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Politica

Pd e Fratelli d'Italia litigano per il Copasir. M5s e Lega verso la quadra per le presidenze delle Commissioni

NurPhoto via Getty Images
NurPhoto via Getty Images 

Litigano le opposizioni, mentre Lega e M5s si dividono in parti uguali le presidenze delle commissioni che da prassi spettano alla maggioranza. Quelle che invece dovrebbero andare a Pd, Forza Italia, Fratelli d'Italia e Leu sono al centro di una contesa. Martedì mattina è prevista una riunione tra le forze di opposizione, dopo giorni di schermaglie tra Fratelli d'Italia da un lato e Pd e Forza Italia dall'altro. Alla fine il partito di Giorgia Meloni parteciperà all'incontro, e tiene a precisare che "continuiamo a rivendicare un diritto di avanzare i propri candidati per la presidenza delle commissioni di garanzia e devo dire che sono molto preoccupata da una certa aggressività con la quale il Partito democratico vuole presiedere il Copasir, cioè la commissione di controllo sui servizi segreti".

Il nodo della questione è rappresentato proprio dal Comitato di sicurezza. FdI lo rivendica per sé con Edmondo Cirielli e in fondo alla Lega non dispiace. Ma è guerra aperta con il Pd, che punta su Lorenzo Guerini, in quanto FdI nel voto di fiducia al nuovo governo si è astenuto e viene considerato più vicino al Carroccio che alle opposizioni. Anche con Forza Italia c'è il grande freddo. "Doverosa è la richiesta del presidente Meloni al presidente Berlusconi di smentire la notizia di una riunione carbonara tra capigruppo di FI e Pd per spartirsi le poltrone delle commissioni di garanzia, come nella miglior tradizione dei patti di nazarena memoria", si leggeva venerdì in una nota firmata Fratelli d'Italia.

La partita del Copasir, tuttavia, si dovrebbe chiudere solo la settimana dopo i ballottaggi. I 5Stelle sarebbero pronti ad astenersi al momento di scegliere il presidente, ma i voti della Lega non dovrebbero essere sufficienti, pur se sommati a quelli di FdI, a garantire l'elezione al partito della Meloni. Il ragionamento di Forza Italia e Pd comprende anche la Vigilanza Rai. Se i dem la spuntano sul Copasir, la Vigilanza andrà agli azzurri, o a Maurizio Gasparri o a Paolo Romani. Sta di fatto che Forza Italia e Pd aspettano da Fratelli d'Italia parole chiare sulla sua collocazione. Da assegnare c'è anche la Giunta delle autorizzazioni a procedere.

Tornando alle Commissioni permanenti, il timing è fissato per giovedì. Quindi a più di 100 giorni dalle elezioni dovrebbero nascere le 28 Commissioni parlamentari di Camera e Senato. Se tutti i gruppi ufficializzeranno i propri nominativi per ogni singola commissione, i due presidenti provvederanno a convocare le prime riunioni delle commissioni parlamentari per procedere con l'elezione dei presidenti e dei relativi uffici di presidenza. Roberto Fico ha ricordato oggi di aver "mandato una lettera a tutti i gruppi".

Lega e 5Stelle hanno lavorato sui vertici delle commissioni con non poche difficoltà dal momento che tutte le persone di fiducia hanno incarichi ministeriali. Ora uno schema di massima c'è. Le commissioni Bilancio e Finanze sono state le prime a essere definite con la coppia gialloverde Pesco-Bagnai al Senato e Borghi-Ruocco alla Camera, mentre per la commissione Affari costituzionale sono in pole position la 5S Fabiana Dadone e il leghista Stefano Borghesi, mentre per il Senato il 5Stelle Gianluca Perilli. La Lega fatica a trovare esperti in diritto e così sarebbe tentata dall'idea di lasciare la Giustizia ai pentastellati tanto alla Camera quanto al Senato (per la presidenza della commissione del Senato si fa il nome di Mario Giarrusso). Ma al momento i grillini non confermano e non smentiscono. Per la commissione Lavoro girano i nomi di Nunzia Catalfo (5S) e Andrea Giaccone (Lega) mentre per la Esteri quelli di Marta Grande alla Camera ma se dovesse andare alla Lega, subentrerebbe Vito Petrocelli al Senato. Alla presidenza della commissione Difesa della Camera si fanno i nomi dei grillini Rizzo o Corda. L'Antimafia potrebbe invece essere presieduta dal 5Stelle Nicola Morra. Per le Attività produttive si fa il nome di Gianluigi Paragone, al Lavoro Nunzia Catalfo. Infine in commissione Cultura al Senato dovrebbe andare il leghista Mario Pittone.

In sostanza, a parte la commissione Giustizia, tutte le altre dovrebbero vedere l'alternanza di M5s e Lega tra Camera e Senato. In bilico rimangano le commissione le cui presidenze andranno alle opposizione. Molto dipenderà dalla riunione di martedì. E quindi dai rapporti tra Fratelli d'Italia e Forza Italia, ora che il centrodestra è tutt'altro che unito.

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