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Politica

Il consigliere di Verona (e amico di Fontana) che fece il saluto romano contro le femministe: "Il ministro ha ragione, via la legge Mancino"

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Una mozione per impegnare il Comune di Verona a "supportare" con ogni mezzo la "proposta del ministro Lorenzo Fontana di abrogare il dettato normativo" della Legge Mancino. E poco importa se nel frattempo l'idea del ministro della Famiglia sia stata affossata, in ordine, dal premier Conte e dai due vicepremier Di Maio e Salvini. La singolare iniziativa locale è stata presa dal consigliere di maggioranza Andrea Bacciga, detto "Barzi", avvocato eletto a Verona con la lista di destra "Battiti Verona Domani". Un nome che non suona nuovo: il consigliere è già assurto agli onori delle cronache nazionali per un altro gesto, anche questo non molto edificante: solo qualche giorno fa, durante la protesta sulla balconata dell'aula consiliare contro una mozione antiabortista, si è rivolto al gruppo di donne di "Non una di meno" - vestite con mantello rosso e cuffia bianca, come nella fiction "The Handmaid's Tale" - facendo il saluto romano.

Questa volta Bacciga, amico del ministro Fontana con il pallino delle provocazioni - come l'aver donato alla libreria comunale libri di riferimento per l'estrema destra, pagati con il suo primo compenso da consigliere - ha presentato una mozione per l'abrogazione della Legge Mancino contro la discriminazione e l'odio razziale in quanto "in nessuna norma del nostro codice è punito un sentimento".

Nella sua mozione Bacciga elenca poi alcuni casi giudiziari. "Famoso inoltre il caso di Oliviero Toscani che disse pubblicamente 'i Veneti sono un popolo di ubriaconi, alcolizzati atavici', in quel caso la denuncia fu subito soggetta" ad archiviazione. Non è finita: "Impugnato dal Difensore il decreto di archiviazione, la Corte di Cassazione ritenne che era semplicemente una frase caratterizzata da 'preconcetti e luoghi comuni' e non da odio etnico", scrive Bacciga nella sua mozione. Ma chi era il "Difensore" in questione che decise di opporsi ad ogni costo pur di far riconoscere l'aggravante della Mancino per il fotografo Toscani? Lo stesso Bacciga, detto Barzi: Toscani fu indagato per diffamazione, a seguito di una denuncia depositata dall'avvocato Bacciga che ipotizzava addirittura l'aggravante della discriminazione, ovvero della Legge Mancino, ovviamente priva di fondamento.

Il Pd va all'attacco di Bacciga: "Sostiene che la legge Mancino è in contrasto con l'articolo 21 della Costituzione che sancisce la libertà di manifestazione del pensiero ma la Corte Costituzionale su una circostanza simile ha, in più occasioni, dichiarato infondato il contrasto normativo", dice il consigliere Federico Benini. "E' evidente che Bacciga abbia come unico scopo quello di farsi conoscere e apprezzare in certi ambienti, su solo sei proposte presentate in 14 mesi, ben 3 di queste hanno una competenza non comunale, ma parlamentare. Ma si sa, al giorno d'oggi quello che conta in politica, non è lavorare per il bene dei cittadini, ma far conoscere al mondo il proprio nome".

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