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Economia

Più dazi per tutti, da Pechino a Bruxelles. Katainen: "Se Trump colpirà le auto europee, reagiremo". Borse europee giù

The Washington Post via Getty Images
The Washington Post via Getty Images 

L'Ue risponderà nel caso prendano forma i piani del presidente Dondald Trump di imporre dazi al 20% sull'import di auto costruite in Europa. "Non voglio speculare", ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Jyrki Katainen, in merito alle indiscrezioni del fine settimana sull'apertura di un nuovo fronte commerciale. "Naturalmente, se ci saranno misure dobbiamo rispondere a Trump, così come abbiamo fatto con i dazi su acciaio e su alluminio", ha aggiunto Katainen in visita a Pechino, nel corso di un'intervista alla Cnbc.

Il presidente Usa, intanto, prepara nuove barriere commerciali con la Cina. Questa volta, scrive il Wall Street Journal, Trump sarebbe pronto a impedire gli investimenti di molte aziende cinesi in società tecnologiche degli Stati Uniti e a bloccare l'export di alcuni prodotti tech verso Pechino. Le iniziative parallele, che secondo il Wsj verranno annunciate entro la fine della settimana, sono progettate per impedire al governo cinese di andare avanti con i piani delineati nel suo rapporto 'Made in China 2025' per diventare un leader globale in 10 vaste aree tecnologiche, tra cui l'informazione, l'aerospaziale, veicoli elettrici e biotecnologie. Il giornale finanziario statunitense scrive che il dipartimento del Tesoro sta elaborando regole che bloccherebbero le imprese con almeno il 25% di proprietà cinese all'acquisto di società impegnate in quella che la Casa Bianca definisce "tecnologia industrialmente significativa". Il tetto potrebbe anche sotto, secondo persone vicine alla vicenda interpellate dal Wsj. Inoltre, il Consiglio di sicurezza nazionale e il dipartimento del Commercio Usa starebbero organizzando piani per controlli "potenziati" sulle esportazioni, per impedire che le tecnologie più avanzate vengano traferite in Cina.

La questione dazi continua a farsi sentire sui mercati finanziari europei, come anche stamattina su quelli asiatici, che aprono la settimana in calo con i titoli del settore tecnologico sotto pressione. Male anche l'auto. Tutti in rosso gli indici azionari a cominciare da Piazza Affari che cede l'1,69% nel Ftse mib mentre Madrid cala dell'1,2%. Flessione dello 0,7-0,8% per gli altri listini.

Borse europee giù per i rischi di una guerra commerciale. Le borse europee chiudono in calo sui timori delle conseguenze di una battaglia commerciale internazionale. La guerra dei dazi e il timore di un nuovo giro di vite sul comparto tecnologico da parte degli Usa penalizzano i listini. A fine seduta Milano cede il 2,44% a quota 21.355, con lo lo spread tra Btp e Bund in aumento a 251 punti base e un rendimento del 2,83%. Londra cede il 2,24%, Francoforte lascia sul terreno il 2,46%, Parigi perde l'1,92%.

Sul mercato valutario il cambio euro/dollaro è stabile a 1,169. In flessione il prezzo del petrolio, dopo che l'Opec e altri Paesi produttori di greggio hanno concordato di aumentare la produzione. A Piazza Affari crolla Prysmian -10% a 20,88 euro, dopo aver registrato problemi sulla funzionalità del cavo di collegamento sottomarino tra Scozia e Galles e aver annunciato una revisione al ribasso dell'Ebitda rettificato in un range compreso tra 860 milioni e 920 milioni di euro. In flessione il comparto auto e quello bancario (indice -2,60%). Vendite su Unipol -6,15%, in rosso anche Stm -4,81% e Tenaris -4,27%. Tra i bancari male Banco Bpm -3,64% e Mediobanca -3,46%. In un listino principale completamente in rosso, limitano le perdite sotto il mezzo punto percentuale Campari, Snam, Terna e Italgas.

Fitch sull'Italia: "Rischi instabilità politica e allentamento conti". Instabilità politica e allentamento dei conti pubblici. Sono questi i due principali rischi per l'Italia evidenziati da Fitch in un rapporto dedicato al "Potenziale impatto del nuovo governo sul merito di credito sovrano italiano". L'agenzia continua a ritenere invece "altamente improbabile" un'uscita del nostro paese dall'euro e non si sbilancia sulla prossima revisione del rating annunciata per il 31 luglio.

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