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Cronaca

Lo Stato che c'è

Genova, funerali vittime ponte: Mattarella abbraccia i parenti delle vittime tra gli applausi

Il primo lungo applauso è per i Vigili del Fuoco, il secondo per il presidente della Repubblica e infine, quello che sembra interminabile, è per rendere omaggio alle 43 vittime del crollo del ponte Morandi. Sergio Mattarella è qui e prova a rappresentare quello Stato verso il quale si può avere fiducia.

Un messaggio oggi importante più che mai perché venti famiglie non hanno partecipato alle esequie ufficiali e adesso sono lontane dalla Fiera di Genova dove il Capo dello Stato girando tra le 19 bare coperte da fiori bianchi parla a tutto il Paese per colmare quel divario tra Istituzioni e cittadini. Divario sottolineato anche dal cardinale Angelo Bagnasco: "L'assenza di molte famiglie credo che farà riflettere chi di dovere".

Mattarella accarezza i feretri, abbraccia i familiari con il suo stile affettuoso e insieme istituzionale, e a chi cerca una parola di conforto dice più volte: "Lo Stato ci sarà sempre". È questo ciò che vogliono sentire le persone che hanno perso i propri cari e chiedono di non essere abbandonate.

Poco più in là una donna in lacrime si stringe al vicepremier Luigi Di Maio: "Per favore, per favore, pensi alla nostra Liguria. Siamo persone che lavorano, che si danno da fare, fate qualcosa per noi". Lui annuisce: "Faremo tutto il possibile". Poi consola e bacia una bambina che ha perso il papà tra le macerie.

Genova, crollo ponte Morandi: Di Maio e Salvini accolti dagli applausi ai funerali delle vittime

Il governo ha portato da Roma una presenza massiccia di ministri. Presenza voluta fortemente dal premier Giuseppe Conte alla sua prima prova davanti a una tragedia da gestire. Anzi, davanti a "un'immensa tragedia", come la definisce il presidente della Camera Roberto Fico mentre saluta i familiari e chiede scusa a nome dello Stato. Si tratta di un evento, e anche le parole del Cardinale Angelo Bagnasco lo sottolineano, che segna la fragilità dell'Italia intera ed è per questo che dopo una giornata di tentennamenti il premier ha deciso di convocare la seconda riunione, in pochi giorni, del consiglio in prefettura a Genova per stanziare nuove risorse e far vedere la presenza del governo.

La zia del piccolo Samuele, del bimbo precipitato nel crollo del ponte insieme alla mamma e al papà mentre andava in vacanza al mare, è inconsolabile. Il presidente Mattarella si ferma a lungo davanti all'unica bara bianca con sopra i due peluche (le altre due sono state portate nella città natale) e si commuove. Dopo rivolgerà un messaggio proprio a chi ha scelto di non esserci: "Sono momenti di dolore condiviso da tutta l'Italia che dimostra unità in questo stato d'animo. Il Paese unito rende più forte l'accertamento della verità che va perseguita con rigore".

È la verità che cercano i familiari delle vittime: "Samuele era la luce dei miei occhi. Ora abbiamo bisogno di aiuto. Devo essere sincera, per ora i ministri ci sono stati vicini, ma non possiamo essere abbandonati", dice tra le lacrime.

La bara accanto a quella della famiglia Robbiano, è di Luigi Matti Altadonna, il 37enne che ha lasciato quattro figli tra cui un neonato. Il papà del giovane operaio si piega sul feretro e non vuole lasciarlo più. L'altro figlio saluta il presidente Mattarella e lo ringrazia per esserci, lui risponde: "Lo Stato ci sarà sempre".

Un signore, un amico di Vincenzo Licata, un musicista siciliano vittima anche lui del ponte, ferma il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede profondamente provato, e chiede: "Fatti, non parole. Dopo le parole ci vogliono i fatti". Il titolare di via Arenula china la testa come a dire che questo governo non li deluderà.

Genova, cardinal Bagnasco: "Squarcio nel cuore della città, ma non ci arrendiamo"

"È necessario che gli sfollati possano ritrovate presto il valore della casa. E' l'ora della grande vicinanza. Potremo costruire ponti nuovi e camminare insieme. Genova saprà rialzarsi", è la speranza di Bagnasco, ma sono anche un monito per il governo.

Così come Aldo Maringio, accanto alla bara della cugina Angela, ferma Matteo Salvini per dirgli: "Queste cose non devono accadere più. E dipende solo da voi". Il vicepremier leghista alza le mani al cielo nella speranza che questo governo possa portare dei risultati.

Infine l'Imam islamico pronuncia il rito per Djerri e Bokrina con attorno tutta la comunità: "Il crollo del ponte è sia fisico sia metaforico, sono due punti che non si toccano più". Quasi come cittadini e le istituzioni. Quindi: "La nostra preghiera è anche per tutti coloro che hanno celebrato i funerali in forma privata". Un altro applauso lunghissimo avvolge il capannone della Fiera di Genova nel giorno dei funerali di Stato durante i quali lo Stato ha provato a ricucire e Mattarella agli occhi dei parenti delle vittime è apparso come il conciliatore.

"È un grande dolore. Ma Genova, che in arabo significa 'la bella' saprà rialzarsi"

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