Scegli di capire.

Gedi Smile Abbonati
Inserti
Ancora su HuffPost
Guest
Tutte le sezioni

GEDI Digital S.r.l. - Via Ernesto Lugaro 15, 10126 Torino - Partita IVA 06979891006

Politica

Pietro Grasso: "Non voglio altri Siani o Impastato"

agf
agf 

"Dobbiamo scegliere da che parte stare: se con Saviano o con Salvini. Salvini è il ministro dell'Interno e, proprio in quel ministero, si decide chi deve essere protetto dallo Stato. Con le frasi di stamattina vuol far capire a Saviano di non criticarlo, di stare zitto, altrimenti può intervenire per lasciarlo senza protezione contro la camorra, che lo vuole morto da anni per le sue inchieste e per il suo essere diventato un simbolo della lotta alle mafie". Così Pietro Grasso, senatore di Leu, interviene su Facebook sulle dichiarazioni di Salvini sulla possibilità di revocare la scorta allo scrittore napoletano.

"Allo stesso tempo - prosegue Grasso - sta facendo passare l'idea che avere la scorta sia un privilegio e un costo, non una necessità che limita la libertà di chi è sotto protezione. La libertà di un giornalista di fare inchieste contro le mafie vale tutti i soldi che spendiamo per garantirgli di fare il suo lavoro. Non vogliamo altri Pippo Fava, Peppino Impastato, Mario Francese, Cosimo Cristina, Giovanni Spampinato, Mauro De Mauro, Giancarlo Siani, Mauro Rostagno, Giuseppe Alfano".

A criticare le dichiarazioni e i toni usati dal ministro Salvini sono anche diversi esponenti politici. Se Salvini vuole risparmiare "tolga a me la scorta, ma la lasci a Roberto Saviano", dice il capogruppo del Pd alla Camera Graziano Delrio a Rainews24.

"Pessimo modo quello di Salvini di fare il ministro. Oggi anche le minacce a Roberto Saviano di togliergli la scorta. Non ci provi. Già è inaccettabile che il ministro dell'Interno annunci con tanta leggerezza e in una trasmissione televisiva decisioni di questo tipo", scrive Ettore Rosato del Pd su Facebook.

"La classe dirigente che Salvini ha promosso al Sud è composta innanzitutto da ex amici di Nicola Cosentino. Non sono dunque stupito che il suo primo obiettivo sia togliere la scorta a Roberto Saviano. Tutto torna. Anziché punire le mafie, si punisce chi lotta contro le mafie", scrive su Twitter Arturo Scotto, dirigente nazionale di Leu.

"Salvini combatta la mafia non chi la denuncia e la sfida apertamente come fa da anni Roberto Saviano.Mettere in discussione la scorta a una persona minacciata dalla criminalità organizzata è il contrario di quello che dovrebbe fare un ministro dell'Interno. #RespingiamoSalvini". Così Laura Boldrini di Leu su Twitter.

"Solidarietà a Roberto Saviano. La minaccia di togliere la scorta a un simbolo anticamorra ha il profumo di ritorsione. E per questo è inaccettabile". Lo scrive su twitter il coordinatore nazionale di Mdp e deputato di Liberi e Uguali, Roberto Speranza.

"#Salvini inadatto a fare ministro interno: vile e meschino politicizzare una questione di sicurezza come la scorta di @robertosaviano. Ogni giorno ha bisogno di un nuovo nemico per compensare la propria impotenza", lo scrive su Twitter Riccardo Magi, deputato di +Europa e Segretario di Radicali Italiani.

A difendere invece le parole del ministro Salvini, tra gli altri, è Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato. "Nessuna minaccia da parte del ministro dell'interno, il quale ha semplicemente affermato che saranno le istituzioni competenti a valutare se Saviano corra qualche rischio. Ed è proprio compito delle istituzioni verificare in maniera approfondita il modo in cui vengono spesi i soldi dei cittadini. Non accettiamo che le dichiarazioni di Matteo Salvini vengano distorte o volutamente fraintese al solo fine di dare vita a una nuova polemica sterile e strumentale da parte del Partito democratico".

I commenti dei lettori
Suggerisci una correzione