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Politica

Alfonso Bonafede rimanda Matteo Salvini nella Seconda Repubblica. Il leader della Lega: "Parlerò con Mattarella"

Fondi Lega, Salvini: "Parlerò con Mattarella, deciderà lui se in ballo democrazia"

Il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, interviene a proposito della sentenza della Cassazione sui conti della Lega e rimanda il collega di governo, Matteo Salvini, alla Seconda Repubblica. Evocando l'epopea berlusconiana contro le toghe. "Tutti devono potersi difendere fino all'ultimo grado di giudizio - afferma Bonafede - Poi, però, le sentenze vanno rispettate, senza evocare scenari che sembrano appartenere più alla Seconda Repubblica".

La sentenza della Cassazione che ha accolto il ricorso del pm di Genova contro la Lega sottolinea che "ovunque venga rinvenuta" qualsiasi somma di denaro riferibile alla Lega Nord - su conti bancari, libretti, depositi - deve essere sequestrata fino a raggiungere 49 milioni di euro.

Tutta la Lega ha reagito a questa sentenza parlando di un attacco alla democrazia e alla Costituzione ovvero di una decisione che vuole cancellare il partito.

"Con tutte le cose importanti a cui sto lavorando, onestamente questa è quella che mi interessa di meno", ha commentato sprezzante Matteo Salvini arrivando a Villa Taverna.

"Che io non possa andare a parlare con il presidente della Repubblica mi sembra una cosa bizzarra: è il garante della Costituzione e dei diritti dei cittadini. Io rispetto il lavoro della stragrande maggioranza dei giudici, che al 99% fanno bene e obiettivamente il loro lavoro, ma parlerò con Mattarella del fatto che la Lega sarebbe il primo partito in Europa messo fuori legge con una sentenza non definitiva per eventuali errori commessi da qualcuno più di dieci anni fa con cui io non c'entro nulla", ha dichiarato Salvini.

"Se qualcuno, 10 anni fa, ha speso in maniera errata 300 mila euro, perché di questo si sta parlando, e verrà condannato in via definitiva, di quella cifra, anche se non c'entro nulla, sono personalmente disposto a farmi carico". Ha aggiunto il ministro. "Se questo significa attaccare politicamente un partito che sta conquistando la fiducia della gente, di questo ne parlerò con il presidente della Repubblica - ha continuato Salvini - ammesso che sia ancora permesso al ministro dell'Interno e vicepresidente del Consiglio di parlare con il capo dello Stato". Sarà "Mattarella a decidere se c'è in ballo la democrazia o se è tutto normale".

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