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Cronaca

Matteo Salvini: "Dopo le Ong, chiederò lo stop alle navi delle missioni internazionali"

Stefano Rellandini / Reuters
Stefano Rellandini / Reuters 

Il "sovranismo marinaro" di Matteo Salvini non sembra conoscere limiti. Mare "sgombro", porti chiusi. E non solo per le navi delle Ong. Il titolare del Viminale va oltre. "Dopo aver fermato le navi delle Ong - annuncia il responsabile del Viminale - giovedì porterò al tavolo europeo di Innsbruck la richiesta italiana di bloccare l'arrivo nei porti italiani delle navi delle missioni internazionali attualmente presenti nel Mediterraneo. Purtroppo - ha aggiunto Salvini - i governi italiani degli ultimi 5 anni avevano sottoscritto accordi (in cambio di cosa?) perché tutte queste navi scaricassero gli immigrati in Italia, col nostro governo la musica è cambiata e cambierà".

Il vertice a cui Salvini fa riferimento è quello che si terrà nella città austriaca alla presenza dei ministri dell'Interno dei paesi dell'Unione, primo summit nell'ambito della presidenza di Vienna dell'Unione scattata il primo luglio. In quell'occasione il ministro italiano avrà un colloquio con i colleghi di Germania e Austria. I due cercheranno di convincere l'Italia a sottoscrivere un'intesa bilaterale con Berlino per riprendersi i migranti che, sbarcati nei porti italiani, hanno poi raggiunto la Germania. Salvini ha chiesto che la priorità venga data alla discussione su come rafforzare le frontiere esterne. A dar subito manforte al titolare del Viminale è il suo collega alle Infrastrutture, e Trasporti il pentastellato Danilo Toninelli: "Abbiamo accolto a Messina 106 migranti salvati da nave Eunavformed. Ce lo impone folle accordo europeo Sophia con cui Renzi ha svenduto interessi Italia. Rispettiamo regola, ma ora va cambiata. Quello migratorio non può più essere solo un problema italiano, sennò rischia la Ue", scrive Toninelli su Twitter commentando lo sbarco di sabato sera. I due ministri richiamano missioni e accordi che l'Italia ha sottoscritto in sede europea, e quegli accordi non possono essere disdetti con un "cinguettio", in una afosa domenica d'estate. Di nuovo ritorna, prepotentemente, il tema del rapporto tra il governo gialloverde e Bruxelles.

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Il silenzio del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi è un silenzio che "parla". Per l'europeista voluto dal capo dello Stato Sergio Mattarella, alla guida della Farnesina, non passa giorno che non si trovi di fronte ad una invasione di campo di Salvini. Alla Farnesina hanno perso il conto: dalla Tunisia che "esporta galeotti", alle sparate contro il presidente francese Emmanuel Macron, fino alla "guerra del mare" dichiarata alle navi di missioni internazionale; missioni delle quali l'Italia fa parte. A tal proposito, fonti di Bruxelles, ascoltate da HuffPost, fanno notare, che dal 5 luglio un team investigativo di esperti di varie agenzie europee è imbarcato sull'ammiraglia dell'operazione "Sophia" di Frontex nel Mediterraneo, la nave "San Giusto" della Marina militare italiana, di base ad Augusta (Siracusa) per raccogliere informazioni sul traffico di migranti. La missione investigativa fa seguito alle decisioni del Consiglio europeo del 14 maggio scorso e rafforza i compiti che già sono dei militari in nave. Ne fanno parte cinque specialisti di Europol, Frontex, Agenzia europea per i confini e la guardia costiera, e della stessa flotta Eunavfor Med che svolge l'operazione "Sophia". Compito del team è "facilitare la raccolta di informazioni sul traffico di esseri umani, sull'attuazione dell'embargo Onu sulle forniture di armi alla Libia, sulle esportazioni illegali di petrolio dalla Libia e sulle attività criminali riferite alla sicurezza della stessa operazione" navale di Frontex.

E qui s'inserisce l'irritazione della ministra della Difesa Elisabetta Trenta. "Eunavformed è una missione europea ai livelli Esteri e Difesa, non Interni. Quel che vanno cambiate sono le regole di ingaggio della missione e per farlo occorre farlo nelle sede competenti, non a Innsbruck", dove si svolgerà il vertice dei ministri dell'Interno Ue, trapela da fonti ministeriali.

Si legge infatti sul sito del Ministero della Difesa, a proposito della missione "Sophia": "In data 14 maggio 2018 il Consiglio dell'Unione Europea ha autorizzato l'avvio di un progetto finalizzato a sperimentare, per un periodo di sei mesi, la Crime Information Cell (CIC) a bordo della flaghship dell'Operazione Sophia. La CIC, composta da un massimo di 10 unità (EUROPOL, Frontex, Forze di Polizia degli Stati membri e personale di EUNAVFOR MED) avrà lo scopo di migliorare la raccolta e la trattazione delle informazioni, compresi i dati personali, sul traffico della tratta di esseri umani, sull'embargo delle armi in Libia, sul traffico illecito nonché sui reati pertinenti per la sicurezza dell'operazione tra l'operazione Sophia, Frontex, EUROPOL e gli Stati membri. Il coordinamento delle attività della cellula, sarà assicurato dal Crime Information Cell Coordinator (CICC), ufficiale di polizia giudiziaria direttamente dipendente dal Comandante dell'Operazione. In tale contesto, il Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri ha fornito 3 unità (il CICC e 3 addetti).Ad oggi all'operazione partecipano 27 su 28 nazioni europee: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Regno Unito, Romania, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria e Slovacchia". Ed ancora: "L'Italia, dal 1° febbraio, ha riassunto il Comando in mare della Task Force con l'inserimento di Nave San Giusto quale flagship dell'operazione. Finora il dispositivo aeronavale ha visto impegnate, dal 2015 ad oggi, Nave Cavour, Nave Garibaldi, Nave San Giorgio, Nave San Giusto, Nave Zeffiro e Nave Etna". Quindi la missione è anche a guida italiana.L'uscita di Salvini invade quindi anche il campo della Difesa, oltre che degli Esteri, ed è normale che qualcuno si arrabbi.

Le dichiarazioni del ministro dell'Interno arrivano all'indomani dello sbarco a Messina di 106 migranti, raccolti in mare dalla nave militare irlandese Samuel Becket e accolti da centinaia di persone con le magliette rosse, che aderivano all'iniziativa promossa da Libera, Anpi, Arci e Legambiente a favore dell'accoglienza. Le operazioni di primo soccorso e assistenza sono state coordinate dalla Prefettura di Messina, garantite dal personale della Capitaneria di porto e dalle altre forze di polizia, nonché dal personale sanitario della Croce Rossa e associazioni di volontari. Da primi riscontri sembra che il primo soccorso sia avvenuto in zona Sar libica nella notte fra il 4 e il 5 luglio, poche ore dopo che il gommone era partito da Garabulli. Il pattugliatore irlandese, dopo aver effettuato il soccorso, ha chiesto a Roma il permesso di sbarcare i migranti, e dal Viminale è arrivata l'indicazione di Messina. Proclami e polemiche s'intrecciano con il racconto della realtà.

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