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Cronaca

Bambina violentata dal prete di famiglia. Il padre: "L'ha vista crescere. Era uno di famiglia, festeggiava con noi i compleanni e si fermava a cena"

Giuda90
Giuda90 

"Vergogna": solo questa parola ripetono i genitori della bambina violentata da don Paolo Glaentzer, il prete di famiglia, a Calenzano, in provincia di Firenze. Il parroco non li aveva mai insospettiti, anzi frequentava la loro casa, dove celebrava anche la messa (essendo i coniugi disabili), era amato dai piccoli, festeggiava con loro i compleanni. Un amico fidato che, però, ha tradito quella fiducia nel modo peggiore, spiega il padre al Corriere Fiorentino.

«Credevamo di avere un amico, un confidente, un punto di riferimento spirituale — dice ancora il padre — ma ha tradito la nostra fiducia. Don Paolo lo conosciamo da vent'anni, da quando arrivò a Calenzano. Me lo presentarono alcuni amici, mi dicevano di andare da lui perché era una brava persona, che magari avrebbe fatto il miracolo per la mia malattia. Ha visto nascere e crescere i nostri figli, spesso veniva a cena a casa nostra, ci aiutava anche nelle faccende domestiche».

Sono stati i vicini i primi ad insospettirsi per quelle continue visite del parroco. Poi un giorno il prete ha portato via in macchina la bambina, con il pretesto di farsi aiutare a fare una faccenda. Da lì, la violenza. Che ora i genitori non riescono a spiegarsi, soprattutto per il rapporto intimo che li legava.

«La nostra vita è piuttosto complicata, per questo per noi don Paolo era una benedizione. Ci aiutava a portare la spesa a casa, festeggiava con noi i compleanni, veniva a casa a portaci la comunione e in casa celebrava la messa usando il tavolo come altare». Una messa a domicilio prima della cena, poi le chiacchiere in famiglia. «Parlavamo del più e del meno, guardavamo insieme la televisione".

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