e Scholz, ci sono due espressioni che rendono evidente l'obiettivo dei viaggi imminenti a Parigi e Berlino: "dialogo costruttivo" e "confronto". Toni di distensione per una missione che nasce sotto una stella precisa, quella della ricerca di fiducia. Non solo. A Tria è affidato un incarico alquanto delicato: trovare un equilibrio tra le posizioni dell'Europa e le spinte di rottura che arrivano da Salvini e Di Maio.

Sulla missione di Tria pende una spada di Damocle, cioè l'indicazione emersa dal vertice che i ministri economici hanno avuto oggi con il premier Conte: "La musica deve cambiare in Europa". Il rischio, in altre parole, è una riedizione dello scontro che è deflagrato, in queste ore, sul tema dei migranti, con il governo italiano sulle barricate contro la Francia e non solo.

Il tema al centro degli incontri di Tria - riferisce sempre via XX settembre - sarà la "governance europea in discussione in questi mesi". Espressione ampia che contiene partite importanti per l'Italia, dai conti pubblici all'impatto che avrà l'annunciato arrivo dello stop al quantitative easing da parte della Bce. Tria si muove su un terreno scivoloso: da una parte ci sono le questioni già aperte e ancora da risolvere, come la riforma dell'eurozona, e dall'altra ci sono questioni che i due azionisti del governo vogliono aprire, come la ridefinizione dei parametri europei.

Il ministro per gli Affari europei, Paolo Savona, che nelle intenzioni di Salvini e Di Maio doveva guidare il Mef, non nasconde la delicatezza della missione affidata al suo collega: "Se penso a quello che deve fare un ministro dell'Economia di questi tempi, beh allora deve essere giovane, coraggioso e con un pizzico di incoscienza".

Missione delicata dunque, quella di Tria, perché Francia e Germania rappresentano due pesi massimi nel puzzle delle decisioni economiche dell'Europa e molti temi cari al nuovo governo - a iniziare dalla richiesta di maggior deficit per finanziare le misure inserite nel Contratto di governo - rischiano di aprire frizioni importanti o comunque di avviare una discussione più che animata con i due Paesi. Per non parlare delle questioni ancora in sospeso, come la garanzia sui depositi bancari e il surplus, tema quest'ultimo ostile a Berlino.

La linea scelta dal Tesoro punta a evitare di arrivare alla deflagrazione dello scontro. Parole d'ordine: prudenza e dialogo. Niente colpi di scena o fughe in avanti. D'altronde lo stesso Tria ha sottolineato questi concetti nell'intervista di domenica al Corriere della Sera: nessuna uscita dall'euro, impegno per la riduzione del debito. Linea europeista, una sorta di fotocopia rispetto al sentiero stretto che ha costituito la cifra della stagione Padoan. Savona, amico di Tria (fu lui a presentarlo a Salvini), ha provato a contribuire alla missione fiducia, usando un vocabolario altrettanto europeista ("nessun piano b", "l'euro è indispensabile e positivo", "abbiamo dei vincoli Ue che dobbiamo rispettare").

Anche le indicazioni contenute nella bozza della risoluzione della maggioranza al Def, pubblicata dall'Ansa, contengono l'impronta rassicurante di Tria. In un passaggio, infatti, si sottolinea il rispetto degli "impegni europei sui saldi 2018-2019". Passaggio di peso che punta a mitigare quello dove si promette di individuare in "tempi brevi" gli "interventi prioritari" in linea con le indicazioni programmatiche del discorso per la fiducia del nuovo esecutivo. Interventi prioritari che corrispondono al nome di reddito di cittadinanza e flat tax e che arriveranno con la Nota di aggiornamento al Def, prevista per settembre. Ma il pressing di Lega e 5 Stelle è già partito. I "tempi brevi" di Tria partono invece già domani.

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