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Esteri

Papa Francesco accetta le dimissioni di McCarrick

Max Rossi / Reuters
Max Rossi / Reuters 

Ieri sera è pervenuta a papa Francesco la lettera con cui il cardinale Theodore McCarrick, arcivescovo emerito di Washington, ha presentato la rinuncia da membro del Collegio cardinalizio. Il Papa ne ha accettato le dimissioni da cardinale e ha disposto la sua sospensione dall'esercizio di qualsiasi ministero pubblico, con l'obbligo di rimanere in una casa che gli verrà indicata, per una vita di preghiera e penitenza, fino a quando le accuse di abusi a suo carico siano chiarite dal processo canonico.

Nei giorni scorsi, uno dei principali collaboratori del Papa, il cardinale di Boston Sean O'Malley, strenuo combattente contro la piaga della pedofilia nel clero, presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, ha diffuso una nota sostenendo che nel caso McCarrick "le scuse non bastano", ma occorre piuttosto e urgentemente individuare procedure chiare e definite riguardanti le accuse di abusi sessuali a carico di vescovi e cardinali. L'ex arcivescovo di Washington è uno dei prelati in più alto grado mai coinvolti in accuse di abusi sessuali.

Il card. McCarrick, 88 anni, è accusato tra l'altro di aver abusato di un adolescente 45 anni fa, quand'era ancora un semplice prete a New York. Altre accuse riguardano presunti rapporti con seminaristi adulti. L'arcivescovo emerito ha protestato la propria innocenza, e le indagini sono tuttora in corso.

Con McCarrick - ricorda il sito specializzato Vaticaninsider - sono diventati quattro i porporati nominati durante il lungo pontificato di Giovanni Paolo II coinvolti in abusi (in tutto 231, creati nel corso di 9 concistori). Il primo è stato l'arcivescovo di Vienna Hans Hermann Groer: nominato a sorpresa quale successore del cardinale Franz Konig nel 1986, elevato alla porpora nel 1988, costretto a lasciare la guida della diocesi nel 1995 in seguito ad accuse di aver abusato, molti anni prima, alcuni seminaristi minorenni.

Il secondo è stato il cardinale Keith O'Brien, arcivescovo di Saint Andrews ed Edimburgo (Scozia), elevato alla porpora nel 2003, ritiratosi nel 2013 alla soglia del 75 anni senza partecipare al conclave perchè accusato di aver abusato reiteratamente, negli Ottanta e Novanta, di due seminaristi e un prete (maggiorenni) Il porporato scozzese ammise le sue responsabilità dicendo: "Ci sono stati momenti in cui la mia condotta sessuale è stata sotto gli standard a me richiesti in quanto sacerdote, arcivescovo e cardinale". Il terzo è il cardinale George Pell, prefetto della Segreteria per l'Economia, che si sta difendendo in Tribunale, in Australia, dall'accusa di aver abusato di minori. E ora si aggiunge McCarrick.

In realtà, a quanto si evince dal comunicato di oggi, il provvedimento preso nei confronti dell'ex arcivescovo di Washington è più duro e definitivo. Mentre a O'Brien e Groer venne consentito di restare cardinali pur perdendone tutte le prerogative, a Mc Carrick è toccato di condividere seppure per ragioni ben diverse, la sorte del porporato francese Louis Billot, che fu convocato in Vaticano il 13 settembre 1927 e ricevuto in udienza dal Papa. Nella Curia Romana era ben noto il carattere irascibile di Pio XI e la sua tendenza a trattare anche i cardinali con molta severità e si aspettavano un acceso confronto nello studio papale.

Al contrario l'udienza fu stranamente breve e silenziosa. Pochi minuti dopo il suo ingresso, Billot uscì dalla sala senza zucchetto, anello e croce pettorale: aveva rinunciato alla dignità cardinalizia, indignato dalla dura presa di posizione del pontefice e della Segreteria di Stato contro l'Action francaise. Le sue dimissioni furono accettate il 21 successivo dal Papa.

Il Popolo d'Italia scrisse che il cardinale che aveva posto in San Pietro la tiara sul capo del neo-eletto pontefice Pio XI il 12 febbraio 1922 (era stato proprio Louis Billot a farlo) rimetteva ora nelle mani dello stesso Pontefice la porpora e il cappello, tornando allo stato di semplice religioso. E ciò piuttosto che ritrattare la sua manifesta simpatia per l'Action Francaise di Charles Maurras, condannata nel 1926 dall'allora regnante Pio XI. Morì come semplice sacerdote gesuita il 18 dicembre 1931 all'età di 85 anni nei pressi di Roma.

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