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Politica

"Senza di noi il Pd muore". Renzi galvanizza i suoi. Mentre Franceschini rilancia Areadem a Cortona per un Pd "derenzizzato"

AFP/Getty Images
AFP/Getty Images 

"Senza di noi il Pd muore". Matteo Renzi ne è convinto, lo dice ai 120 parlamentari della sua area riuniti ieri sera per i saluti in vista delle vacanze estive ai quali dà appuntamento in autunno: "Ripartiamo".

L'appuntamento è per una cena in piedi dal costo di 50 euro a testa, presso la Residenza Lavernale, una villa immersa in un lussureggiante parco sull'Aventino. Quel colle di Roma storicamente evoca scissioni ma nel saluto agli 80 deputati e 40 senatori presenti l'ex segretario lascia intendere che per ora la battaglia si fa dentro il partito. "Dobbiamo lavorare per rilanciarlo mettendo fine alle liti interne". La convinzione del senatore di Scandicci è che anche la base, la maggior parte dei militanti, stia con lui. Né con Nicola Zingaretti, unico finora candidato ufficiale alle primarie del Pd. Né con il neo segretario Maurizio Martina, convinto fautore, con altre anime dem, di un dialogo sui temi con M5s.

"Un accordo con i 5 stelle avrebbe distrutto il Pd", ribadisce Renzi che prende la parola a metà serata per un saluto. "Avevamo detto che eravamo l'argine al disastro, purtroppo era vero. Volevo votare a settembre dello scorso anno perché sapevo che dopo settembre avremmo perso tutti". Il clima è disteso, c'è il senatore-tenore Alan Ferrari che intona la celebre aria della Turandot di Giacomo Puccini "All'alba vincerò". Non a caso. "Matteo è convinto che si può ancora vincere e trasformare il Pd", spiega chi lo ha ascoltato ieri sera. "Ci ha voluto instillare positività e fiducia".

"Smettiamola con la depressione", è l'esortazione dell'ex segretario che nel giorno in cui il governo chiude il contratto per quello che i 5 stelle hanno ribattezzato l'Air Force Renzi osserva sicuro: "Gli altri hanno forza solo se si focalizzano su di me. Se io sto zitto, M5S e Lega vanno nel panico". Il ciclo giallo verde "durerà meno del mio", è convinto l'ex premier. Ora "noi abbiamo una grande possibilità. Cerchiamo di ripartire in autunno senza ansie, prima capiamo la loro strategia di comunicazione e prima noi rientriamo in campo". Uno dei momenti cruciali sarà la Leopolda a ottobre "che – spiega - non sarà solo una cosa del Pd ma dovrà essere una cosa più larga".

E se Renzi rimette in moto la sua area politica, gli altri non stanno a guardare. Dario Franceschini 'scongela' dopo cinque anni l'appuntamento nazionale di Areadem e dà appuntamento a Cortona dal 31 agosto al 2 settembre. Nel programma della tre giorni ci sono tutte le anime del Pd: oltre a Franceschini e Fassino, interverranno Gentiloni, Martina, Minniti, Pinotti, Sala, Zanda, Padoan, Sereni, Boccia, Fedeli, Orlando, Cuperlo, Tabacci, Lorenzin, Realacci, Sassoli, Mirabelli e Toia. E dulcis in fundo Zingaretti che parlerà la domenica. Tutti tranne i renziani. Unico invito per Lorenzo Guerini, l'anima dialogante dell'area che fa capo all'ex segretario. Il dibattito infatti, spiegano gli organizzatori, sarà tra chi ritiene utile rilanciare il campo progressista e voltare pagina dopo gli anni del renzismo. L'invito, pubblicato sul sito di Areadem, è abbastanza esplicito: "Per superare i difetti di oggi dobbiamo saper vedere gli errori del passato e superare divisioni e lacerazioni che condannerebbero il campo progressista ad essere ininfluente e perdente per molti anni. Insomma, se il Pd vuole ripartire deve trovare la forza per costruire una nuova biblioteca (una nuova cassetta degli attrezzi, direbbe qualcuno). E noi vogliamo mettere a disposizione di tutti, dentro e fuori il Pd, un'occasione libera di confronto e discussione".

Il neo segretario Martina intanto continua il suo tour nelle aree difficili del paese. Dopo Tor Bella Monaca A Roma e lo Zen di Palermo, lunedì riunita la segreteria a Scampia, periferia nord di Napoli. "Andremo a conoscere la scuola calcio Arci di Scampia. Un altro passo per ascoltare e comprendere e raccogliere idee utili al nostro lavoro", scrive su Facebook. L'idea è sempre quella di far partire presto un forum nazionale del Pd. "L'alternativa al pentaleghismo - è convinto Martina - si costruisce così, solo così il Pd può organizzare la sua ripartenza".

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