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Esteri

Uno "sconosciuto" in Vaticano

POOL New / Reuters
POOL New / Reuters 

"So che una rappresenta la destra forte, ma l'altro non so da dove venga". Con una sincerità quasi disarmante, un anno fa papa Francesco commentò così il ballottaggio alle elezioni presidenziali francesi tra la candidata del Front National, Marine Le Pen, e l'attuale presidente Macron. Una doccia fredda per l'allora rappresentante di En Marche!, che oggi punta al disgelo con il Vaticano per inviare un segnale forte all'Europa (in particolar modo all'Italia) nel dibattito sulla questione migratoria, senza però dimenticare le esigenze del suo elettorato più conservatore.

Accompagnato dalla première dame Brigitte e dai ministri dell'Interno, Gérard Collomb, e degli Esteri, Jean-Yves Le Drain, il capo di Stato francese incontrerà domani mattina in Vaticano papa Francesco per un colloquio che dovrebbe durare circa mezz'ora. Per il capo di Stato francese sarà il primo incontro con il pontefice, che a sua volta non ha mai effettuato un viaggio apostolico in Francia ad eccezione di una visita compiuta al Parlamento europeo di Strasburgo nel 2014. Battezzato all'età di 12 anni, Macron si è sempre dichiarato agnostico, fedele a "una forma di trascendenza" non meglio specificata. La sua formazione è passata per i gesuiti di Amiens, sua città natale, e attraverso le idee del filosofo protestante Paul Ricoeur, di cui è stato assistente nel periodo universitario.

La visita nella Santa Sede arriva in un momento particolarmente delicato per il presidente, alla ricerca di nuove sponde in Europa su cui appoggiarsi per far fronte alla deriva populista. In un simile contesto, la questione migratoria assumerà un ruolo centrale durante il colloquio, nonostante le forti divergenze che separano i due leader su questo argomento. Il pontefice in questi ultimi giorni si è espresso più volte a favore di una maggiore accoglienza, condannando i respingimenti delle navi di ong che operano nel Mediterraneo con operazioni di soccorso. Dall'Eliseo fanno sapere che il leader francese presenterà al suo interlocutore un "approccio trasversale" studiato per affrontare la situazione.

Per Macron, che farà una conferenza stampa solamente nel tardo pomeriggio a Villa Bonaparte, si tratta soprattutto di un'occasione per inviare un messaggio indiretto al governo italiano dopo le tensioni di questi ultimi giorni.

Il principale obiettivo sarà Matteo Salvini, diventato ormai il suo nemico numero uno in Europa dopo gli scambi di battute seguiti alla chiusura dei porti italiani alle navi di ong. Mostrandosi al fianco del Santo padre, il titolare dell'Eliseo in un certo modo ha "battuto sul tempo" il ministro italiano, che nei giorni scorsi aveva annunciato una visita a Bergoglio ricevendo una secca smentita dal Vaticano. A questo si aggiunge poi un incontro previsto all'ambasciata di Francia con alcuni rappresentanti della Comunità di Sant'Egidio, attiva nell'organizzare corridoi umanitari dalla Siria all'Europa.

Tuttavia, Macron guarda anche all'Europa, incastrando l'appuntamento di domani tra il vertice informale di domenica e il prossimo Consiglio europeo del 28 e 29 giugno. Ed è proprio facendo leva su Bruxelles che cercherà di portare sulle sue posizioni Bergoglio, da sempre critico nei confronti dei movimenti populisti "che stanno creando una psicosi".

Ma per il leader francese l'incontro con il santo padre riveste un significato strategico anche sul piano interno. Nel corso del suo soggiorno a Roma, il presidente francese riceverà il titolo di protocanonico d'onore dal Capitolo della Basilica di San Giovanni in Laterano. Un'onorificenza riservata a tutti i capi di Stato francesi grazie a una tradizione secolare risalente al re Enrico IV, che nel 1604 abbandonò il protestantesimo ricevendo l'assoluzione dello Stato pontificio. Durante la V Repubblica, questa usanza ha subito una serie di interruzioni a causa di alcuni presidenti che hanno rifiutato il titolo. Dopo François Mitterrand e Georges Pompidou, è stato François Hollande l'ultimo in ordine di tempo a non accettare l'investitura, provocando forti tensioni con il Vaticano, in quel periodo irritato dal Mariage pour tous, il progetto di legge sui matrimoni omosessuali approvato nel 2013.

Riprendendo la tradizione, Macron compie un gesto di apertura nei confronti della comunità cattolica francese, composta principalmente da elettori di destra simpatizzanti dei Républicains. Il primo passo in questa direzione è stato fatto dal presidente lo scorso 9 aprile con un discorso tenuto davanti alla Conferenza episcopale francese nel Collegio dei Bernardini a Parigi.

In quell'occasione, il presidente sottolineò la volontà di voler "riparare i legami tra la Chiesa e lo Stato" che si sono "deteriorati" nel tempo. Parole che sollevarono un polverone, con la sinistra francese che insorse attaccando presidente, reo di aver messo in discussine quel concetto di laicità sancito dalla legge de 1905 che separa lo Stato dalla Chiesa. In quest'ottica, nel corso dell'incontro con il pontefice verranno evocati temi al centro di forti dibattiti nella chiesa francese, come la difesa dei cristiani d'Oriente e la procreazione medica assistita.

Con la visita di domani, Macron potrebbe trovare un nuovo e influente alleato, inaugurando relazioni inedite tra l'Eliseo e il Vaticano.

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