Scegli di capire.

Gedi Smile Abbonati
Inserti
Ancora su HuffPost
Guest
Tutte le sezioni

GEDI Digital S.r.l. - Via Ernesto Lugaro 15, 10126 Torino - Partita IVA 06979891006

Politica

"Io tra due vice premier e un Cerbero". Giuseppe Conte sul Fatto: "La mia mediazione vince sempre"

Tony Gentile / Reuters
Tony Gentile / Reuters 

Giuseppe Conte esiste. Lo intervista Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano, un colloquio di due ore in cui il presidente del Consiglio parla alla continua ricerca di un equilibrio, in cui si racconta e risponde su tanti temi, lasciando però poca traccia di sè, come nelle prime settimane del suo inaspettato incarico a Palazzo Chigi. Parla dei rapporti con i due viceministri ingombranti, con il "Cerbero" Giovanni Tria, del suo ruolo di mediazione e di "ponte", del suo "silenzio operoso", dei suoi contatti con i leader internazionali e del suo modello Aldo Moro.

"Dopo 50 giorni da premier mi accorgo che il silenzio operoso non è apprezzato da tutti come una virtù. Quindi parlerò un po' di più, ma solo quando avrò qualcosa da dire di concreto su quello che sto facendo. Non può essere che io lavori dalle 8.30 alle 23, a volte anche fino a notte fonda, e poi scopra da qualche giornale che sarei scomparso".

Conte contrappone spesso il suo silenzio anche dinanzi alle incontinenze di qualche ministro.

"Ogni tanto c'è qualche dichiarazione non appropriata. Ma preferiscono risolvere la cosa a tu per tu"

Il premier non teme di essere un debole fra due vice premier forti come Di Maio e Salvini.

"Nessun premier si sceglie da solo, tutti i premier sono scelti da altri. Avere al mio fianco i due leader dei partiti di maggioranza è persino un vantaggio, perché mi evita le liturgie dei vertici di coalizione e rende più diretto il confronto e più spedito il percorso del Governo. A volte non li sento mai, a volte li vedo o li sento anche due o tre volte. Grillo l'ho incontrato una volta, in campagna elettorale. Mi ha detto: "Ah, tu fra tutti sei quello normale..." [...] Con loro convivo benissimo. Faccio da ponte. Poi sa, non avendo problemi di sondaggi, non bado alle percentuali di consenso personale".

Si registrano le prime frizioni fra i vice premier e il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ad esempio sulle nomine.

"Lui è il Cerbero che deve far di conto. È il suo mestiere, nessun allarme. Voi non crederete, ma sono testimone diretto dei Cdm: malgrado le voci di liti, non sono mai volate parole grosse o insulti. Se poteste assistere, vi annoiereste mortalmente. Per ora andiamo tutti d'accordo: anche quando ci sono posizioni divergenti, la mia mediazione di giurista pragmatico vince sempre. E pure chi sembra più esuberante poi si rivela più ragionevole di quel che si dice" [...] "Sulle nomine il ministro competente le propone a me, io ne parlo con i due vice premier, poi decidiamo insieme. Se non c'è accordo sulla persona più competente, rinviamo per trovarne una migliore".

Capitolo tasse, Conte parla di una dual tax progressiva e che non si faranno condoni.

"Giuro che non si faranno condoni. Siccome abbiamo in cantiere una riforma organica, direi rivoluzionaria, del fisco basata su due aliquote e una no tax area, consentiremo a chi ha col fisco pendenze senza colpa di azzerarle. Ma nessun condono come in passato. Si azzera tutto, quale premessa necessaria e imprescindibile della riforma. Si ricomincia su basi nuove e si aumentano le pene agli evasori"

Capitolo migranti, Conte spinge per un comitato di crisi permanente in Europa.

"Martedì ho scritto la seconda lettera a Juncker e Tusk per chiedere che quel che è avvenuto domenica, cioè la suddivisione dei migranti, diventi una prassi, affidata non più alle nostre telefonate ai partner, ma a un gabinetto o comitato di crisi sotto l'egida della Commissione Ue, che poi si faccia mediatrice con i vari governi" [...] "Col ministro Salvini non parliamo di scelte lessicali, ma non mi pare una persona indifferente a certi valori. Parla per noi la nostra politica, finalizzata a ridurre le partenze e dunque i morti in mare, evitando di metterci ogni volta dinanzi a un drammatico dilemma morale. Se poi - come confido avverrà - altri Paesi extraeuropei accetteranno di creare non hotspot, ma 'centri di protezione' per esaminare le richieste di asilo, i veri profughi che avranno diritto di venire in Europa potremo portarli direttamente noi, con corridoi umanitari, stroncando il traffico degli scafisti".

Il premier annuncia che l'Italia è in campo per stabilizzare la Libia, vedrà anche il generale Haftar in autunno, a Macron dice che la Libia non è roba francese, "non è né sua né nostra". Del presidente francese dice che "è molto friendly e franco", mentre Angela Merkel "ha apprezzato la mia franchezza".

Giuseppe Conte conferma che il suo cuore batteva a sinistra, pur non avendo mai avuto tessere.

"Votai l'Ulivo di Prodi, una volta credo i centristi (mai Forza Italia né An). E il Pd fino al 2013. Ma poi, deluso, mi sono ravveduto. Nel 2018 ho votato M5S". [...] "Non gioisco affatto per le difficoltà del Pd e della sinistra in generale. Un'opposizione forte aiuta i governi a sbagliare meno e li sprona a fare meglio".

I commenti dei lettori
Suggerisci una correzione