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Politica

Il ministro Fontana: "Dieci vaccini sono troppi, ma non sono un medico"

Corbis via Getty Images
Corbis via Getty Images 

Dieci vaccini, forse, "sono un un po' esagerati, bisognerebbe andare ad analizzar bene. Però non sono un medico o uno scienziato, quindi sotto questo punto di vista riconosco la mia ignoranza". Così il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana torna sulla polemica sulla vaccinazione obbligatoria nelle scuole, riaccesa dal rinvio dell'obbligo al 2019 inserito dal governo nel decreto Milleproroghe.

Intervistato a margine della Festa della Lega Romagna, il ministro leghista ha indicato il Veneto come "esempio da seguire", dato che "c'era libertà di scelta ma c'era comunque una quota di vaccinati molto alta". Per Fontana tuttavia i vaccini rimangono comunque una conquista della scienza: "Su queste cose non si scherza. È chiaro che la salute dei cittadini viene prima di tutto e se pensiamo a 100 anni fa quando i vaccini non c'erano.."

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Ai cronisti il ministro ha anche rimarcato la sua posizione sull'utero in affitto: "Ci sono battaglie che sono già state vinte dalla legge. Che l'utero in affitto sia vietato in Italia è un dato di fatto. Che ci siano persone che vanno all'estero a fare questa pratica, che considero assolutamente sbagliata anche moralmente, pone ovviamente una questione: non vedo perché si possa fare se tale pratica è vietata in Italia. Mi sembra proprio una cosa ultracapitalista che bisogna cercare di limitare".

Infine, una riposta alle accuse di omofobia lanciate dal quotidiano spagnolo El Pais: "Non sono omofobo. Se io non ho più la possibilità di dire che la famiglia è quella formata da una mamma e un papà con dei bimbi capite che allora diventa una limitazione della libertà di pensiero".

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