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Politica

Il candidato leghista in pole per l'Istat Blangiardo: "Porte chiuse ai migranti ed espulsioni: qui non c'è più posto"

ANSA
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"Mi ha chiamato il ministro della Funzione pubblica, ho dato la mia disponibilità e ci siamo incontrati", ora "aspetto con grande serenità quello che decideranno le istituzioni. È molto probabile che mi debba trasferire a Roma". Lo dice Gian Carlo Blangiardo, favorito per la presidenza dell'Istat. Il professore, esperto di flussi migratori e politiche per la famiglia, è intervistato da Stampa e Messaggero.

Al quotidiano romano, garantisce che l'Istat sarà autonomo: "sono 40 anni che mi occupo di statistica. Quindi, nel caso, sarebbe mia intenzione mantenere una posizione equilibrata, muovermi nel modo più realistico possibile".

Parla poi di immigrazione. Senza immigrati chi pagherà le pensioni degli italiani? "Boeri - risponde a La Stampa - vuole contribuenti e lo capisco. Ma oggi più che puntare a farci pagare la pensione dagli immigrati dovremmo aumentare l'occupazione femminile, che in Italia è ancora bassissima.

Siamo distanti dieci punti percentuali dagli altri Paesi europei. Tornando agli immigrati non ho paura di parlare di espulsioni e porte chiuse. Qui non ci stanno: è un dato di fatto". Lo ius soli? "Se papà e mamma diventano italiani i figli minori lo diventano automaticamente. Vado a memoria: nel 2016 erano 74 mila ragazzini. E comunque al bambino di avere in tasca il passaporto italiano non gliene frega niente. Noi dobbiamo garantire la parità de facto, al di là del passaporto", afferma.

La più grande bufala statistica? "Prima dell'approvazione della legge sull'interruzione di gravidanza si diceva che ogni anno in Italia morivano 30 mila donne per aborto. Una scemenza.

Le morti legate alla gravidanza, non solo per aborto, erano alcune centinaia", conclude.

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